Impiegati e Sud: due problemi per la Fulc di Marco Borsa

Impiegati e Sud: due problemi per la Fulc La trattativa azienda-sindacati sui 9 mila licenziamenti si sta avviando alla fase conclusiva Impiegati e Sud: due problemi per la Fulc MILANO — La trattativa azienda-sindacati sui 9000 licenziamenti chiesti dalla Montedison per recuperare produttività e riorganizzare la produzione eliminando alcuni impianti si sta avviando alla fase conclusiva a pochi giorni ormai dalla scadenza prevista per iniziare le procedure individuali di licenziamento (in base alle norme vigenti il termine scade il 13 febbraio). Le due parti si trovano più o meno sulle stesse posizioni di partenza sotto il profilo dei principi, riaffermando l'azienda la necessità di licenziare indipendentemente da possibili aiuti o piani governativi che vanno discussi in altra sede, e riaffermando i sindacati l'opposizione ai licenziamenti. Fuori da questa contrapposizione di principio resta un terreno di intesa nell'applicazione della cassa integrazione speciale che consente all'azienda di raggiungere l'obiettivo di liberarsi dal carico di alcune migliaia di dipendenti in eccesso e ai sindacati di evitare i licenziamenti. Se la trattativa dovesse spostarsi sul terreno della cassa integrazione speciale resterebbero aperti due questioni su cui potrebbe rivelarsi determinante la mediazione governativa attraverso il ministro del Lavoro. Si tratta dell'applicabilità della cassa integrazione agli impianti nelle zone meridionali (i 300 dipendenti di Casoria e i 300 di Crotone, scaglionati nel tempo) che i sindacati vorrebbero evitare indipendentemente dal riconoscimento delle ragioni aziendali e di qualche agevolazione per la cassa integrazione degli impiegati che, a differenza degli operai, verrebbero a perdere con il sussidio una parte consistente del proprio stipendio. La Montedison appare decisa a raggiungere il proprio obiettivo di recupero di produtività sia in termini di aumento del fatturato per addetto, che nel 1979 era di 59 milioni contro i 100 milioni della Basf e i 67 milioni della Hoescht, sia in termini di migliore utilizzo della manodapera sotto il profilo delle ore lavorate, sia infine in termini di maggior equilibrio fra occupazione diretta e indiretta rispetto alla produzione. I minori costi immediati dei 9000 licenziamenti si aggirano secondo i calcoli dell'azienda intorno ai 200 miliardi, una cifra pari più o meno ai due terzi delle perdite di gestione dell'anno scorso. Oli effetti, però, dovrebbero cominciare a farsi sentire a partire dal bilancio dell'anno prossimo quando cioè non dovranno essere sopportati gli oneri iniziali connessi al licenziamento (buonuscite e liquidazioni). La vertenza sindacale, inoltre, potrebbe avere per il gruppo chimico anche il vantaggio di accelerare la concessione da parte del governo dei finanziamenti in base alla legge 675 sulla riconversione industriale nel quadro di un piano chimico che il governo, dopo più o meno dieci anni di rinvii, avrebbe promesso di mettere a punto entro il 15 febbraio. La Montedison ha fatto richieste di finanziamenti sulla legge in questione per circa 900 miliardi destinati sia a finanziare la ristrutturazione degli impianti, sia gli investimenti del gruppo valutabili in questa fase nell'ordine di circa 300 miliardi all'anno. Oltre ai finanziamenti per la capogruppo, la Montedison è anche interessata alla sollecita partenza del consorzio Montefibre, la maggiore società italiana di fibre dove Foro Bonaparte conserva una quota considerevole di capitale insieme ad un consorzio bancario di salvataggio, che non è ancora decollato ufficialmente per la mancanza dei versamenti da parte del Banco di Napoli, uno degli istituti di credito che deve partecipare alla ricapitalizzazione della società e al finanziamento di investimenti considerati di vitale importanza. come il completamento dello stabilimento di Acerra, il più moderno impianto di poliestere in Europa. La Montefibre ha perso l'anno scorso oltre 100 miliardi costituiti in buona parte dagli oneri finanziari, destinati a ridursi con l'ingresso del nuovo capitale nella società. Marco Borsa

Persone citate: Bonaparte

Luoghi citati: Acerra, Casoria, Crotone, Europa, Milano