Il terrorismo, cavallo di battaglia della propaganda Urss di Fabio Galvano
Il terrorismo, cavallo di battaglia della propaganda Urss I sovietici ritorcono sulla Cia le accuse citando Italia. Spagna. Grecia, Portogallo Il terrorismo, cavallo di battaglia della propaganda Urss DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — L'Urss ripropone il caso Moro. A otto giorni dal clamoroso intervento in cui la Tass accusò esplicitamente la Cia del suo assassinio, osservando come egli fosse diventato «scomodo per Washington», la stessa agenzia ha ripetuto ieri in un commento le sue denunce delle responsabilità attribuite ai servizi segreti americani. Lo ha fatto con una serie di •rivelazioni» che abbracciano non solo lo statista scomparso (avvertito del pericolo, secondo la Tass, dagli stessi americani), ma anche personaggi come Carrero Bianco e Makarios. ìn Occidente, rivela l'agenzia sovietica, si parla di complicità dell'Urss nel quadro del terrorismo internazionale. Ma ci sono fatti che possono veramente far luce sulla «vera centrale di comando dei criminali», e questi fatti emergono dalla recente storia europea. «Italia 1978 — scrive nel suo commento Vladimir Serov —. Assassinio di Moro, che si pronunciava per la partecipazione del pei al governo. Come ha riferito Giovanni Moro, figlio dello statista, alla com¬ missione parlamentare d'inchiesta, un alto personaggio della politica americana aveva avvertito suo padre durante una visita negli Usa del pericolo che lo minacciava, e gli aveva consigliato di abbandonare l'attività politica o di cambiare una linea che non andava a genio a Washington». Quello della Tass è indubbiamente un tentativo di andare oltre le dichiarazioni di otto giorni fa. Ma l'estensore di questo commento stenta ad aggiungere credibilità a •rivelazioni» che — chiaramente sbagliando — gli ambienti diplomatici occidentali d« Mosca avevano ritenuto onnai abbandonate. Quello che la Tass dice di nuovo — o perlomeno riprende dopo anni di silenzio — riguarda altri avvenimenti della recente storia europea. Spagna 1973: assassinio del primo ministro Carrero Bianco. «L'organizzazione nazionalista basca Età—scrive—si arrogò la responsabilità di quell'atto terroristico. E soltanto alcuni anni dopo si scopri che la Cia vi era implicata, come rivelò l'ex agente dei servizi segreti spagnoli Kuis Gonzalez Mata». Secondo quel teste, preso per buono dai sovietici, la Cia «controllò i preparativi» e fece di tutto «per garantire il successo dell'impresa criminale». E tutto perché «Washington voleva eliminare questo leader nazionalista franchista», colpevole di respingere «i tentativi Usa di legare la Spagna alla Nato» e di non volere «seguire ciecamente gli ordini di laggiù». Fu un incontro con Kissinger a Madrid, secondo la Tass, a «rivelarsi fatale». Portogallo, 1975: fallito golpe antigovernativo del generale Spinola. Dietro i golpisti, afferma l'agenzia riferendosi al quotidiano di Lisbona A Capital, c'era la Cia che agiva per mezzo dell'ambasciatore americano Frank Carlucci, il quale a sua volta «era stato implicato nei preparativi per assassinare Lumumba». E ancora, Grecia, 1973: «La Cia — scrive la Tass — istigò la giunta militare di Atene al massacro degli studenti che inscenavano una manifestazione al Politecnico». Lo rivelò, sottolinea l'agenzia, lo stesso leader della giunta, Pa- padopulos, durante il processo a suo carico, affermando che «la Cia aveva aiutato un altro dittatore più obbediente, Ioannides, ad assumere il, potere, in funzione di un colpo di Stato a Cipro e di un tentativo di assassinare il presidente Makarios». La Cia («l'agenzia dello spionaggio e del sabotaggio in territorio europeo») è insomma per i sovietici la madre di tutti i mali. Fabio Galvano
Persone citate: Carrero Bianco, Frank Carlucci, Giovanni Moro, Gonzalez Mata, Kissinger, Lumumba, Moro, Spinola, Vladimir Serov
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