Gli Usa proporranno Bruxelles per la forza d'intervento M.O.

Gli Usa proporranno Bruxelles per la forza d'intervento M.O. Allo scopo di allargare il fianco Sud della Nato Gli Usa proporranno Bruxelles per la forza d'intervento M.O. Lo stato maggiore americano è giunto alla conclusione che la scelta garantirebbe rapidità operativa - La notizia, dopo quella della bomba N, avrà ripercussioni in Europa, di fatto più coinvolta nella difesa delle regioni del petrolio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Lo Stato maggiore delle forze armate americane ha proposto che il comando della Rdf, la forza di rapido impiego destinata al Medio Oriente e al Golfo Persico, sia installato a Bruxelles. La proposta estenderebbe di fatto il cosiddetto fianco Sud della Nato dalla Grecia e la Turchia all'Iran e all'Afghanistan, e coinvolgerebbe gli alleati europei nella difesa delle regioni del petrolio. Una decisione verrà presa presto dal ministro della Difesa Weinberger, dopo consultazioni con il segretario di Stato Haig e i governi europei. La Rdf fu istituita dall'ex pre sidente Carter in seguito all'invasione sovietica dell'Afghanistan: consiste di corpi da sbarco di marines e divisioni aviotrasportate dispiegabili immediatamente. Lo stato maggiore americano è giunto alla scelta di Bruxelles in seguito a uno studio approfondito. Tre sono i principi ispiratori della proposta: 1) la Rdf non è in grado di compiere interventi in tutto il mondo, come previsto originariamente da Carter; 2) mantenerne il comando negli Stati Uniti (attualmente è a Tampa, in Florida), significherebbe limitarne l'efficacia; 3) Bruxelles, con le strutture della Nato, è il punto più logico per il suo impiego. La scelta alternativa, istituire un nuovo comando in Medio Oriente o nel Golfo Persico, è stata scartata perché «politicamente controversa», e perché il presidente Reagan mira già ad aprire basi militari su accordi bilate rali con singoli Paesi delle due aree. Il rapporto dello stato maggiore, che è ora sul tavolo del ministro Weinberger, after ma che la scelta di Bruxelles •consentirebbe di migliorare la programmazione, i sistemi logistici, la comunicazione e la celerità della forza di pron to intervento». Sostiene altre si che continuerebbe a far accettare all'Europa la realtà, ossia il principio che la difesa del Medio Oriente e del Golfo Persico è •vitale» ai suoi in te ressi. Infine, asserisce il rapporto, la scelta dimostrerebbe all'Urss che un conflitto me diorientale o nella zona del Golfo comporterebbe un con franto con la Nato. Già il ministro della Difesa di Carter, Brown, aveva so stenuto che il comando della Rdf doveva essere spostato dall'America in caso operati vo, e che il suo impiego doveva essere limitato «ai/a reotone del petrolio». Ma i capi di stato maggiore non avevano trovato l'accordo sul come attuare il cambiamento. Il generale Barrow, il comandante dei marines, aveva insistito per la scelta delle Hawaii. Ma le prime manovre all'estero della forza, quelle dello scorso dicembre in Egitto con 1500 uomini, hanno poi persuaso tutti che la sede ideale del comando era Bruxelles. A cosi breve distanza dalla proposta di installare in Europa la bomba al neutrone. questa di istituirvi il quartier generale dell'Rdf avrà probabilmente serie ripercussioni. E' il secondo sintomo, in una settimana, delle modifiche che Reagan intende imporre alla politica estera della superpotenza, nel contesto di un suo rafforzamento nei confronti dell'Urss. Le modifiche hanno allarmato l'ex ambasciatore a Mosca, Watson, nominato da Carter per il suo impegno di pace. Watson ha dichiarato alla televisione che «oli Stati Uniti e l'Unione Sovietica sono su una rotta di collisione». Il segretario di stato Haig, tuttavia, è deciso a sviluppare il dialogo con gli alleati su queste nuove basi. In un'intervista al Sunday Times di Londra, ha garantito «rapporti molto stretti» tra gli Stati Uniti e l'Europa. Ha precisato che Reagan intende abbandonare il sistema dei «vertici» annuali o semestrali adottato da Carter per «uno sviluppo più accentuato degli scambi d'informazione a tutti i livelli». Ha smentito che gli Stati Uniti si stiano preparando a un confronto con l'Urss. Ennio Caretta