Proposte pli per evitare i referendum sull'ergastolo e sui tribunali militari di Liliana Madeo

Proposte pli per evitare i referendum sull'ergastolo e sui tribunali militari Zanone annuncia che saranno presentate fra qualche giorno in Parlamento Proposte pli per evitare i referendum sull'ergastolo e sui tribunali militari Il segretario liberale: «La mancanza di un limite alla comminazione delle pene è un principio illiberale che va eliminato» - Un duro e immediato commento del radicale Rutelli ROMA — Uno sforzo per sfoltire il pacchetto delle richieste referendarie che in primavera saranno sottoposte all'elettorato viene compiuto dai liberali, e sta per essere rilanciato agli altri partiti. Valerio Zanone, segretario del pli, dice che entro pochi giorni presenterà due proposte di modifica dell'ordinamento dei tribunali militari e per l'abolizione dell'ergastolo. Ricorda che già alcuni anni fa il Parlamento discusse un testo di legge che prevedeva la scomparsa dal codice di questa pena: il Senato lo approvò, alla Camera poi rimase bloccato. Zanone precisa: «Stiamo studiando un ordinamento penale adeguato ai reati, ma più liberale. Non si tratta di abbassare il livello di difesa dello Stato rispetto ai grandi trasgressori della legge. La magistratura deve poter comminare pene proporzionate ai reati gravissimi, anche pene molto prolungate, ma non illimitate, non sottratte a un giudizio riformulato caso per caso. La mancanza di un limite è un principio illiberale. Questo limite va stabilito per legge, ed è un limite ai poteri dello Stato». L'iniziativa dei liberali, sottolinea Zanone, non vuole colpire il ricorso al referendum in sé, che «può essere uno stimolo per il legislatore». I problemi nascono, secondo il segretario del pli, quando si determina un •oltranzismo referendario, un ricorso eccessivo alla consultazione popolare», e perché da noi in occasioni simili «si rimescolano daccapo i massimi sistemi, ritirando fuori i grandi archetipi della coscienza collettiva»: allora i referendum diventano «un elemento che incrina il corretto funzionamento delle istituzioni». Davanti a questi pericoli, i liberali propongono: una nuova legge sui referendum, iniziative per attivare e migliorare il funzionamento del Parlamento. Mentre resta confermato il no del pli ai referendum abrogativi delle norme sull'ordine pubblico e sul porto d'armi, Zanone apre un capitolo a parte sul tema aborto. «La 194 — dice — è una legge imperfetta, ma rappresenta un punto di equilibrio. L'alternativa non è fra aborto o non aborto, ma fra aborto disciplinato da una legge e aborto riportato alla clandestinità. Per questo la legge va difesa, sia respingendo i due referendum sia facendola funzionare meglio». •Il nostro suggerimento — prosegue — è questo: miglioriamo l'informazione sessuale; adottiamo forme di surrogazione per le strutture pubbliche, dove gli interventi devono essere compiuti e dove l'obiezione di coscienza fa si che il personale sia scarso; salviamo gli obiettori, ma facciamo funzionare la legge; attuiamo quella sui consultori. Io condivido molto quello che le femministe hanno scritto su un muro a piazza del Pantheon: l'aborto è il più triste dei nostri diritti. Ma è un diritto». Alla proposta di Zanone è giunta una serie di indirette repliche. Il segretario del partito radicale Rutelli ha dichiarato: «i4 chi sta iniziando le grandi manovre per liquidare in Parlamento i referendum scampati alla falcidia della Corte Costituzionale, noi diciamo: giù le mani dai referendum!». Egli ricorda l'esperienza del '78, quando pei* evitare i referendum su legge manicomiale e commissione Inquirente, 11 Parlamento varò due leggi 'frettolose e sciatte». I due referendum sull'aborto, come possibile occasione di scontro frontale fra schieramento laico e cattolici in funzione antidemocristiana, hanno focalizzato l'attenzione di numerosi uomini politici. La difesa della legge, l'ammissione dell'Impossibilità di pensare a modificarla, il rifiuto a strumentalizzare il problema: lo hanno ribadito il re¬ pubblicano Mamml, il socialista Seppia ("Il pei si è sempre battuto, anche in occasione del referendum su divorzio, per attribuire ad esso un significato di isolamento della de. Sarebbe sorprendente che tale questione fosse posta oggi»), il socialdemocratico Paletti ('Difesa della legge e libertà di coscienza nel voto per i nostri militanti. Rifiuto di dar vita a una nuova crociata nei riguardi dei cattolici e della de»). Da parte democristiana: la de lascerà al suol iscritti piena libertà di coscienza e non prenderà iniziative In merito, e si impegna a evitare 11 clima di scontro politico che si ebbe al tempo del referendum sul divorzio.' Mobilitazione a favore del referendum promosso dal «Movimento per la vita»: è stata annunciata dall'Azione cattolica e dal Cif. Liliana Madeo

Persone citate: Paletti, Rutelli, Seppia, Valerio Zanone, Zanone

Luoghi citati: Roma