Il pilota automatico di Mario Pirani

Il pilota automatico E SCATTATA DI 11 PUNTI LA CONTINGENZA Il pilota automatico Solo pochi giorni or sono uno degli economisti pili lucidi della sinistra italiana, Paolo Sylos Labini, affermava che «se si va avanti in questo modo, con un pilota cosi automatico come la scala mobile, tanto vale che si indicizzi tutto al cento per cento e Lama, Camiti e Benvenuto si mettano a riposo». La conferma è prontamente venuta con lo scatto di 11 punti di contingenza che graveranno per 2800 miliardi sull'industria italiana e per più di 5000 miliardi sull'intero sistema economico. Tanto per dare un'idea di queste cifre ricorderemo, ad esempio, che il piano triennale per la rinascita del Mezzogiorno prevede una spesa di 10-12.000 miliardi e che, quindi, un paio di scatti trimestrali di scala mobile sottrarranno agli investimenti produttivi mezzi finanziari di simile ordine di grandezza. Se, poi, ipotizziamo un aumento del costo della vita del 20% nel corso dell'anno, a fine '81 conteremo su 49 o 50 punti di contingenza: un aggravio che supererà i 20.000 miliardi di lire. Come è stato più volte riconosciuto, e ultimamente anche dai sindacati, questo meccanismo agisce in modo perverso non solo perché incrementa l'inflazione ma anche perché, contemporaneamente, appiattisce i salari che tendono a diventare eguali, quale che sia la qualifica del lavoratore. Tavole rotonde, saggi economici, discorsi politici sono stati però finora dedicati invano all'argomento. Inascoltato Paolo Baffi, allora governatore della Banca d'Italia, dimostrò fin dal 1978 che la frequenza degli scatti «/o salire l'indice dei prezzi in due anni di una misura superiore di circa un terzo a quella che si avrebbe qualora l'adeguamento fosse annuale». Del resto l'assurda dinamica che lo regola è tale che ormai ad un incremento dello 0,39% del costo della vita scatta un punto intero di contingenza. Certo, questo fa si che l'Italia resti l'unico paese industriale dove dal '73 i salari reali seguitino ad aumentare, ma di contro la capacita competitiva delle nostre merci, nemmeno più sorretta da una favorevole congiuntura mo- netaria internazionale, decresce ogni giorno di più. Ed anche se, di tanto in tanto, il governo pare accorgersi che non basta affidarsi al nodo scorsoio — ora più largo, ora più stretto — della Banca Centrale, per rientrare dall'inflazione, questi restano propositi di breve momento. Tanto per memoria è del dicembre '79 l'invito alle parti sociali di rinegoziare la scala mobile, pena un intervento diretto del governo. L'invito, ripetuto anche altre volte, è restato lettera morta ma le convulse discussioni dell'ultima settimana su come affrontare la crisi che attanaglia il nostro sistema economico dimostrano come governo, sindacati e partiti seguitino a vagolare capziosamente attorno alle cause centrali dell'inflazione — spesa pubblica e scala mobile — senza volerle affrontare con la vigorosa coerenza che occorrerebbe. Il fatto è che, al di li* delle petizioni di principio, viviamo in un regime politico che si regge, secondo un compromesso non scritto, proprio sull'inflazione. Cosi mentre ministri, segretari di partito, boss clientelari di vario colore accampano, in barba ad ogni idea di programmazione, diritti di predominio sulle «loro» quote condominiali di spesa pubblica, si consente d'altra parte passivamente ai sindacati di sbarrare la strada obbligata di una revisione profonda della scala mobile. Mario Pirani La marcia della contingenza 1980 Mese Puntl Lire (lorde) Febbraio 8 19.200 Maggio 12 28.800 Agosto 8 19.200 Novembre 10 23.890 1981 Febbraio 11 26.279

Persone citate: Lama, Paolo Baffi, Paolo Sylos Labini

Luoghi citati: Italia