Per Bignami 17 mandati di cattura di Claudio Giacchino

Per Bignami 17 mandati di cattura Un funzionario della Digos li ha notificati al terrorista ricoverato in un reparto delle Molinette Per Bignami 17 mandati di cattura Il capo di Prima linea, che rifiutava di vedere i giornali, ha Setto attentamenTé T documenti che riassumono 4 anni di omicidi, attentati, ferimenti a lui attribuiti - Oggi sarà interrogato dal giudice - Si cerca in tutta la città la base di Maurice e dei suoi complici: due di essi sono stati identificati con quasi certezza - 11 commando ha rapinato altre gioiellerie nelle settimane scorse? • Un maniaco della violenza, un sanguinario forsennato. Era solito ripetere che l'importante è ammassare, anche a casaccio, che poi tanto una giustificazione la si trova sempre. Oppure, che in un attentato, per essere sicuri di fare le cose per bene, bisogna sempre sparare a cinque dita dalla nuca della vittima designata». Cosi alcuni militanti di Prima linea che, una volta arrestati hanno scelto la via del pentimento, descrivono Maurice Bignami. Adesso però che la lunga latitanza è finita, Maurice assomiglia a tutto fuorché ad un individuo feroce. Già in via Exilles, quando gli echi del furioso conflitto a fuoco con la polizia non s'erano ancora spenti interamente, il terrorista aveva smesso le maniere del bandito per preoccuparsi subito della ferita al piede destro. In questura aveva con insistenza lamentato: «Ho paura, portatemi in fretta all'ospedale, devo essere curato*. Svanito il timore dell'infezione, Bignami ora è calmo e gentile. Oli agenti che lo sorvegliano alle Molinette, i medici e gli infermieri che hanno a che fare con lui lo descrivono come una persona mite, educata, riservata. «Ha l'aspetto di un uomo sconfitto, ma non ancora rassegnato». Bignami è sempre costretto al letto, nella stanza numero 31 del reparto del prof. Cravero. Non ha chiesto di vedere i giornali né di ascoltare la radio, ha impegnato la giornata di ieri a leggersi con attenzione i mandati di cattura che lo riguardano. Un funzionario della Digos gliene ha recapitati in mattinata diciassette: sono carte che parlano di morti uccisi dalle pistole di PI, di ferimenti, di rapine. Reati, secondo la giustizia, commessi da Bignami un po' dappertutto in Italia, dal '77 a mercoledì scorso. •Bignami — racconta un infermiere — se li è letti e riletti con grande attenzione scuotendo ogni tanto il capo. Non ha però fatto alcun commento. Parla poco, il discorso più lungo è stato sul tempo, sul¬ l'eccezionale mitezza, sono parole sue, dell'inverno». Oggi il terrorista sarà interrogato dai sostituti procuratori Rinaudo e Bernardi e dai giudici istruttori Sandi. Caselli e Oriffey. Dalla prossima settimana per Maurice comincerà un vero e proprio «tour de force» con la giustizia: i magistrati di Milano, Napoli, Firenze, Roma, Bologna ed altre città faranno domande al terrorista su una serie impressionante di azioni delittuose. Come si comporterà Maurice? Gli investigatori non si fanno illusioni, si aspettano la rituale frase: 'Sonoprigioniero politico, appartenente a Prima linea». Impossibile prevedere se pure questo esponente dell'eversione accetterà di collaborare con i giudici. Alla Digos qualcuno lo spera: -Altri importanti nomi delle Bre PI — osservano — con sulle spalle assassina e violenze si sono pentiti. Viscardi, ad esempio, uno dei killers più spietati dei gruppi di fuoco piellini tra la sorprésa generale ha aiutato molto le indagini. La condotta che sta tenendo Maurice adesso potrebbe essere di buon auspicio». Le indagini, intanto, non hanno portato ad altri risultati. I quattro giovani che erano con Bignami in via Exilles sono scomparsi nel nulla. Due potrebbero essere Lucio Di Giacomo e Francesco D'Ursi, due piellini rinviati a giudizio per banda armata qualche settimana fa. Le loro foto so- no state mostrate al numerosi testimoni della rapina e della sparatoria dell'altro giorno. Soltanto qualcuno, ma senza' esserne sicuro, ha riconosciuto il Di Giacomo. Bignami, al momento dell'arresto, non aveva addosso nulla che possa compromettere i complici. Polizia e carabinieri ritengono comunque che Maurice fosse tornato a Torino da almeno un mese. Stanno cercando il suo nascondiglio in tutta la città, le ricerche si sono appuntate soprattutto nella zona di borgata Parella. •Maurice, con la sua esperienza ed il suo carisma di "primula rossa" di Prima linea — affermano alla Digos stava tentando di ricostituire le file dell'organizzazione che l'anno scorso eravamo riusciti a smantellare quasi completamente. Arduo sostenere che la rapina di via Exilles era una "legione di esproprio" che il capo teneva alle reclute. Tante vero che i compari di Bignami non si sono comportati come novellini, aprendo subito il fuoco contro la "volante". Hanno dimostrato decisione nella sparatoria anche se un rapinatore esperto si accorge se il rapinato ha dato l'allarme». Certe indecisioni ed ingenuità commesse dai terroristi all'interno dell'oreficeria di Giamberto Moretto hanno ricordato alla polizia l'imperizia dei tre banditi che il 29 gennaio avevano assaltato (bottino sui 60 milioni) la gioielleria di Italo Nora di via Clbrario97. •Attribuimmo quel colpo — dicono alla Mobile — a qualche gruppetto di drogati, ma adesso riesamineremo il caso, forse faremo un confronto tra Bignami e l'orefice di via Vibrano*. Maurice Bignami, ultimo leader di PI in libertà, è stato arrestato quasi un anno esatto dopo la cattura (19 febbraio) di Patrizio Peci e Rocco Micaletto (bloccati tra la folla del luna-park di piazza Vittorio). Una coincidenza curiosa: il carnevale evidentemente non porta buono ai grossi nomi del terrorismo. Claudio Giacchino

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Italia, Milano, Napoli, Roma, Torino