Montedison, qualche speranza
Montedison, qualche speranza Azienda e sindacati torneranno a incontrarsi lunedì da Foschi Montedison, qualche speranza L'ipotesi di mediazione poggia su quattro punti: ritiro dei licenziamenti; cassa integrazione; esodo «indolore» per dirigenti e impiegati; ricapitalizzazione - La Fulc conferma lo sciopero del 13 febbraio DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Tra Montedison e sindacati è iniziata la lunga trattativa. Il tavolo non è quello voluto dai sindacati, dove si discutono tutti i problemi della chimica, ma quello del ministro Foschi, dove si parla invece di cassa integrazione in alternativa agli 8350 licenziamenti annunciati da Foro Bonaparte. Ed è su questo stesso tavolo che, dopo la maratona di ieri notte, azienda e sindacati torneranno a incontrarsi lunedi. Per il giorno dopo la Fulc ha convocato, sempre a Roma, il coordinamento dei delegati del gruppo chimico per «discutere sul- l'andamento del negoziato» e decìdere sull'opportunità di allargare -le asiani di lotta». Da un punto di vista sindacale la trattativa non è facile e persino rovesciata rispetto alle posizioni iniziali. Il confronto avviene sotto lo spettro dei licenziamenti (le prime 1200 lettere di licenziamento dovrebbero diventare esecutive il 13 febbraio per essere seguite, nei giorni successivi, dalle altre 5100 già spedite da Foro Bonaparte) ma per allontanare quest'incubo governo e sindacati non hanno evitato pressione alcuna nei confronti di Schimberni e dei vertici Montedison: il primo annunciando per metà, mese la presentazione di un pianostralcio per la chimica; il secondo, per bocca dei massimi leader, una serie di scioperi a catena in tutti i settori dell'industria. Ed è anche per questo che la trattativa, l'altra notte, è stata sospesa al ministero del Lavoro: pei* dar modo alla segreteria della Fulc di partecipare al mini-vertice sindacale (di cui parliamo a fianco) in cui è stata anche esaminata la «vertema Montedison*. n fatto però che lo sciopero generale è parzialmente rientrato fa ritenere che per la vertenza si intraveda qualche speranza. In vista di questa riunione e del prossimo incontro, i giudizi dei sindacalisti erano ieri improntati alla massima cautela. Il segretario della Fulc Sciavi, sottolineando il «carattere tecnico» dell'ultima tornata di riunioni, ha detto che 'finora non si è parlato di cassa integrazione*. Il sindacato, ha precisato Sciavi, è «comunque contrario ad un ricorso alla cassa integrazione generalizzata*. Ugualmente cauto il giudizio di Warter Galbusera, segretario generale dei chimici TJil. «Ci sono ancora molti problemi — ha detto — tuttavia il sindacato esclude il ricorso alla cassa integrazione specie nelle fabbriche localizzate al Sud*. Per quanto riguarda invece «la mobilità esterna e il prepensionamento* ne «é inimmaginabile l'attuazione*. Tuttavia—ha precisato Galbusera — la prossima settimana ".vedremo quali saranno le proposte*. Il segretario dei chimici Uil ha tuttavia riconfermato le decisioni già definite dalla segreteria della Fulc che prevedono 8 ore di sciopero settimanali di tutti i lavoratori Montedison e almeno 4 ore di fermata generale di tutti i lavoratori chimici il 13 febbraio, giorno in cui scatterà la procedura dei licenziamenti per i primi 6000 operai del gruppo, sugli 8350 previsti per il 1981, ai quali dovrebbero aggiungersene altri 1038 nel prossi¬ mo anno. E questo, secondo i sindacati, è un punto chiave: perché se sono chiare le ragioni finanziarie di questi tagli (ogni operaio costa in media 20 milioni l'anno; un taglio di 10 mila persone fa risparmiare 200 miliardi l'anno), per niente affatto chiare, secondo la Fulc, sono le ragioni industriali addotte da Foro Bonaparte. La Fulc sostiene infatti che anche se il gruppo chimico riuscisse a tagliare di colpo l'occupazione, dopo non sarebbe affatto in grado di far funzionare gli impianti. Su questo punto è d'accordo anche il ministro Foschi («Jo non tratto licenziamenti*. ha detto l'altra notte) che, in alternativa ai tagli, ha proposto quattro punti su cui le parti dovranno meditare pri- ma dell'incontro di lunedi. I punti sono questi: 1 Revoca da parte della Montedison delle procedure di licenziamento, che dovrebbero scattare appunto il 13 febbraio. Scassa integrazione straordinaria e pre-pensionamenti per gli oltre seimila operai a cui sono già state spedite le «lettere», senza escludere l'ipotesi di sistemare in altre imprese, attraverso la mobilità esterna, i dipendenti considerati «esuberanti». 3per circa 700 impiegati e 120 dirigenti, che non possono usufruire della cassa integrazione, verrà studiato il modo di sistemarli adeguatamente o di farli uscire in maniera «indolore». 4Entro metà mese Pandolf i e De Michelis presentano il piano chimico, che prevede immediati stanziamenti per la Montedison. In altre parole il gruppo chimico verrebbe «ricapitalizzato» attraverso la Sogam, la finanziaria che raggruppa le azioni pubbliche. Non si esclude neppure l'ipotesi di un prestito obbligazionario, che lo Stato sovvenzionerebbe con la legge «675». Sempre che la Montedison accetti di ritirare i licenziamenti.
Persone citate: Bonaparte, De Michelis, Galbusera, Schimberni
Luoghi citati: Roma
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