Tensione al processo contro un legale accusato di avere favorito i terroristi di Vincenzo Tessandori

Tensione al processo contro un legale accusato di avere favorito i terroristi A La Spezia braccio di ferro tra difensori, imputati e i giudici Tensione al processo contro un legale accusato di avere favorito i terroristi Gabriele Fuga è il primo avvocato ad essere processato per banda armata - Con lui tre appartenenti ad Azione rivoluzionaria devono essere giudicati per oltraggio a un magistrato DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LA SPEZIA — Processo a presunti terroristi e ad un legale: cosi al tribunale di La Spezia si è vissuto per un giorno in un'atmosfera cupa con controlli perquisizioni e schedature finora qui sconosciuti. La vita nel Palazzo di Giustizia è parsa bloccarsi, alle 11,30. In un'ora e mezzo erano stati liquidati dieci processi, per il dibattimento ai presunti terroristi si è andati avanti fino alle 20, si riprenderà giovedì prossimo. Alla sbarra Vito Messana, Horst Fantazzini, Enrico Pagherà «politici» o politicizzati; l'avvocato milanese Gabriele Fuga, il primo legale ad essere processato fra quelli accusati di partecipazione a banda armata. Stavolta le accuse erano minori: oltraggio e minacce a un magistrato. La sentenza appariva scontata, ma il dibattimento si e bloccato dopo momenti di tensione seguiti ad un lungo braccio di ferro fra difesa e tribunale prima e fra imputati e giudici poi. Pagherà che ha sottoscritto il biglietto inviato al magistrato e che ora accusa i compagni e ha coinvolto Fuga non è in aula. Prima il tribunale ha accolto un'eccezione sollevata dai difensori Francesco Plscopo e Giuliano Spazzali e stralcia la posizione di Fuga perché il legale non era stato interrogato in istruttoria. Quindi il dibattimento ha vissuto altri momenti discutibili: dagli imputati è stata chiesta una sospensione per potersi incontrare e concordare la linea di difesa: richiesta respinta; quindi è stato invocato un confronto con il «pentito» Pagherà: respinto; infine revoca dei difensori e nomina dell'avvocato Mauro Gianardi a patrono d'ufficio. L'avvocato, subito minacciato, ha chiesto «cospicui» termini a difesa. Per cinque giorni studierà le carte. Un processo dunque in apparenza di scarsa importanza. Semplice il fatto. Quattro detenuti scrivono una lettera di protesta al presidente della Corte d'assise di Livorno, dott. Giorgio Monteverde, perché non ha concesso un colloquio alla donna di uno di loro. «Non è facile superare il ribrezzo e la ripugnanza che ci suscita il contatto con te», è l'esordio. Fra i sottoscrittori Vito Messana e Angelo Monaco sono militanti di Azione Rivoluzionaria, gruppo anarco-marxista responsabile tra l'altro del ferimento del giornalista Nino Ferrerò dell'Unita di Torino e dell'attentato dinamitardo allo stabilimento de La Stampa. Il terzo del gruppo è Horst Fantazzini. politicizzato in carcere, già condannato a 48 anni per reati vari: poi c'è Enrico Pagherà, genovese, trascorsi discutibili e amicizie ancor più inquietanti. Si dice che abbia anch'egli militato in AR ma oggi si trova nello stato di «terrorista pentito». Ha accusato molta gente, compiuto con gli uomini dell'antiguerriglia un lungo giro attraverso l'Italia alla ricerca' dei luoghi e delle persone secondo lui legati all'organizzazione terroristica. I suoi racconti sono stati fondamentali anche per l'arresto dell'avvocato milanese Gabnele Fuga, accusato di partecipazione a banda armata. Già a Lucca due anni or sono Pagherà, arrestato con altri cinque giovani, aveva coinvolto i compagni in un'inchiesta per terrorismo conclusa con il rinvio a giudizio del gruppo davanti alla corte d'assise per partecipazione a banda armata. Difeso allora dall'avvocato, il «pentito» non si presentò al dibattimento. La sentenza fu di assoluzione collettiva. Neppure ieri è venuto in aula a sostenere le accuse contro l'antico difensore. Quindi un personaggio che non lascia sereni. Il suo nome compare nella cronaca del terrorismo per la prima volta, quando evaso dal carcere di Bologna e arrestato in Toscana, gli trovano in tasca una cartina assai dettagliata con le indicazioni per raggiungere un campo palestinese di addestramento alla guerriglia in Libano, presso il confine siriano. Le indicazioni per quel documento gli erano state regalate da Ronald Stark, detto l'amerikano. conosciuto dall'Fbi come spacciatore di droga, denunciato dal distretto settentrionale di giustizia della California per aver diretto un laboratorio per la produzione di Lsd, fuggito in Europa nel '71 per evitare le manette e finito dietro le sbarre in Italia, ufficialmente per spaccio di droga. Ricoverato all'ospedale fiorentino di Capeggi perché, si assicurò, colpito da una grave forma di infarto, dimostrò una ripresa incredibile. Lo si vuole uomo della Cia e forse il mestiere di spia è la sua vera vocazione. Cosa certa, in carcere si era dato molto da fare per cercare contatti con detenuti rpolitici». Cosi sulle sue dichiarazioni scattano manette e ordini di cattura. Chi ha avuto rapporti con lui è bruciato: mandò in carcere anche la fidanzata. Racconta tante verità. Per esempio afferma di aver dato lui a Fuga la lettera con le minacce al magistrato nel carcere di Firenze. Ha dichiarato a verbale: «Consegnai all'avvocato Fuga una lettera recante anche i nominativi di Fantazzini, del Monaco e del Messana che era stata scritta a Trani e che avevo portato a Firenze, chiedendo allo stesso di spedirla al presidente della corte d'assise di Livorno». Il legale nega non solo di aver mai avuto fra le mani lo scritto ma anche di aver avuto colloqui fiorentini con il «terrorista pentito». Vincenzo Tessandori