Università: intralci, ritardi e manovre sulla via dei nuovi docenti «associati» di Marco Tosatti
Università: intralci, ritardi e manovre sulla via dei nuovi docenti «associati» Accuse dei sindacati sui «giudizi di idoneità», che dovrebbero svolgersi tra poco Università: intralci, ritardi e manovre sulla via dei nuovi docenti «associati» ROMA — Ancora difficoltà per gli «associati», la fascia di professori universitari a metà strada fra il gradino più alto, quello degli «ordinari», e i «ricercatori», ex-precari. Il bando con le norme per i giudizi di idoneità, passo necessario all'ingresso nella categoria, è uscito tardi; e in più, sostengono i sindacati, si stanno svolgendo manovre di ogni tipo contro questa fascia di docenti. I «baroni», secondo l'accusa, ne sarebbero responsabili; e si teme una decimazione indiscriminata non appena i giudizi di idoneità prenderanno 11 via. 'Ma le autorità accademiche devono stare attente — ammonisce Sebastiano Tataro, della Cisl-università —. Se i giudizi si svolgono in questo modo, un'alternativa c'è: chiederemo i'ope legis». Cioè l'immissione in ruolo, senza esami o verifiche per gli aspiranti, in base al servizio prestato. I giudizi dovranno incominciare fra poco, ma c'è un altro problema: il bando di concorso ha «dimenticato» alcune materie. E cosi in questi gior ni al ministero della Pubblica Istruzione arrivano parecchie lettere di «incaricati» in discipline che sulla Gazzetta ufficiale non esistono. •£ ' la disorganizzazione totale delle strutture amministrative centrali» dice Pino Abbiati, della Cgil-universltà. Ma c'è chi ve¬ de in questa dimenticanza un tentativo di ritardare tutte le procedure, e quindi rendere problematico, forse impossibile, l'inquadramento in ruolo dei neo associati a partire dal prossimo anno accademico 1981-1982. In questo modo la situazione attuale resterebbe più o meno cristallizzata ancora per due anni, fino all'autunno dell'82. Un'altra manovra è stata bloccata nei giorni scorsi dal ministero. I consigli di amministrazione di alcune facoltà di medicina avevano deciso, in base a propria delibera, che tutti i medici interni potevano divenire «ricercatori», anche se non c'era assunzione formale per il periodo indicato dal bando di concorso. «In questo modo — dice Pino Abbiati — alcune facoltà cercavano dì approfittarne, inserendo nuovi ricercatori, equiparandoli agli assistenti e facendo restrizioni invece per quel che riguardava gli associati». A Medicina le resistenze contro gli associati sono particolarmente forti, secondo le fonti sindacali; c'è fra l'altro il tentativo di negare loro il diritto all'insegnamento, utilizzandoli per compiti di assistenza. Il ministero è intervenuto due giorni orsono nel •caso» dei ricercatori, stabilendo che le delibere dei consigli di amministrazione, ove non siano comprovate da atti ufficiali, non sono valide per l'idoneità a ricercatore. Se la manovra fosse passata, ci sarebbe stato un numero di ri- corsi enorme in tutta Italia; già ora circa duemila aspiranti vedranno invalidata la propria posizione dal chiarimento ministeriale. Il numero globale dei ricercatori, comunque, contrariamente alle previsioni catastrofiche che molti andavano facendo ai tempi dell'approvazione dei decreti delegati, sarà inferiore, e di' parecchio, ai quindicimila previsti dalla legge. Un ultimo problema riguarda l'inquadramento in ruolo dei circa tremila ordinari usciti dai concorsi dei mesi scorsi. Il ministero non ha ancora emanato la circolare applicativa di una legge, la 382, relativa all'inquadramento dei docenti; questo per consentire a un ristretto numero di professori, che stanno per arrivare al sedicesimo anno di anzianità di «agganciarsi» alle retribuzioni della dirigenza statale, secondo la vecchia normativa. Una percentuale minima di professori matura nell'anno accademico '80-81 il sedicesimo anno. Se la circolare venisse emanata, la norma sull'agganciamento cadrebbe. «La Corte dei Conti sostiene la necessità di emanare la circolare — ha detto Pino Abbiati — e anche noi, come Cgil, siamo su questa posizione. Il ministero deve procedere all'inquadramento dei docenti». Marco Tosatti
Persone citate: Pino Abbiati, Sebastiano Tataro
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