Berlinguer criticato nel pci per gli attacchi ai socialisti
Berlinguer criticato nel pci per gli attacchi ai socialisti Il segretario in minoranza alla direzione comunista Berlinguer criticato nel pci per gli attacchi ai socialisti Richiami di Chiaromonte, Napolitano, Macaluso e Ingrao - «In pericolo i rapporti con la sinistra» - «Non si può dire sempre no al governo» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Per la sua aspra linea anti-Craxi e per le critiche, sempre più intransigenti, al governo Forlani, Berlinguer è stato messo duramente sotto accusa, giovedì alla direzione del pei, dal cosi detto «gruppo meridionale»: Chiaromonte, Napolitano, Macaluso. Durante il dibattito, la politica del segretario del pei si sarebbe trovata più volte in minoranza, perché anche gli ingraiani gli avrebbero rivolto critiche severe. 'Non è sta. ta una direzione tranquilla, a un certo punto si è scatenata una vera e propria bagarre», ha dichiarato negli ambulacri di Montecitorio, ieri, a giochi fatti, un esponente comunista di primo piano. La critica di Napolitano (responsabile dell'organizzazione del partito), di Chiaromonte (capo della sezione economica) e Macaluso (capo del settore agricoltura) è partita da lontano: dal discorso che Berlinguer ha tenuto al Palasport due domeniche or sono per il sessantesimo anniversario della fondazione del pei. I tre autorevoli esponenti comunisti (ma, si dice, soprattutto Napolitano) hanno attaccato il segretario per la battaglia, tanto intransigente quanto sterile, portata avanti contro l'attuale «leadership» del psi. Se i rapporti nella sinistra sono a pezzi, sarebbe stato detto, la colpa è anche nostra, che non facciamo niente per mettere assieme i cocci; anzi, 'Stiamo facendo di tutto per frantumarli». Chiaromonte avrebbe criticato anche la mozione del pei contro le ultime misure creditizie del governo che hanno visto lo scontro tra Andreatta e La Malfa. L'esponente comunista avrebbe chiesto al partito, ed al suo segretario, di non farsi avanti solo con osservazioni demolitrici. E' stata, in sostanza, disapprovata la scelta di una opposizione troppo rigida, in un momento cosi difficile per la situazione economica del Paese. Secondo i contestatori di Berlinguer, non si può dire sempre di «no» a tutte le iniziative dei partiti di governo; il pei deve far sentire la sua voce di opposizione costruttiva direttamente, ed anche attraverso l'azione del sindacato; altrimenti, c'è il rischio dell'isolamento, o di rimanere tagliati fuori dal dibattito politico che davvero conta nel Paese. Su questi temi, ed in particolare quelli della politica economica, che ha visto quasi tutti 1 partiti e i sindacati una volta tanto uniti contro le misure di Andreatta, «é possibile», sarebbe stato detto ieri in direzione, 'trovare convergenze con i socialisti». •Proprio da questi punti — avreb¬ bero precisato alcuni oratori — dovrebbe partire un discorso nuovo con tutto il psi, evitando risse e polemiche». In altre parole, il «gruppo meridionale» avrebbe espresso questa opinione: 'Non è necessario tornare alla politica protesa a raccogliere i voti nell'orto del vicino». i berlingueriani, e tra questi in particolare Natta, hanno reagito con calma ma con determinazione e fermezza. Sostengono che «non si può dare nessun credito e nessuna tregua a questo governo. Una polìtica interlocutoria, di attesa, non si concilia con la svolta per una alternativa democratica». Natta avrebbe aggiunto: Se dovessimo appiattirci su formule di compromesso, rischieremmo di tarpare tutto l'entusiasmo che sta salendo dalla base del partito per la nostra svolta anti-dc e antigoverno». Tra i due «fronti», Tortorella ed altri esponenti hanno condotto una paziente quanto proficua opera di mediazione. Molti angoli, alla fine, sono stati smussati. Ma la tensione tra le due linee rima-
Luoghi citati: Chiaromonte, Roma
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