Montedison, accordo possibile

Montedison, accordo possibile Azienda e sindacati dal ministro del Lavoro Foschi Montedison, accordo possibile Discussa un'ipotesi di intesa: revoca dei licenziamenti, cassa integrazione, esodo «indolore» per impiegati e dirigenti - Un piano di finanziamento del gruppo DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Procede a piccoli passi la mediazione del governo nella vertenza Montedison che mette in pericolo più di ottomila posti di lavoro. Il terreno degli incontri, il terzo della serie, si è spostato al ministero del Lavoro e ieri sera Foschi ha aperto il nuovo giro di consultazioni ricevendo separatamente le delegazioni della società di Poro Bonaparte e dei sindacati. Il ministro non ha però dubbi: «Io non tratto licenziamenti». Il dibattito ha fatto perno per ore sulla eventualità di incanalare la trattativa su basi concrete attraverso la revoca dei licenziamenti ed il ricorso a strumenti alternativi come la cassa integrazione o la mobilità esterna. Ecco, in dettaglio, i punti salienti di questa ipotesi, dibattuta ieri fino a tarda notte. ■I Revoca da parte della Montedison delle procedure dei licenziamenti, che dovrebbero cominciare ad essere operative a partire dal 13 febbraio. O Cassa integrazione straordinaria e procedure di prepensionamento per gli oltre seimila operai, senza neppure escludere la possibilità di sistemare in altre aziende il numero esuberante di dipendenti. O Per i circa 700 impiegati ** ed i 120 dirigenti, che non possono usuif ruire della cassa integrazione, verrebbe studiato il modo di sistemarli adeguatamente o di farli uscire in maniera indolore. A Al tempo stesso, il piano di ristrutturazione per il settore chimico che sarà presentato entro il 15 febbraio, fisserebbe immediati stanziamenti per la Montedison. In sostanza il gruppo verrebbe ricapitalizzato, per mano della Sogam, la società per la gestione della partecipazione azionaria pubblica nella Montedison. n rninistro del Lavoro nei due incontri separati avrebbe avuto segnali positivi ad insi¬ stere nella mediazione, al punto che si è anche profilata l'eventualità di proseguire la trattativa a tavoli congiunti per tutta la notte. La stretta finale della mediazione dovrebbe comunque aversi in una successiva riunione, anche perché la delegazione Montedison era composta prevalentemente da tecnici e mancava del presidente Schimberni, al quale spetta l'ultima parola. Diverso, invece, lo spirito con il quale si sono presentati i sindacati. A sottolineare il significato «politico» dell'incontro era la presenza nella delegazione del segretario della Cgil, Lama. D'altro canto, però, erano assenti gli altri ministri interessati alla vertenza (Pandolfi, De Michelis e La Malfa). Cosi questo terzo incontro per forza di cose ha assunto un carattere prevalentemente tecnico. I rappresentanti della Montedison, ha riferito un loro portavoce, si sono limitati ad esporre a Foschi la situazione stabilimento per stabilimento, insieme alle ragioni che spingono il gruppo a chiedere i licenziamenti. I sindacati, da parte loro, avrebbero continuato a mostrare perplessità sulla cassa integrazione, che a loro giudizio non risolverebbe la crisi occupazionale.

Persone citate: Bonaparte, De Michelis, Foschi, La Malfa, Lama, Pandolfi, Schimberni

Luoghi citati: Roma