Israeliani scontenti degli Usa di Reagan di Giorgio Romano
Israeliani scontenti degli Usa di Reagan Per le «ambiguità» sul M.O. Israeliani scontenti degli Usa di Reagan NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Naftali Lavie, ha contestato le recenti dichiarazioni alla stampa del presidente Reagan, secondo le quali gl'insediamenti ebraici in Giudea e Samaria, pur non essendo illegali, hanno un carattere 'provocatorio». Il portavoce ha precisato che i tre nuovi centri di colonizzazione vengono fondati nel quadro dei dieci insediamenti progettati da tempo, di cui il premier aveva dato l'annuncio fin dalla primavera scorsa. Riferendosi a un'altra dichiarazione del presidente americano e del segretario alla Difesa, Weinberger, il portavoce ha sostenuto poi che Israele non ha mai chiesto che soldati americani vengano in sua difesa, mentre ha ripetutamente affermato di essere pronto a mettere a disposizione degli Stati Uniti installazioni che consentirebbero di rafforzare il dispositivo strategico americano nella regione. Il tema era stato dibattuto anche recentemente in occasione delle visite del generale David Jones, capo di Stato Maggiore Usa, ma Washington ha sempre ignorato le proposte israeliane specialmente per quanto riguarda gli aeroporti del Sinai. Le precisazioni del ministero degli Esteri sono state fatte dopo che la stampa aveva commentato per due giorni le dichiarazioni di Reagan al New York Times e ad altri giornali. I ripetuti accenni all'imparzialità e all'equidistanza americane nei confronti delle parti nel Medio Oriente sono stati giudicati polemicamente, ricordando le promesse di Reagan durante la campagna elettorale: queste facevano sperare agli israeliani che il presidente Usa assumesse una posizione più ferma nei riguardi dei palestinesi e ripetesse quanto aveva sostenuto circa l'Olp, «organizzazione terroristica con la quale non vogliamo trattare perché non riconosce l'esistenza d'Israele come Stato». Uno dei problemi che preoccupa particolarmente Israele nell'ora attuale è quello della trattativa di Washington per la cessione all'Arabia Saudita di 62 bombardieri F-15 e di pezzi di ricambio. Giorgio Romano
Persone citate: David Jones, Reagan, Weinberger
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