Sparati oltre 130 colpi di mitra e pistola Crivellate dai proiettili quattordici auto

Sparati oltre 130 colpi di mitra e pistola Crivellate dai proiettili quattordici auto Raggiunta al volto una donna ferma sulla sua «127» al semaforo di via Salbertrand Sparati oltre 130 colpi di mitra e pistola Crivellate dai proiettili quattordici auto La drammatica fuga dei banditi: corrono verso via Crevacuore dove li attende una «128» con un complice - Un camion sbarra la strada - Tutti perdono la testa, succede il finimondo - La gente ha tentato di linciare l'arrestato Via radio, dalla centrale, sono state inviate due volanti. La prima, in servizio nei pressi di via Exilles, è arrivata davanti alla gioielleria due minuti dopo. Ma nel frattempo succede un altro episodio. Due passanti, dai vetri dell'oreficeria, intravedono quanto sta accadendo. Vengono affrontati dai complici dei banditi che controllavano sul marciapiede l'azione. I passanti sono minacciati con le armi, spinti dentro il negozio, gettati a loro volta a terra, nel retro. Il tutto si svolge in pochi attimi, ma i banditi perdono tempo prezioso e gli agenti della prima volante giungono in via Exilles. I rapinatori (sono quattro in quel momento) escono dal negozio proprio mentre l'auto della polizia si sta fermando, al centro della strada. Tutto pare tranquillo, dieci metri più avanti, sulla destra, c'è una bocciofila dove una ventina di pensionati stanno giocando. Davanti all'oreficeria c'è un albergo: al bar una decina di persone parlano, ridono, discutono. E, all'improvviso, l'inferno. I banditi sparano: tre con le pistole, uno con un mitra (uno Sten). Gli agenti fanno in tempo a scendere dalla volante e gettarsi a terra. Rispondono al fuoco. I banditi corrono verso via Crevacuore dove li attende un complice al vo- lants di una 128. Stanno per raggiungerla quando uno è colpito ad una gamba. Cade, i complici lo abbandonano. Salgono sulla vettura, continuando ad esplodere colpi all'impazzata. In quel momento da via Crevacuore sbuca un camion. Il conducente, terrorizzato, frena, scende, scappa. Blocca cosi la strada, impedendo alla 128 di fuggire. Frattanto sopraggiunge la seconda volante. E' un crepitio di colpi. La folla urla, fugge; a terra, in mezzo alla strada, c'è il bandito ferito con accanto il mitra e due caricatori. Un agente gli apre il loden verde e scopre che indossa un giubbotto antiproiettile. I banditi si vedono persi, bloccano una 124 alla cui guida c'è il muratore Salvatore Ferrara, 40 anni. E' con un amico, anche lui muratore, Andrea Delfino, 51. Disoccupati, stanno andando da un amico per cercare lavoro. Diranno poi: «Ci siamo visti circondati da uomini, il volto atterrito, le pistole in pugno. Abbiamo pensato ad uno scherzo. Ma quelli non scherzavano, ci hanno gettati giù e sono scappati con la nostra auto». Gli agenti si gettano addosso alla vettura, uno rischia di essere travolto. T banditi sparano ancora, mentre fuggono in via Crevacuore, sempre inseguiti dai poliziotti. Verranno poi raccolti circa 130 bossoli. Le auto crivellate dai colpi lungo il percorso sono state 14. Due isolati più avanti, in via Crevacuore angolo via Salbertrand, Elda Fortunato. 47 anni, Beinasco, è ferma al semaforo, alla guida della sua 127. Ha raccontato: « Ho sentito alcuni spari e un forte bruciore alla guancia destra. Mi sono sfiorata con la mano, perdevo sangue». Un proiettile aveva trapassato il vetro del finestrino, fermandosi nello zigomo. Anche un'altra donna ha sfiorato la morte. E' Giacomina Gasparro, 52 anni, abita al secondo piano di corso Telesio 88. era sola in casa: -Ho sentito alcuni colpi secchi, ho pensato a petardi. Un proiettile ha bucato il vetro della porta della cucina che si affaccia sul balcone, mi ha sfiorata e si conficcato nel muro». Subito dopo la cattura l'arrestato viene sottratto a stento ad una folla inferocita. Il bandito ferito viene portato alle Molinette. Guarirà in 20 giorni per una ferita al piede destro. Non parla. Ha una carta d'identità intestata a Gianni Biavati, 30 anni, da Milano. Ma il documento è falso, e falso, dicono in questura, il suo nome. In ospedale sono accompagnati gli altri feriti, i due orefici (contusioni al volto, 8 giorni di guarigione) e Elda Fortunato. E' ricoverata al Martini, guarirà in 20 giorni. sedia a rotelle, il presunto terrorista è stato portato al reparto «Terapia intensiva». E' stata liberata in tutta fretta una camera. Un agente della Digos ha calato la tapparella e si è portato via la manovella per impedire a chiunque di riaprirla. Agenti armati di mitra e muniti di giubbotto antiproiettile sono stati messi davanti alla camera, all'ingresso del reparto e, anche, davanti all'ingresso carraio del pronto soccorso. Pare che i poliziotti abbiano riconosciuto nel bandito ferito Maurice Bignami. Ad un poliziotto che gli chiedeva particolari sulla rapina, Bignami ha risposto: «Afa lasciami in pace». Nuovamente il poliziotto: «Avanti tanto lo sappiamo chi sei». «Se lo sapete — ha risposto Bignami — perché continuate a rompermi?». , i i in immilli imm Servizi di: Ezio Mascarlno, Franco Bagolato, Alvaro GUI, Giuliano Dolllnl e Beppe Mlnello

Luoghi citati: Beinasco, Milano