Per il crack di Sindone. 4 banchieri sono «deferiti» alla magistratura di Sandra Bonsanti

Per il crack di Sindone. 4 banchieri sono «deferiti» alla magistratura Dopo un drammatico" confronto alla Commissione parlamentare Per il crack di Sindone. 4 banchieri sono «deferiti» alla magistratura Ventriglia, Barone, Puddu e Fignon forse imputabili di falsa testimonianza ROMA — Alle cinque in punto un grido perentorio attraversa il lungo corridoio al terzo piano di palazzo San Macuto: «Tutti e quattro dentro!». Quattro signori vestiti di grigio si avviano verso l'aula dove è riunita la commissione Sindona. Giambattista Fignon, Ferdinando Ventriglia, Mario Barone e Pier Luciano Puddu, protagonisti degli ultimi tentativi di salvataggio del finanziere di Patti, ex dirigenti del Banco di Roma, entrano a testa bassa per uno scomodo appuntamento: un confronto faccia a faccia, deciso dai 40 commissari, perplessi per le troppe contraddizioni, le versioni opposte, i «non ricordo», il palleggio di responsabilità dei quali i quattro banchieri avevano riempito le loro testimonianze. Alle otto e mezzo di ieri sera, quando la seduta è finita, nessuno dei quattro si era scostato dalla sua «verità», e il mistero sul famoso elenco dei 500 esportatori di valuta era, per i commissari, sempre più fitto. Cosi è stato deciso, con una procedura del tutto nuova, di mandare il verbale del «confronto» alla Magistratura perché decida se sono stati commessi i reati di falsa testimonianza e di reticenza e se sia il caso di incriminarli. Sonò entrati nella sala dei commissari con trepidazione: per la prima volta nella storia del Parlamento, una commissione inquirente aveva votato la possibilità di «fermare» i testimoni reticenti o falsi. Un voto sofferto, passato nella riunione della mattina, durante il quale i commissari democristiani avevano lasciato l'aula, contrari, per principio, al potere di fermo. Ma per nessuno del quattro importanti testimoni può scattare la misura limitativa della libertà. I democristiani, infatti, si erano fatti sostenitori, appena approvato il «fermo», della tesi che esso non può essere applicato a quei testi che sono già stati incriminati dalla magistratura ordinaria per gli stessi reati o reati connessi. Sia Ventriglia (ex presidente del Banco di Roma) che ìiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiii Puddu (direttore generale del Banco), che Barone (amministratore delegato), che Fignon (rappresentante del Banco presso le banche di Sindona) si trovano in questa condizione. La discussione sulla procedura da adottare è stata lunga e tesa: alla fine i commissari democristiani hanno accettato una proposta mediatrice del pei. In sostanza è stato stabilito che, non potendo arrestare i protagonisti del confronto colpevoli di falsa testimonianza, verrebbe emesso nei loro riguardi «una pubblica comunicazione di falsità» e redatto un verbale che sarebbe immediatamente trasmesso all'autorità giudiziaria. Superati gli scogli procedurali, la commissione ha affrontato subito i quattro testimoni. L'argomento su cui sono stati chiamati a testimoniare è fra i più delicati: qualcuno prolungò 1'.agonia, delle banche di Sindona per dar modo a 500 «superclienti», i cui nomi erano elencati nel celebre «tabulato», di salvare i propri «risparmi» trasferendoli all'estero? Chi ebbe tra le mani il «tabulato» e dove è finito? L'episodio al centro dell'incontro avvenne il 28 agosto del '74. Quel giorno in una sala della Banca d'Italia avvenne una riunione importante della quale esiste anche un verbale, nel corso della quale Ventriglia accennò per la prima volta all'elenco dei «500». Si trattava di «rimborsare» 37 milioni di dollari alla Flnabank di Ginevra e altro denaro all'Istituto Opere di Religione. Erano i dollari dei 500 esportatori clandestini. Ieri i quattro del Banco di Roma hanno dovuto confermare che, finita la riunione, alla quale era presente il go- vernatore Guido Carli, parti un telex col quale il Banco di Roma autorizzava la Banca Privata Italiana al pagamento di quella montagna di dollari. Ma su altri punti ieri lo scontro è stato immediato. Primo punto: Puddu ha detto che la riunione ufficiale fu preceduta da una «riservata» nella quale Carli e Ventriglia esaminarono il «tabulato» arrivato alla Banca d'Italia nella borsa dello stesso Puddu. Stabilirono poi che esso era «ininfluente» nella decisione che dovevano prendere. Ventriglia ha negato recisamente. Secondo punto di discordia: dove è finito il tabulato? Ha detto Puddu: «Tornati al Banco di Roma chiesi a Ventriglia che farne. Mi disse di darlo a Barone. Lo misi in una busta, la chiusi e la detti a Barone». Ha detto Ventriglia: «Dissi a Puddu di passarlo all'ufficio Esteri del Banco». Ha detto Barone: «Non ho avuto niente». E su questo mistero dei 500 esportatori clandestini la riunione della commissione Sindona ha visto momenti drammatici. Sandra Bonsanti

Luoghi citati: Ginevra, Patti, Roma