Il settore sanitario è nel caos dopo l'aumento ai medici Saub di Gian Carlo Fossi

Il settore sanitario è nel caos dopo l'aumento ai medici Saub Pericolose rincorse retributive e minacce di scioperi Il settore sanitario è nel caos dopo l'aumento ai medici Saub La Cgil ha chiesto la denuncia del contratto dei 600 mila paramedici - La Cisl: «Accordo unico a favore del personale delle Unità sanitarie locali» ROMA — I miglioramenti economici concessi nei giorni scorsi ai «medici di famiglia» hanno scatenato il caos nell'intero settore sanitario, con pericolose rincorse retributive e la minaccia di pesanti scioperi negli ospedali, negli ambulatori, nelle Unità sanitarie locali. Mentre ieri 11 ministro della Sanità, Aniasi, stava proseguendo la sua difficile mediazione nella vertenza dei medici ospedalieri ed ambulatoriali (un altro incontro, forse conclusivo, è stato fissato per il 12 febbraio) inaspritasi proprio in seguito al favorevole accordo raggiunto per i «medici di famiglia», la Federazione della Funzione Pubblica della Cgil ha chiesto la denuncia del contratto di lavoro dei 600.000 lavoratori paramedici della Sanità e l'immediata apertura delle trattative per un rinnovo che 'Corrisponda alle mutate esigenze contrattuali». Anche la federazione ospedalieri della Cisl, nettamente contraria all'«intesa disgregante*, ha sollecitato l'urgente avvio di negoziati per realizzare un accordo unico a favore di tutto il personale delle Unita sanitarie locali. Da ogni settore dell'impiego pubblico giungono valutazioni negative e pressioni per la rivalutazione dei rispettivi trattamenti. La Cisas (Confederazione autonoma dei servizi) ha subito proclamato lo stato di agitazione. La nuova convenzione dei «medici di famiglia», rileva la Cgil, ha determinato la rottura della 'già precaria armonia' esistente tra le diverse categorie di operatori sanitari presenti nelle Unità sanitarie locali, nelle quali sono confluiti lavoratori provenienti da differenti realtà di categoria. 'Si tratta questa volta — aggiunge la Cgil — di realizzare un contratto che premi realmente la professionalità degli operatori pubblici e, in specie, le nuove professionalità emergenti, considerando non realistico mantenere, ad esempio, il personale medico agli attuali livelli di retribuzione». ' La Cisl si scaglia non solo contro le 'sorprendenti risultanze della convenzione dei medici di famiglia», ma anche contro la prospettiva di miglioramenti economici per 1 medici ospedalieri. In una lettera al ministro Aniasi, il se gretario generale della fede razione ospedalieri, Prandi comunica il «pieno disaccordo» della categoria nel caso lo stesso Aniasi 'assuma la grave responsabilità di anticipare a qualsiasi titolo miglioramenti economici ad una sola parte di operatori sanitari e, quel che è più grave, di fran tumore l'accordo unico di lavoro». La lettera cosi prosegue: 'Gli oltre 600.000 lavora tori non medici non potranno ovviamente rimanere indifferenti in presenza di una tale deprecabile eventualità, ma impegneranno tutta la loro forza sindacale unitaria in difesa delle loro conquiste e con tro ogni maldestro tentativo di ricreare divisioni». La Cisas chiede al ministro della Sanità un incontro a brevissima scadenza «al fine di verificare globalmente i problemi del contratto degli ospedalieri nel triennio 1979-81, a seguito della riapertura delle trattative tra il ministero della Sanità e le associazioni di categoria dei medici ospedalieri». ' Nonostante la crescente tensione, la delegazione pubblica (ministeri, regioni, comuni) ha ribadito ieri al ministero della Sanità l'impegno per arrivare ad una rivalutazione del trattamento del medico ospedaliero sulla base del contenuti del plano sanitario nazionale; i rappresentanti dei medici hanno confermato, tuttavia, il mantenimento dello stato di agitazione In attesa della «verifica» concor¬ data per il 12 febbraio, al termine dei lavori di uno speciale comitato ristretto paritetico. I medici anestesisti e i radiologi ospedalieri, pur confermando lo stato di agitazione, hanno sospeso lo sciopero deciso per oggi in Sicilia, nel Veneto, in Friuli Venezia Olulia e nel Trentino-Alto Adige. Se dal prossimo incontro con Aniasi non scaturirà qualcosa di concreto, tutti i medici ospedalieri non esiteranno a proclamare nuove, pesanti astensioni. «Questo particolare momento — ha dichiarato il vice segretario generale della Confederazione italiana medici ospedalieri (Cimo), Favelli — è vissuto da noi con l'intensa volontà di consentire ai medici ospedaleri, fin troppo frequentemente ghettizzati, di riportare a livelli decorosi sul piano economico le loro prestazioni anche alla luce di quanto ottenuto dai medici generici. Vi è da verificare solo la volontà della parte pubblica di dare al Servizio sanitario nazionale quel colpo di acceleratore che solo nell'ambito di un accordo con i medici può fare veramente procedere la riforma di tutto il settore». Gian Carlo Fossi

Persone citate: Aniasi, Cimo, Favelli, Prandi

Luoghi citati: Friuli, Roma, Sicilia, Veneto, Venezia