Per Forlani sospetti, non prove su contatti tra Br e Paesi esteri

Per Forlani sospetti, non prove su contatti tra Br e Paesi esteri Un abile discorso unisce la maggioranza e accresce l'opposizione pei Per Forlani sospetti, non prove su contatti tra Br e Paesi esteri Esistono legami tra terroristi italiani e gruppi eversivi stranieri - Forte difesa della nuova politica statunitense «Pertinì ha fatto dichiarazioni su dati oggettivi» - Ora s'è aperta la polemica sulle misure di Andreatta ROMA — Per Forlani, gli esami non finiscono mai. Ha superato bene, con un discorso vicino alla linea Reagan-Haig che segna una accentuazione importante nella politica estera italiana, il dibattito sul terrorismo. Seguendo un metodo antico, tanto collaudato quanto, a volte, efficace, Forlani ha diviso il suo rapporto in due parti. La prima l'ha dedicata ai problemi del terrorismo, dei santuari internazionali e nazionali, dei «sospetti» di Pertini sulle Br pilotate dall'Est, forse anche dall'Urss. C'era un'aspra polemica tra Lagorio e Rognoni. Forlani, dati alla mano, con diplomazia ed equilibrio, ha dato in pratica ragione al ministro dell'Interno. Ha detto questo: esistono fatti e prove su collegamenti tra gruppi eversivi di vari Paesi esteri e i terroristi italiani; ma non ci sono, almeno per ora, prove di aiuti-coperture di potenze straniere a organizzazioni che operano in Italia per destabilizzare lo Stato democratico. «Gli indizi e i sospetti — ha precisato — possono essere alla base di ragionamenti e deduzioni politiche, che attengono alla espressione dei partiti, ma sono difficilmente collocabili sul piano delle dichiarazioni ufficiali*. I partiti fanno il loro mestiere, che non è quello del governo, ha dunque ricordato il presidente. Forlani non ha voluto rinunciare a una risposta puntigliosa a Fanf ani, che lo aveva attaccato per il ritardo con cui il governo aveva risposto alla nota sovietica. •Esprimo ogni dubbio ed aggiungo che sarebbe stato improprio da parte del ministro degli Esteri pretendere di anticipare una interpretazione delle espressioni del Presidente della Repubblica», ha replicato ricorrendo ad una prosa che, con un pizzico di sarcasmo, ricorda quella dell'ex maestro. La seconda parte è dedicata alla politica estera. Forlani ha fatto una scelta molto precisa, che ha sollevato le proteste del pei: la distensione sta correndo gravi rischi a causa dell'espansionismo minaccioso e della politica imperialista dell'Unione Sovietica. «Le dichiarazioni di condanna del fenomeno del terrorismo sono importanti, ma non bastano. Occorre fare di più», ha chiesto il presidente ai capi del Cremlino, augurandosi, in modo esplicitamente polemico, che la condanna «sìa fatta valere in tutte le aree di influenza dell'Unione Sovietica». Il riferimento alla Cecoslovacchia è evidente. Meno evidente, un'altra circostanLuca Giurato (Continua a pagina 2 in nona colonna)

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Italia, Roma, Unione Sovietica, Urss