Attesa di ora in ora la decisione dell'Alta Corte sui 12 referendum di Liliana Madeo

Attesa di ora in ora la decisione dell'Alta Corte sui 12 referendum Appello dei radicali ai giudici, riuniti in Camera di consiglio Attesa di ora in ora la decisione dell'Alta Corte sui 12 referendum ROMA — «Se davvero lo' scempio dovesse compiersi, noi preghiamo che vi sia almeno uno di voi, uno almeno che si dimetta anziché sottomettersi Preghiamo che vi sia un testimone della democrazia, un testimone del diritto. Signori giudici, voi dovete giudicare, non giustiziare: Con queste enfatiche parole si conclude l'appello che un gruppo di parlamentari radicali ha rivolto ieri ai giudici della Corte Costituzionale, quando sembra ormai imminente la loro decisione sull'ammissibilità dei dodici referendum e mentre circolano —sia pure come indiscrezioni assolutamente non ufficiali — voci di un taglio drastico delle questioni da sottoporre al voto dell'elettorato. Dopo due giorni di «riflessione» i giudici sono ritornati a riunirsi. Due lunghe sedute in camera di consiglio, per tutta la mattinata e l'intero pomeriggio fino a tarda sera. Slitta per lo meno di un altro giorno la sentenza, che comunque — per legge — deve essere pronunciata entro il 10 febbraio. Per un'ora e mezzo uno dei giudici ha parlato in apertura di seduta. E' un'indicazione di come i giochi non siano ancora fatti, di come la discussione sia ancora accesa su questioni di principio e di diritto. Nessuno dei temi referendari è stato votato. La votazione dovreb¬ be ormai avvenire contemporaneamente per tutti i referendum. Questo, almeno in via teorica, significa che ci potrebbe essere all'ultimo momento una novità rispetto alle posizioni che finora sono state assunte in camera di consiglio. Ogni previsione, anche per queste ragioni, vale come tale e potrebbe essere smentita in sede di votazione. Tuttavia si continuano a fare previsioni. Che valgono come tali, anche se hanno un qualche fondameto di attendibilità. Secondo queste voci, hanno probabilità di essere bocciati questi referendum. Aborto (sono troppi, mirano a obbiettivi che contrastano fra di loro, chiedono non l'a¬ brogazione dell'intera legge 194 ma di singoli articoli, entrano in contraddizione in linea di principio sia con la sentenza della Corte del '75, pei* quanto riguarda i due del «Movimento per la vita», sia con l'esigenza di chiarezza e univocità espressa nella sentenza del '78). Caccia (ci sarebbe contraddizione con l'articolo della Costituzione che indica la caccia fra le materie di competenza delle Regioni; la legge di cui si chiede l'abrogazione fissa i principi generali cui le singole Regioni devono poi attenersi per legiferare in materia). Reati d'opinione (mancanza di omogeneità dei quesiti, vedi senten za'78). Liliana Madeo

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