Così uno degli assassini di un orefice vendeva droga grazie alla semilibertà

Così uno degli assassini di un orefice vendeva droga grazie alla semilibertà Vincenzo Ferrara, «viso d'angelo», implicato nell'omicidio Baudino Così uno degli assassini di un orefice vendeva droga grazie alla semilibertà Condannato a 17 anni, dall'aprile scorso usciva ogni giorno dalle «Nuove» per lavorare in una carrozzeria, presunta base degli spacciatori - Cosa dice il giudice di sorveglianza Vincenzo Ferrara, 30 anni, via Spoleto 2, una settimana fa è stato fermato da agenti della Mobile perché sospettato di concorso in spaccio di droga e banconote false. Assieme ad altri due compici frequentava la carrozzeria di via Somalia 68, che secondo la polizia serviva ai trafficanti di eroina come punto di incontro e di commercio della preziosa merce. Negli alloggi dei tre la polizia avrebbe trovato le banconote false e un po' di eroina. La notizia è finita nella cronaca cittadina e sarebbe passata inosservata se qualche lettore più attento non si fosse ricordato, vedendo la foto di Ferrara, di un personaggio che ha riempito le pagine dei giornali diversi anni fa. Vincenzo Ferrara è « Viso d'angelo», l'autista della Giulia che prese a bordo Cardino, Panizzari e Di Luciano, i tre feroci assassini dell'orefice Baudino. Il delitto avvenne il 13 ottobre '70 e inaugurò per Torino una stagione di sangue, popolata da delinquenti gio- vanissimi che si improvvisavano rapinatori. La gente si chiede per quale perverso meccanismo il complice di un omicidio possa uscire prima di aver scontato la condanni». Il giudice di sorveglianza dott. Franco accetta di rispondere all'inquietante interrogativo. Dice: *Dal 16 aprile '80 Vincenzo Ferrara era in semilibertà, vale a dire. che avendo scontato più di metà della pena ed essendosi ben comportato in questo periodo di carcerazione, aveva diritto, secondo il nuovo regolamento penitenziario entrato in vigore nel '75, alla semilibertà». Dalla sua cartella risulta che di giorno lavorava presso Riccardo Trombin, un decoratore. Aggiunge il magistrato: «La legge prevede che ogni modificazione del rapporto di lavoro con un detenuto semilibero debba esserci immediatamente notificata. Evidentemente "Viso d'angelo" si è sempre comportato benissimo, come del resto aveva fatto in carcere ad Alessandria, negli anni passati». Tutto regolare, dunque. Eppure la gente telefona e si scandalizza di fronte ad episodi del genere. Per il giudice Franco -nell'amministrazione della giustizia ognuno fa la sua parte, in una dialettica complessa. C'è una magistratura inquirente, una giudicante e quella che bada all'esecuzione della pena. Il prin- cipio del nostro codice vuole che il detenuto possa riabilitarsi e l'istituto della semilibertà serve apppunto a questo. Nell'80 l'ufficio di sorveglianza ha accolto 612 istanze di semilibertà, ne ha respinte 186 e revocate 37. « Queste cifre dovrebbero far riflettere — conclude Franco —. Quante persone si sono salvate, quanti detenuti si sono reinseriti nella società grazie all'istituto della semilibertà? Il singolo caso negativo non deve far perdere di vista il problema generale». Vincenzo Ferrara

Persone citate: Baudino, Di Luciano, Panizzari, Riccardo Trombin, Vincenzo Ferrara

Luoghi citati: Alessandria, Ferrara, Torino