«Summit» di ministri ed esperti per salvare il palazzo Carignano di Renato Rizzo

«Summit» di ministri ed esperti per salvare il palazzo Carignano Dopo che La Stampa ne ha denunciato l'intollerabile degrado «Summit» di ministri ed esperti per salvare il palazzo Carignano Alla riunione, domani in Regione, parteciperanno Reviglio, Nicolazzi e Bodrato Toccherà allo Stato o ai poteri locali il restauro dell'ex parlamento subalpino? Domani alle 11, in Regione, si terrà l'atteso «consulto» sulla situazione di Palazzo Carignano dopo la denuncia de La Stampa in merito all'inammissibile ed oltraggioso stato di degrado dell'antica sede del Parlamento subalpino. Una riunione cui prenderanno parte tre ministri. Reviglio, Nicolazzi e Bodrato, il sottosegretario ai Beni Culturali, Picchioni, il presidente della Regione Piemonte. Enrietti, quello della Provincia. Maccari, il sindaco Novelli, i sovrintendenti alle Belle Arti ed ai monumenti, il rettore dell'Università, Cavallo, i presidenti delle varie organizzazioni culturali ospitate nell'antico edificio. Politici, amministratori, esperti per un problema che tocca uno dei palazzi più amati e più significativi della città sia sotto il profilo storico che artistico: lo «scrigno barocco» che, oggi, ha come unici gioielli da custodire crepe ed infiltrazioni d'acqua, sporcizia ed abbandono, il degrado architettonico e quello morale dei tossicomani che l'hanno eletto a loro rifugio. Il nostro appello ha sortito l'effetto di riunire attorno ad un tavolo chi può risolvere un'annosa questione. Se non altro si potrà porre fine agli equivoci mai chiariti e stabilire a chi spetti fare qualcosa per salvare Palazzo Carignano dagli insulti del tempo e dai grovigli dannosi d'una burocrazia che fa segnare il passo ad indilazionabili restauri. Sarà lo Stato a dover salvare dal degrado uno dei più bei monumenti d'Italia? O sarà la Regione che, con lo Stato proprietario dell'edificio, ha stipulato un «comodato», cioè un prestito, ma non ha mai firmato il documento di passaggio di competenze? Il parere dell'on. Picchioni: •Grazie a La Stampa per aver acceso le polveri e sollevato il problema d'un palazzo che, in pratica, è res nullius: una volta definito l'uso della proprietà il ministero non avrà nessuna difficoltà ad attuare interventi con la stessa sollecitudine registrataperVenaria». Quale soluzione propone, allora? «Se il Demanio passa l'uso della proprietà alla Sovrintendema questa potrà intervenire con custodi e sorveglianza sema che sia pregiudicata la collocazione nella stessa sede delle esposizioni e dei musei che già vi si trovano. Quindi si potrebbe stabilire un piano pluriennale di interventi: Sull'argomento, una considerazione del vicepresidente della Provincia, Ardito: -Ritengo che una soluzione sia possibile solo se il restauro si accompagnerà alla rivitalizzazione del Palazzo: non conosco i motivi per cui, ad esempio, non se ne è fatta la sede del Consiglio Regionale. Comunque va sciolto il problema delle competenze. Lo Stato si decida: o fa lui, o lasci (predisponendo gli strumenti normativi necessari) che se né occupinole istituzioni locali'. Sempre in merito al decadimento architettonico ed alle pastoie burocratiche che ritardano il restauro di antichi palazzi ricchi di storia e di prestigio, Ardito cita l'esempio di Villa della Regina: « Tra poco, speriamo, passerà all'amministrazione provinciale insieme con altri beni dello Stato, in cambio degli ex ospedali psichiatrici di Grugliasco assegnati alle facoltà di Agraria e Veterinaria. Noi siamo stati rapidi nel realizzare il passaggio all'Università, speriamo che lo Stato lo sia altrettanto. Nella Villa intendiamo inserire un centro culturale permanente a carattere internazionale con il concorso di altri enti ed abbiamo, già, comunque, preso misure, con l'Istituto Figlie dei Militari, per la conservazione dell'immobile e dei mobilU. Renato Rizzo

Luoghi citati: Grugliasco, Italia, Piemonte