Caro schermo rivelaci le tue trame

Caro schermo rivelaci le tue trame Cinema Caro schermo rivelaci le tue trame IL critico che intervista un autore cinematografico può essere mosso da due impulsi: o vuole convincere il regista delle proprie ragioni su di lui o vuole essere convinto, placato nelle proprie incertezze. Nell'un caso c nell'altro il critico sa in anticipo come andrà il gioco. Ma c'è una terza via. praticata be- ' ne in Italia da Gian Luigi Rondi, quella della complicità mediatrice. Nelle interviste di Rondi, il critico e il regista non hanno dubbi, solo necessità di espandersi, di chiarire, di trattare il film come descrizione di un evento mai chiuso. Parlano per la cronaca, tenendo presente la storia del cinema e i suoi compilatori. La lunga pratica di lostival e di mediazioni ha reso Rondi un conversatore alfabile. rispettoso e deciso: l'autore è libero di .spiegarsi, ma sulla traccia soavemente fissata dall'intervistatore. Nel -Cinema dei maestri- le domande sem¬ plici e i riferimenti precisi dissolvono ogni possibile polemica: la testimonianza individuale prevale sempre sul contesto. Fellini. Tarkovskij. Coppola e tutti gli altri fino a 59 (compresa l'attrice Ingrid Bergman) fanno l'inventario dei propri strumenti espressivi, raccontano le trame, enumerano i progetti con la lieta disponibilità di chi non è contraddetto, ma stimolato a un costruttivo narcisismo. Emergono le convinzioni e i vezzi dei maestri del presente e del passato. Hiteheock che analizza la suspense UE'sottile come un vetro il muro Ira l'umorismo e la paura-.). Fassbin-. der che analizza i tedeschi («Il capitale inventa il terrorismo per servire se stesso e il potere-). E c'è un importante giudizio di Visconti sulla -Terra trema-: •Mi annoio da morire a vederla e vado tempre via prima die finisca-. La raccolta di Rondi, nella pubblicistica cinema- Dal manifesto della Mostra del cinema di Venezia svoltasi nel 1948 tografica. sta idealmente in mezzo e consente alternative estreme. Un saggio come quello di Giandomenico Curi su Wajda è l'im¬ mersione completa dentro un solo autore, una verifica critica che è anche invenzione e ricostruzione, secondo il dettato di Benjamin clie «la critica dovrebbe cercare di parlare un po' la lingua degli artisti». E' Wajda che parla con le sue opere, ma è Curi che lo annoda alla tradizione e alla cultura del suo paese in una specie di concerto polacco che diventa anche ricerca letteraria. nello stile e nei rimandi. Invenzione pura è la « Cineteca di Babele- dei quattro complici Porro. Rezoagli. Silvera e Turroni. Una storia del cinema per film inesistenti, ma verosimili: attraverso pettegolezzi falsi, ma attendibili. I quattro mimano la retorica celebrativa delle storie ufficiali, per divertimento e cinefilia. Il richiamo a Borges ha temperato il proposito parodistico con uno scrupolo filologico, un dubbio (il ricalco è meglio del paradosso?). Come in quel personaggio di Borges che voleva riscrivere il -Don Chisciotte-, in una versione diversa, ma uguale, parola per parola. s. r. Gian Luigi Rondi. Il cinema dei maestri. Rusconi 455 pagine, 15.000 lire Giandomenico Curi. Cenere e diamanti, il cinema di Andrzej Wajda Edizioni E O. 269 pagine. 6500 lire La cineteca di Babele, a cura di Maurizio Porro. Sandro Rezoagli. Miro Silvera. Giuseppe Turroni. Milano Libri 189 pagine. 20.000 lire

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