Gli appunti segreti di un cronista sul fronte di Hitler di Luciano Curino
Gli appunti segreti di un cronista sul fronte di Hitler Memorie Gli appunti segreti di un cronista sul fronte di Hitler ITALO Balbo confidava all'amico di essersi fatto terziario francescano, ma «tienitelo per te, la gente riderebbe». In Marmarica il maresciallo Graziani si era fatto costruire un gigantesco rifugio, che i soldati chiamavano il Gran Fifaus. Nelle sue visite a Berlino Ciano era parecchio galante con le giovani signore, e una volta Frau Regale, sorella di Goering, commentò: «Come si fa a discutere di politica con un uomo che passa il tempo a tastare il sedere alle signore!». Queste e altre cose più importanti Sorrentino le scrive oggi, ma una quarantina di anni fa restarono segrete nel suo taccuino. Lamberti Sorrentino è stato brillante corrispondente di guerra del settimanale Tempo che, con 17 edizioni tradotte per i Paesi occupati, copriva l'intera Europa. Sicché ha avuto un trattameli lo speciale dal ministero della Propaganda tedesco: unico giornalista abilitato dall'Oberkommando der Wehrmacht ad andare dove voleva, uno degli otto corrispondenti scelti da Goebbels «per entrare a Mosca con le truppe germaniche vincitrici». Per questi privilegi Sorrentino è potuto andare nelle zone calde del conflitto, raggiungere posti proibiti, intervistare uomini come Kesselring, von Rundstedt, Antonescu. Gli erano aperte le porte delle ambasciate, dei salotti di una Berlino orgiastica, dei palazzi aristocratici di Budapest e di Bucarest. «Grazie a tale libertà di movimento capii che la guerra era perduta già quattro anni prima che von Paulus si arrendesse a Stalingrado». Nel maggio '42 ha comunicato le sue convinzioni a Ciano, che gli era amico (drammatico colloquio di cui c'è traccia nel Diario di Ciano alla data 28 maggio), dicendogli che gli stessi tedeschi avevano già messo la loro sconfitta in musica: «Voglio riferirmi alla canzone del fronte orientale, Lili Marlene, triste, angosciosa, la cantano tutti, si ritrovano nelle sue note disperate... Nella campagna di Francia, invece, si cantava una canzone allegra, felice: Bel Ami». Quello che come corrispondente di guerra non ha potuto scrivere allora perché proibito, Lamberti Sorrentino lo rievoca, e in molti punti addirittura rivela, in questo libro, che è di una vivacità inconsueta. Per certi suoi atteggiamenti. Sorrentino è stato preso di mira dalla Gestapo e, nel '44, è finito a Mauthausen. Tuttavia, le cose che racconta oggi allora se le è tenute per sé, al massimo le ha confidate a qualche stretto amico. Chi ha meno di quarantanni questo forse non lo capisce. Ma chi ha meno di quarant'anni non ha esperienza in fatto di dittatura e di censura. _ . Luciano Curino Lamberti 5orreri'tino,"l)aUél Ami a Lifl Marlene: quello che un corrispondente di guerra non scrisse. Bompiani. 340 pagine, 10.000 lire.
Luoghi citati: Berlino, Bucarest, Budapest, Europa, Francia, Lifl Marlene, Mosca, Stalingrado
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