«...corno è trieste Venezia»

«...corno è trieste Venezia» ma quella tradizionale, scritta andando a capo). Crede di più alla -poesia visiva* che si appende alle pareti nelle case borghesi e nelle Gallerie d'arte moderna (anche a Torino) e alla «poesia fonetica* che ora si vende anche in musicassette (editrice Baobab). Non crede molto nell'italiano, crede di più all'inglese. Ma in inglese di poesia nonsensica ce n'era già tanta. Era in questo povero dialetto europeo, in italiano, che semmai ne avevamo bisogno, di giochi di parole e di -nonsensi-, magari per quel -gusto della manomissione* di -un linguaggio già violato da altri* (come dice la Niccolai, che ha trovato il tempo per tradurre certe cose di Gertrude Stein), ma forse anche solo per farci quattro risate o un mezzo sorriso E- dos. Giulia Niccolai: Harry's Bar e altre poesie, Feltrinelli. 120 pagine, lire 5500. Poesia: nonsense della Niccolai «...corno è trieste Venezia» quando qualcuno credeva ancora nella -scuola dello sguardo*. Il romanzo II grande angolo (Feltrinelli, 1966), era fatto con gli sguardi di un fotografo professionista incrociati con gli sguardi di una scimmietta che ha rotto lo specchio oppure di una ragazzina spaventata. Giulia Niccolai non è un personaggio di Samuel Beckett, non arriva a pensare che «se si deve parlare, almeno sia per non dire nulla*: è una signora milanese che dice pur sempre qual¬ cosa di grazioso e malinconico. Gioca coi nomi delle città e dice: -corno è trieste Venezia* per comunicarci in sostanza come è triste Venezia. Dice: -Ulan Bator. Panilo. Mombello. Sambuco. Mombasa* (la poesia, del 1971, è tutta qui), ma era più palazzeschiano Marcello Marchesi quando nel 1962 diceva: -Codogno Valdagno Morbegno Foligno l'Italia di perle è uno scrigno*. Il fatto è che Giulia Niccolai non crede molto alla •poesia lineare* (così chia¬ PECCATO che questo libro sia scritto quasi tutto in inglese. Fu nell'estate del 1978 che un sociologo annunciò -l'italiano è solo un dialetto europeo: parliamo inglese*. Tre anni sono pochi, qualcuno l'inglese non lo ha ancora imparato. Giulia Niccolai invece, nata nel '34 a Milano da padre indigeno e madre americana (Boston), è bilingue dall'infanzia e viaggia molto. Ha cominciato come fotoreporter, è passata per il giornalismo, ha scritto un romanzo

Luoghi citati: Boston, Foligno, Italia, Milano, Morbegno, Torino, Valdagno, Venezia