Soupault: resto surrealista anche se gli uomini sono nemici della fantasia
Soupault: resto surrealista anche se gli uomini sono nemici della fantasia Soupault: resto surrealista anche se gli uomini sono nemici della fantasia PHILIPPE Soupault. uno dei padri del surrealismo, ha oggi H.'ì auni. Nel 1919. con André, Breton; offre alcuni .saggi di scrittura automatica. E' la nascita del primo libro surrealista; I campi magnetici. Poeta, romanziere, saggista, giornalista, Philippe Soupault non ha cessato di scrivere percorrendo il mondo, dagli Stali Uniti alla Russia passando per l'Europa, allora sotto l'influenza del nazismo. . — Lei si è sempre proclamato surrealista e soprattutto di esserlo rimasto fino ad orbi. Com'è ancora possibile nel 11)80? ■ Per ine. il surrealismo è stato una liberazione. Quando ho scritto Campi magnetici con André Breton. eravamo, come tutti i giovani, impregnati della letteratura dei nostri padri. E poco per volta abbiamo capito che dovevamo liberarci dei pregiudizi, dei tabu. Per questo ho conservato questa liberazione per tutta la vita. Grazie al surrealismo mi sono sen- tito davvero libero e ho conservato questo atteggiamento lino al 1980. «Io sono un diseredato. Dopo i miei primi testi surrealisti, non mi è rimasto l'ingombro di alcuna eredità culturale. Come tutti, ho una cultura sociale, letteraria, ma me ne sono liberato con l'atto stesso della scrittura. Non lio bisogno di rivolgermi al passato. Ecco che cos'è il surrealismo. Sono uno spirilo libero e un creatore libero». — Ma i suoi amici, Breton e Aragon, non hanno conservato questo atteggiamento. «E' vero. André Breton è diventato trotzkista e Louis Aragon comunista. Niente mi ha mai rattristato più profondamente del vedere che si legavano ad un partito politico, dopo la prodigiosa esperienza che avevamo vissuto. Per quel che mi riguarda, ho sempre tenuto davanti al mio spirito questa meravigliosa formula di Goethe: un poeta che appartenga ad un partito poli¬ tico è perso per la poesia. Solo perché è costretto a seguire una linea e una disciplina, che secondo me porta alla catastrofe. L'impegno politico è una castrazione. Breton e Aragon. unendosi ai partiti politici, hanno trasformato il surrealismo, fo sono sempre stalo e resterò apolitico, così come si può essere per esempio agnostici... — E che pensa del recentissimo libro di Aragon «Mentir vral»? «Mi ha costernato, mi ha davvero rattristato. Soprattulio perché ho molto ammiralo Aragon. Aveva un tale incanto di scrittura. — Che cosa resta oggi del movimento surrealista nel romanzo e nella poesia? «All'inizio, l'influenza del surrealismo è stata scandalosa. E' stata una rottura totale. E questa influenza ha interessato molti campi. Il termine surrealismo ha avuto fortuna. E' stato usato in tinte le salse. Oggi vediamo i crimini surrealisti. Quando non si sa dire che qualcosa e insolita o strana, si dice che e surrealista. Naturalmente è una cattiva interpretazione. «Ma, dopo essere slata scandalosa e rivoluzionaria, l'influenza del surrealismo è diventata sotterranea. Ricevo moltissimi manoscritti di giovani, e sono persuaso che oggi non si scrive più come si scriveva senza il movimento surrealista. Questa influenza è diffusa: non dico che è assoluta, ma esiste. Purtroppo, non è possibile rendersene sempre conto, dal momento che la poesia ha pochissima udienza in Francia. Ma qualcuno come Jean Malrieu è stato profondamente segnato dal surrealismo. Nel romanzo abbiamo qualche sorpresa, per esempio uno scrittore popolare come Robert Sabatier — citi non è surrealista! — ha una libertà d'immaginazione, di sensazione, che è senza dubbio il segno di uno scrittore libero. Non la roba alla Victor Hugo». — Vuol dire che è più facile essere scrittore nel 1980 che nel 1920? «Assolutamente. Guardi i manuali scolastici 0:_'gi ci sono testi di poeti e romanzieri viventi. Nel 192(1. ci si fermava a Lamartine Lo scandalo che abbiamo creato col surrealismo ha spiazzato i centri d'Interesse •• — C'erto, ma è davvero più facile per i giovani autori? «No. Per loro forse è ancora piti delicato, poiché devono fare attenzione agli editori imbroglioni che tanno pagare all'autore le spese di stampa e poi non distribuiscono il libro. La pubblicazione a spese dell'autore è diventata una vera industria. E' una situazione scandalosa, e i giovani autori, .soprattutto i poeti: sono certo più maltrattati di ieri. Questi metodi non aiutano la diffusione della poesia di cui la nostra vita cultura avrebbe cosi bisogno La poesia non ha il pesto che le spetta, malgrado il formidabile sviluppo dei mass media.. — Nel 1938 lei ha creato Kadio Tunisi, poi. durante la Liberazione, ha diretto i programmi stranieri della RTF. Che cosa pensa della radio e della televisione attuali? «Sono strumenti meravigliosi. Sono sempre stato stupito dalla potenza d'impatto della radio e della televisione. Grazie alla radio, la musica per esempio si e potuta sviluppare in modo considerevole. Ma la radio e la televisione di oggi sonò divenute spaventose, 11 -rande pericolo è che creino talsi idoli: Georges Maivhaìs e Jonny Hallyday. Il livello della canzone è catastrofico. E' una dura constatazione: la mediocrità è più forte della qualità. Sono pessimista sull'avvenire della televisione... — E il cinema? <E' tutta un'altra cosa. Ho sempre pensato che il cinema era un magnifico mezzo d'espressione. Ho anche scritto delle poesie cinematografiche. E mi dispiace sempre die la televisione non s'ispiri sempre più a ciucila cosa meravigliosa che e il sogno. Il cinema, invece, ha saputo farlo. Registi come Buiìuel. Godard, Fellini hanno saputo mostrare la via di una certa scrittura attraverso l'immagine. La televisione non sa usare sempre l'immagine... — Lei ha creato Radio Tunisi per combattere la propaganda nazista. Come giornalista, lei ha vissuto il sorgere del fascismo in Germania. Queste esperienze le permettono di analizzare meglio l'attuale rigurgito d'antisemitismo? «Ho paura... I recenti atlentati mi hanno traumatizzato. Ho un'esperienza terribile del nazismo per aver visto realmente, sul posto, l'ascesa di Hiller. E posso dire che anche lui. all'inizio, non aveva intorno a sé che una decina di persone, Allora quando sento dire oggi dell'ex FANÉ "sono piccoli gruppi"... L'inflazione galoppante, la disoccupazione, i piccoli borghesi sulla strada del fallimento e "i piccoli gruppi"... Le stesse condizio¬ ni potrebbero ripetersi presto in Francia. — Esistono dunque carenze politiche? «Non voglio mescolarmi ai politici, l'ho già detto. Non sono che un poeta. Noto solo che gli uomini politici sono vecchi e che non possono partecipare all'impresa. E poi. dall'aspetto^ mi sembrano completamente pietrificati dai loro partiti. Sono molto inquieto sulla situazione attuale. Potrebbe ancora deteriorarsi, senza che i politici se rie rendano conto... — Che cosa la indigna nella società attuale? «L'imborghesimento. Cioè quella facilità che consiste nel dissipare il denaro. Guardi la quantità di automobili, di seconde case, di lavatrici, di televisori, senza dimenticare le moto, che valgono decine di migliaia di franchi e che sono guidate soprattutto dai giovani. Rifiuto questa forma di progresso 'tecnico il cui solo obiettivo consiste nello spingere la gente a possedere. Ancora e sempre. Mi chiedo anche come fanno a guadagnare il denaro che spendono. Tuttavia, vi assicuro, si può davvero vivere senza lavatrice. «La grande delusione della mia vita consiste nell'aver credulo l'uomo più sensibile ai valori poetici che ai valori materiali. Ho l'impressione, malgrado luna l'indulgenza clie mi viene dalla vecchiaia, che e ormai troppo lardi... Daniel Lacotie Copyright de «Le Monde» e per l'Italia -La Slampa»
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