Camilla moralista nel mondo degli scandali di Vittorio GorresioCamilla Cederna

Camilla moralista nel mondo degli scandali Tutto libri Scienze umane Autobiografìa della Cederna Camilla moralista nel mondo degli scandali IL titolo è forse sbagliato, mi sembra riduttivo: fa pensare a una sola — e non la più importante — componente della personalità di questa grande giornalista, cioè alla sua attitudine di osservatrice della società milanese, di quel bel mondo fra il teatro alla Scala, i salotti cittadini e le ville in Brianza di cui Camilla è stata fra i ruggenti Anni Cinquanta e i favolosi Sessanta impareggiabile cronista (Noi siamo le signore. La voce dei padroni, Signore e signori. Il lato debole, eccetera). Certo, quanto a capacità di cogliere un costume e raffigurarlo con ironia apparentemente svagata. Camilla non ha uguali, ed anzi usa la frivolezza con una maestria di cui Voltaire le avrebbe dato merito: «Se la natura non ci avesse fatto un po' frivoli, saremmo molto infelici», scriveva il filosofo a Madame du Deffand nel 1760, pertinentemente aggiungendo: «Proprio perché è frivola, la maggior parte della gente non si impicca». Però Camilla può rivendicare altri titoli, e come fu detto nella motivazione con la quale nel 1972 le fu assegnato il premio nazionale di giornalismo «Aldo Palazzi» è da considerare piuttosto la cronista che «riesce sempre a trattare con gusto gli argomenti più crudi, e con serietà le cose più futili». E' come dire che il suo mondo è ampio, complesso e tormentato. Nel suo curriculum professionale c sono interventi e interpretazioni che riguardano l'intera storia di un trentennio italiano e straniero, ritratti di personaggi, avvenimenti drammatici, momenti culturali: la famiglia Savoia in esilio riunita al Cairo per i funerali di Vittorio Emanuele III, Mauriac pontefice a Parigi, la società di Hollywood. Massu e le torture in Algeria, la degradazione delle borgate romane, lo squallore della Sicilia, Paolo VI in Terrasanta. il generale Aloja ed i suoi «corsi di ardimento» presso la scuola di fanteria di Cesano, un po' di Cina e un po' di Giro ciclistico d'Italia, il disa¬ Camilla Cederna (Foto Giovanna Borgese. Ag. G. Neri) stro del Vajont. la Germania, la Grecia dei colonnelli, il torbido delitto Acquarone ad Acapulco in Messico, la fellonia di Ted Kennedy a Chappaquiddick: e certamente non esaurisco qui per citazioni l'intera serie dei suoi servizi. Che giornalista ammirevole, per varietà e ricchezza di interessi: proprio per questo, tuttavia, il titolo del libro — per non riuscire riduttivo — sarebbe stato più giusto se fosse stato qualche cosa come "Camilla nel mondo delle meraviglie», dato che in fondo la Camilla autentica è quella che si è misurata con le cose più grandi, non sola¬ mente di lei e del suo piccolo leggiadro ambiente della Milano dei nuovi ricchi e dei «corpi santi» (le vecchie dame della buona società) ma anche più grandi di ciascuno di noi alle prese con tutti i mostri del nostro tempo. Camilla scopri infatti la sua vera vocazione al momento del caso Pinelli e del caso Valpreda dopo la strage di Piazza Fontana nel 1969: «Lamia vitacambiò di colpo», scrive con bella sincerità, e il suo impegno da allora è stato dedicato a problemi politici esemplarmente visti e giudicati con morale intransigenza, nell'appassionata ossessione della ricerca della verità. Di bello è da notare che l'originaria ironia non è venuta meno anche sul punto e nei momenti dello sdegno: Camilla non rinuncia a notazioni che potrebbero sembrare solo frivole, ma che al contrario sono di terribile efficacia, e della frivolezza si serve come di un'arma sicura. Nel pamphlet, per esempio, contro Leone e « la sua augusta famiglia». Libri di giornalisti del genere di questo sono solitamente classificati testimonianze. Nel caso di Camilla la definizione non è impropria, ma sarà bene precisare che la sua testimonianza è una denuncia, di grosso peso, la quale onorevolmente rivaluta la funzione civile del nostro tanto contestato mestiere. Vittorio Gorresio Camilla Cederna: Il mondo di Camilla. Feltrinelli, 325 pagine, 10.000 lire.