Dove nascono le metropoli dello sci

Dove nascono le metropoli dello sci UNO SKIPASS UNICO VALIDO IN ZONE INTERNAZIONALI Dove nascono le metropoli dello sci Lo sport invernale ha ormai abbattuto numerose frontiere - Difficoltà e vantaggi per le amministrazioni comunali Nei secoli passati città e villaggi isolati furono collegati da strade per diventare poi un tutt'uno urbano. Oggi le località sciistiche sono unite da impianti dì risalita tra loro collegati e da servizi di pullman e navette che contribuiscono a formare delle vere e proprie regioni per gli sport invernali. Ci si è resi altresì conto dei benefici di una campagna pubblicitaria comune e di un solo skipass che consente allo sciatore di partire da una località e di usare gli impianti di risalita di tutti gli altri centri della zona. A questo punto qualcuno parla di metropoli sciistiche. Queste zone attraggono dagli sciatori che si sono stancati di far su e giù sullo stesso percorso e cercano la varietà di piste e di panorama. Allo stesso modo in cui grandi città attraggono più visitatori di quelle piccole, così questi luoghi di villeggiatura attirano più sportivi, se si uniscono per formare regioni sciistiche. Alcune di queste zone sono internazionali, non nel senso della mondanità, ma perché attraversano confini nazionali. Montagne che solitamente formavano la frontiera naturale di un Paese offrono adesso pendii che permettono agli sciatori di visitare luoghi oltre frontiera. In alcuni casi i monti sono così elevati che i paesi su entrambi i lati difficilmente possono essere considerati formanti un'unica regione sciistica anche se sono collegati da impianti di risalita. Ad esempio è possibile prendere la funivia del Monte Bianco da La Palud, vicino a Courmayeur, per raggiungere Chamonix, sul versante francese. Senza alcun dubbio è un'attraversata divertente, ma tende ad essere più un'escursione al di fuori dell'ordinario che non una passeggiata di tutti i giorni. E' anche per questo motivo che le due stazioni sciistiche non rilasciano uno skipass comune: infatti i visitatori devono comprare i biglietti per il tragitto di ritorno. La frontiera italo-svizzera può essere attraversata fra Breuil-Cervinia e Zermatt, ma anche in questo caso si deve salire molto in alto: questo genere di piste viene usato di preferenza in primavera e in estate quando gli altri percorsi non sono innevati. Sia la stazione italiana che quella svizzera continuano a rilasciare un biglietto supplementare quotidiano per chi vuole attraversare il confine. E' anche possibile sciare dalla Svizzera all'Italia, dal Gran San Bernardo fino a Etroubles. Ciò vuol dire salire fino a quota 2800 metri, ma, dato che non esistono impianti di risalita per il ritorno, lo sciatore deve tornare indietro attraverso il tunnel del San Bernardo. Altre due «metropoli sciistiche» sono 'Le port du soleil» situata sul confine franco-svizzero, e «La Via Lattea» che va da Montgenèvre, in Francia, attraverso Claviere, San Sicario e Sestriere, in Italia. In queste regioni le alture da superare sono relativamente basse, perciò gli sciatori possono valicare il confine più volte in una sola giornata sciistica. «Le port du soleil» è stata la prima e, con un totale accertato di 600 km di piste, la maggiore di queste località invernali. Avoriaz e Morsine, sul versante francese, sono le più grandi e probabilmente le più note della regione, ma l'intera zona comprende altre dieci stazioni, sei sul versante francese e quattro su quello svizzero: si ha così un totale di 170 impianti di risalita e una capacità di oltre 70 mila posti letto. Un modo per misurare la portata degli impianti di risalita di una stazione di villeggiatura è quello di moltiplicare l'altezza degli impianti per il numero di persone trasportate ogni ora: si ottiene ciò che i francesi chiamano «le moment de puissance». Oltre a queste zone sciistiche internazionali situate su contrafforti montani, ce ne sono altre che si trovano in vallate più nascoste, poste tra i confini naturali e geografici di due Paesi. In Germania, ad esempio, nella Bavarianallgau si trova Obertsdorf. Questa località è collegata con la Kleinwallsertal, che è politicamente in Austria, ma poiché ne è separata da montagne ha mantenuto il legame doganale con la Germania fin dal 1891: perciò gli abitanti, attualmente, si servono di marchi tedeschi per comprare francobolli austriaci. Si usa un sistema comune di skipass per l'intera zona che dispone di 140 impianti di risalita e di 25 mila posti letto, mentre l'attraversata tra Obertsdorf e Rie- zlern viene effettuata usando gli skilift fino a duemila metri. Oltre a questa zona, la Germania ha anche un collegamento sciistico con l'Austria attraverso Reit im Winkl. Qui si può sciare fino a Waidring, nel Tirolo austriaco, non lontano da Kitzbuhel. Un'altra zona internazionale per gli sciatori è quella svizzera autriaca, fra l'area extradoganale di Sannaun, in Svizzera, e Ischgl, in Austria. Fino a quando non sarà costruito il tunnel sotto la Manica o la Scozia otterrà l'indipendenza, la Gran Bretagna, a differenza degli altri tre Paesi comunitari, non ha confini dì terra. Perciò lo sci «internazionale» è impossibile. Gli inglesi hanno posti di villeggiatura invernali in Scozia. Nonostante queste località, secondo gli standard europei, non siano alte (vanno da 600 a mille metri o poco più), offrono il piacere della «scivolata». Due di esse sono le Caingormes, i cui centri sciistici sono Aviemore e Glenshee. Gli impianti funzionano anche durante i weekend e gli altri periodi di punta a Glencoe. Oltre a dare agli sciatori il piacere di attraversare le frontiere, le zone sciistiche internazionali accusano, in maniera accentuata, i vantaggi e le difficoltà della cooperazione fra i diversi sistemi di risalita in una data zona. Il costo di funzionamento di uno skilift è del tutto indipendente dal numero di sciatori che ne fanno uso. Se molti sciatori lo utilizzano gli sarà necessaria molta più energia per funzionare, ma il CO- sto rappresenta una piccola proporzione sul totale. Ciò non è poi così sorprendente se si considera che uno sciatore che è portato su per 500 metri assorbe un'energia potenziale tale da tener accesa una lampadina da 100 Watt per un'ora. Il maggior componente di spesa nel funzionamento delle attrezzature sciistiche è la manutenzione che è valutabile tra un terzo e un quarto del ricavo totale. Il costo della manodopera varia di poco. L'effetto è minimo. Come per ogni altro siste¬ ma di trasporto, l'alta percentuale dei costi fìssi significa che ogni skipass o biglietto di risalita rappresenta un'entrata addizionale. Inoltre gli sciatori che visitano una stazione di villeggiatura invernale anche se non vi soggiornano, usufruiscono dei negozi e ristoranti e quindi forniscono un'altra entrata. Fino a quando un luogo di villeggiatura attrae molti visitatori, e offre svaghi e una gran varietà di escursioni, allora può proporre a tutte le altre località della zona di cooperare per fornire servizi di risalita interdipendenti e uno skipass comune. Il problema è anche quello di trovare una base comune di accordo per la divisione del ricavato della vendita degli skipass. Proprio come nel Mercato comune, tendono ad esserci molti contrasti sulla divisione dei costi e dei guadagni. Non è solo una questione interna, dal momento che coinvolge amministrazioni di Paesi diversi. I due fattori che potrebbero determinare la divisione degli incassi sono: il numero degli sciatori che partono da ciascuna località e il numero delle persone che usano i vari gruppi di skilift. Il primo può essere approssimativamente ottenuto calcolando il numero degli skipass venduto in ogni località, mentre il secondo è più difficile da calcolare. In questi giorni alcune località usano sistemi elettronici che «contano» ogni tesserino al momento del passaggio, ma lo svantaggio può essere die si perda lo skipass nella coda durante le ore di punta. Anche quando questi due fattori chiave siano stati determinati è sempre necessario decidere come debbano essere usati per la divisione degli incassi tra le varie località. Nel caso di regioni sciistiche internazionali la situazione è anche più complicata poiché i tassi di cambio possono variare durante la stagione. I prezzi nelle due valute possono essere gli stessi se sono fissati preventivamente, ma se una moneta si deprezza rispetto ad un'altra sorgono problemi analoghi a quelli di fronte ai quali si trova l'agricoltura dei Paesi comunitari. Gli sciatori più furbi comprano gli skipass là dove in quel momento costano di meno. Il sistema usato a «Le port du soleil» è quello in base al quale ciascun Paese trattiene tutto il ricavato. Ciò vuol dire che può esserci un sostanziale effetto sul ricavato se le fluttuazioni nei cambi producono differenze. Lo scorso anno, ad esempio, uno sciatore che si trovava a Morgins Tin, in Svizzera, poteva prendere la navetta e andare a comprare lo skipass a Chatel. Quest'anno il prezzo di un abbonamento a «Le port du soleil» per una settimana è 141 franchi svizzeri o 400 franchi francesi, perciò al primo di dicembre era possibile risparmiare il 10% sul costo comprando il «pass» in ■ Svizzera. A Samnau-Ischgl, d'altra parte, gli skipass erano più a buon mercato in Austria che in Svizzera (circa il 10 per cento). Sono cose come queste che hanno indotto i luoghi di villeggiatura della « Via Lattea» a ridurre la disponibilità dei tesserini regionali ed a aspettare fino all'ultimo per stabilire i prezzi. James Rothman

Persone citate: Chatel, James Rothman, Watt