Emessi mandati di comparizione contro sei medio delle Molinette
Emessi mandati di comparizione contro sei medio delle Molinette Le statistiche dei morti a cardiochirurgia Emessi mandati di comparizione contro sei medio delle Molinette Si avina alla conclusione l'inchiesta giudiziaria sulla falsificazione della statistica della mortalità postoperatoria del centro di cardiochirurgia «A. Blalock-. Il giudice istruttore, Antonino Palaia, ha firmato un mandato di comparizione per sei medici già indiziati di reato: il professor Carlo Campana, che all'epoca dei falsi era sovraintendente sanitario degli ospedali San Giovanni: il professor Francesco Morino, ex direttore del centro di cardiochirurgia: il professor Federico Fossati, suo aiuto; gli assistenti Domenico Sasso e Antonio Calafiore: Francesco Macagno. direttore sanitario dell'antica sede del San Giovanni. L'ospedale, che nel processo è parte lesa, è stato avvertito del provvedimento e l'avvocato Giuseppe Volante, che lo rappresenta, assisterà agli interrogatori. Nel '77 il dottor Valjean Grassini. consigliere comunista dell'amministrazione del San Giovanni, nel corso di un'infuocata seduta, aveva costretto il consiglio a informarsi ufficialmente sulla mortalità postoperatoria del centro di cardiochirurgia. La richiesta era stata presentata dal professor Campana, la massima autorità tecnica dell'ospedale. Questi aveva incaricato il dottor Macagno, ispettore sanitario, di recarsi presso il centro di cardiochirurgia e compilare la statistica. Il medico aveva lavorato in tandem con un chirurgo del centro, il professor Federico Fossati. Raccolti i dati il dottor Macagno li aveva consegnati al professor Campana che, nel presentarli al consiglio d'amministrazione, li aveva affiancati ad alcuni «dati della letteratura medica». Dal confronto risultava che la mortalità, nel centro «Blalock-, era, in alcuni casi, più bassa della media mondiale. Non solo, invece, la mortalità del cenrto era più alta, ma i dati reali erano ancora più drammatici di quelli riportati nella statistica compilata dalla sovrintendenza sanitaria. Le percentuali erano state manipolate, erano stati modificati i registri operatori e le cartelle cliniche. Da alcune di queste risultavano dimessi guariti pazienti che. invece, erano morti. Il sostituto procuratore della Repubblica, dottor Livio Pepino, alleva sequestrato le cartelle del centro e la documentazione adoperata per compilare la statistica. Aveva inviato una ventina di comunicazioni giudiziarie ad altrettanti medici, molti dei quali furono scagionati dopo pochi giorni. Il dottor Calafiore, che insieme con il dottor Sasso aveva falsificato le cartelle, era stato arrestato ma non ha mai detto al giudice per conto di chi avesse certificato il falso. Personalmente, infatti, non aveva alcun interesse a far passare per vivi pazienti morti dopo essere stati operati da altri. Con questi sei mandati di comparizione il giudice Palaia si ripropone di imprimere alle indagini una svolta conclusiva. Nel mese prossimo dovrebbe essere firmata l'ordinanza di rinvio a giudizio dei responsabili, c. mane.
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