Asti, pasta e fagioli
Asti, pasta e fagioli Sagre a tavola con il sapore della tradizione Asti, pasta e fagioli Il festival promosso dalla Camera di commercio è anche un modo nuovo di stabilire rapporti turistici e commerciali tra campagna e città - Ieri alla ribalta San Marzanotto, il «paese dei giovani» DAL NOSTRO INVIATO ASTI — Il segreto del successo sta anche nell'etichetta che accoppia l'allegria di un «festival» alla tradizione della -sagra». Nelle colazioni e nelle cene delle Pro loco che da sei anni propongono il «Festival delle sagre astigiane» c'è la riscoperta dell'inverno contadino fatto di lunghe veglie tiepide nelle stalle e nelle cucine, a conversare intagliando legno e intrecciando vimini. E c'è profumo di vino giovane, di pane insaporito di aglio, di torta bagnata nel Barbera. Odori e usi di antico Piemonte: ogni volta che si accendono i fuochi nel cantinone della Camera di commercio in piazza Alfieri la gente fa ressa all'ingresso per conquistarsi un posto a tavola. Dall'inizio dell'anno vi hanno già preso parte 12 mila ospiti, di cui il 30 per cento venuto da altre province. «Abbiamo cominciato con le forchette di plastica — ricorda il presidente della Camera di commercio, Borello — e con Pro loco che nicchiavano. Ed eccoci ormai alla ricerca di un salone per la Douja d'or e le altre manifestazioni e mostre in modo che questi locali sotterranei possano diventare sede permanente per le serate di cucina e di' musica campagnola». Quattordici le Pro loco di turno (al Festival hanno già aderito 45 comuni su 120): paesi radicati nella storia piemontese accanto a piccole frazioni dai nomi squillanti che si affacciano alla ribalta della popolarità dopo annosi silenzi: Santa Caterina di Rocca d'Arazzo, Revigliasco, Motta di Costigliele, San Marzanotto, Penango, Agliano, Montemagno, Mongardino. Roccaverano, Cinaglio, Montegrosso, Tonco, Montana, San Marzano Alfieri. Il mondo di Alfieri e Pavese interpretato in chiave di agnolotti, tajarin, ba¬ gna cauda e pasta e fagioli. Questo — che è il più autentico piatto della campagna piemontese perché nella lunga cottura testimonia la pazienza di una gente avvezza a vivere senza fretta, con filosofia — è stato presentato con grande successo sabato e ieri dalle ragazze in costume, dai cuochi improvvisati e dai suonatori di zucche di San Marzanotto, uno dei paesi più vivaci dell'Astigiano che sembra aver risolto il problema del ritorno dei giovani alla terra. Ma tra una cucchiaiata e l'altra, c'era anche chi ricordava l'incredibile gusto delle «verdure giuste e comandate», vale a dire soprattutto dei cardi locali che si scioglievano in bocca nella gran «bagna cauda» presentata la settimana prima da Motta di Costigliele. Al di là del piacere epicureo della buona tavola, la Camera di commercio di Asti sta tentando con questo suo almanacco gastronomico un ricupero della civiltà contadina che, ispirata da un bicchiere di Barbera, esprime il meglio della sua natura, cordiale e sagace, pronta all'incontro e al dialogo a cui farà seguito la contrattazione per la compra-vendita suggellata da una stretta di mano. Un modo nuovo e arguto — questo Festival delle sagre — di proporre rapporti turistici e commerciali tra campagna e città. Vittoria Sincero
Luoghi citati: Asti, Cinaglio, Mongardino, Montana, Montegrosso, Penango, Piemonte, Rocca D'arazzo, Roccaverano
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