Carter andrà a prenderli in Germania?

Carter andrà a prenderli in Germania? Carter andrà a prenderli in Germania? WASHINGTON — La liberazione degli ostaggi di Teheran sembra ormai questione di ore. A Washington, in un'intervista alla televisione nel pomeriggio, il consigliere della Casa Bianca Brzezinski è stato cauto: «Abbiamo sentito l'annuncio», ha detto. «E' un segno positivo. Dobbiamo però ammonire tutti che finora nessun accordo ci risulta firmato». Da Camp David, dove ha trascorso il week-end, il presidente Carter è rientrato immediatamente a Washington per prepararsi a incontrare gli ostaggi nel caso che essi siano rilasciati entro quarantotto ore. Brzezinski, nell'intervista, ha sottolineato che prima del rilascio Carter e il premier iraniano Rajai dovranno firmare l'accordo e il relativo protocollo di attuazione: «Si tratta di formalità che non riusciremmo a sbrigare molto in fretta», ha avvertito. In un'altra intervista il vicepresidente Mondale ha indicato che «vi è adesso una sostanziale differenza nell'atteggiamento del regime di Khomeini». «E' meglio non nutrire eccessive illusioni — ha però continuato — anche se sarebbe magnifico se i prigionieri acquistassero la libertà prima della scadenza del mandato del Presidente». E' una corsa contro il tempo: originariamente, gli Sta-' ti Uniti avevano posto all'Iran l'ultimatum per venerdì scorso, poi l'hanno esteso a domani. E'indubbio che, an-che in caso di impasse, i negoziati continueranno fino all'ultimo minuto. Ma la situazione potrebbe cambiare, dopo l'ingresso di Reagan. Lex governatore della California, che assumerà la suprema carica dello Stato domani alle ore 18,30 ora italiana, ha dichiarato all'uscita dalla Messa che se il rilascio degli ostaggi dovesse avvenire subito dopo il suo insediamento, firmerebbe senz'altro l'accordo. «Prego affinché i prigionieri rientrino in patria oggi o domani», ha detto. «L'Iran sappia però che non firmerei assegni in bianco». // presidente designato, che è tenuto quotidianamente al corrente degli sviluppi, ha aggiunto: «Vi è motivo di essere ottimisti». In passato, aveva definito gli iraniani «barbari». Ad Algeri, dove da giovedì lavora giorno e notte con i mediatori algerini e un gruppo di finanzieri e avvocati americani ed europei, il sottosegretario di Stato Christopher ha confermato di avere ricevuto un messaggio dall'Iran. Sembra che si tratti della bozza del testo definitivo dell'accordo. Christopher non ha invece dato conferma di un'altra notizia dell'agenzia di stampa Pars, secondo cui un Boeing 707. è partito dall'Algeria alla volta di Teheran, per prelevare gli ostaggi. Come sabato, così ieri l'aeroporto della capitale iraniana è rimasto chiuso al traffico civile. Si è anche appreso che thayatollah Kohomeini ha ricevuto «per una importante comunicazione» il presidente BaniSadr. A Washington, il clima è di febbrile speranza. Il segretario di Stato Muskie e il ministro del Tesoro Miller stanno ultimando le discussioni con i dirigenti delle banche presso cui sono depositati i fondi iraniani da restituire in cambio degli ostaggi. Una équipe di trenta tra medici, funzionari e ufficiali è segretamente partita per la base militare di Wiesbaden in Germania, dove furono portati i tredici prigionieri liberati a novembre del '79, e dove i 52 rimanenti passerebbero una settimana di «decompressione». Potrebbe porsi alla sua testa, raggiungendola all'ultimo istante, lo stesso presidente Carter. Sono stati avvisati di tenersi pronti a partire anche i familiari dei detenuti. Intorno ai familiari dei detenuti si è delineato un . movimento di solidarietà. e. c. (Cavallo)

Persone citate: Brzezinski, Cavallo, Khomeini, Mondale, Pars, Rajai, Reagan