Gesù bambino parlava russo quest'anno per le figlie dei dipendenti comunali

Gesù bambino parlava russo quest'anno per le figlie dei dipendenti comunali L'opposizione accusa: in Comune potevano risparmiare sui regali di Natale Gesù bambino parlava russo quest'anno per le figlie dei dipendenti comunali Dentro le macchine per cucire c'era l'istruzione scritta in caratteri cirillici Il Natale, le feste. Gesù Bambino sono ormai un lontano ricordo, ma quelle macchine per cucire -mode in Urss», quelle racchette Spalding uscite dal supermarket Milanesio o le scatole di ping pong, acquistate nei grandi magazzini Caudano, che ogni giorno rendono felici i figli di 7400 dipendenti comunali, stanno invece preoccupando non poco le notti di qualche assessore comunale. Un'altra polemica sta scoppiando in Comune dopo quella del 'povero-miliardario» proprietario di alloggi e di negozi, che zitto zitto era riuscito a farsi assegnare una casa popolare. E manco a farlo apposta anche questa volta è un giovane consigliere de, Serio Gaiotti, che denuncia il caso, grida allo scandalo e fa, d'accordo con altri due colleghi di partito (Angeleri e Accatino), un'interrogazione al sindaco. I tre vogliono sapere come mai siano stati spesi 100 milioni per le strenne natalizie da regalare ai figli dei dipendenti, quando si potevano risparmiare almeno 40 milioni E inoltre perché il tutto è stato concertato in fretta e furia, a cose fatte, quando Natale era ormai passato. La delibera d'urgenza porta in¬ fatti la data del 28 dicembre, mentre i regali per i 7400 ragazzi sono arrivati prima del 20. Non solo, ma come mai, si chiede ancora Gaiotti, Gesù Bambino per 159 bimbe è arrivato dalla lontana Unione Sovietica sotto forma di altrettante macchine per cucire, con relativa istruzione scritta in russo, pagate alla ditta che le importa 11 mila 229 lire caduna. Iva compresa, invece di 7 mila e 700 lire, sempre Iva compresa, prezzo cui le vende un'altra casa concorrente? « Un vero scandalo», secondo il consigliere de, perché il nostro Paese, in Europa, è il massimo produttore ed esportatore di giocattoli con un fatturato annuo (i dati sono dell'Istat) di oltre 600 miliardi. E allora perché mai non si è pensato di comperare giocattoli -made in Italy?». E direttamente alla fonte; cioè in fabbrica invece che in negozio o nei grandi magazzini. Analizzando più a fondo le cifre il consigliere de denuncia inoltre che su 7400 'pezzi» acquistati dal Comune, ben 1900 sono di provenienza estera: oltre che dall'Urss arrivano dalla Bulgaria, dalle due Germanie, dalla Jugoslavia, dal Giappone e dall'Inghilterra. Ma sotto accu¬ sa non ci sono soltanto le macchine per cucire «mode in Urss». Il Comune ha pagato care anche le 121 racchette Spalding: 11 mila lire caduna contro le novemila che Milanesio fa di solito sborsare a chi compera più di trenta -pezzi»; stesso discorso si deve fare peri telai di legno e per le scatole di ping pong. S'è acquistato tutto in fretta, sema badare alle spese, senza tener conto che dalle cas-. se del Comune escono i soldi della collettività: questo il succo del pensiero di Gaiotti. Le accuse sono rivolte alla commissione comunale che ha deliberato (un po' in ritardo?) l'acquisto di giocattoli. La presiede l'assessore all'economato Bonifetto, socialista, ex sindaco di Settimo. Se qualcuno è colpevole — ha subito dichiarato — certamente pagherà. Poi è passato al contrattacco accusando il consigliere de di cercare facile notorietà attraverso la denuncia pubblica, mentre avrebbe fatto molto meglio a portare tutta la documentazione raccolta sul caso in Comune e vagliare poi quanto c'è di vero o di falso. Comunque, ha tagliato corto l'assessore, se i dati sono veri, apriremo un'inchiesta. E ha aggiunto: -La commissione ha selezionato 50 giochi tra i 180 offerti dalle ditte. Era nel suo diritto selezionare i balocchi secondo le preferenze indicate dai genitori Non ci sono stati certamente abusi». Ma Gaiotti dopo aver lanciato la sfida, non si tira certo indietro e in una delle prossime sedute del Consiglio comunale (probabilmente la prossima settimana) l'interrogazione sarà discussa. Ciò che il consigliere de non digerisce, oltre naturalmente ai giocattoli pagati a caro prezzo, è che non siano state privilegiate le fabbriche cittadine (ce ne sono cinque) o quelle piemontesi (sono undici). E questo è grave perché, anche se siamo stati sino all'anno scorso grossi produttori da qualche mese ci sono segni di crisi nel settore, anche se i prezzi delle nostre ditte sono ancora assolutamente concorrenziali. Per non parlare degli sconti — conclude Gaiotti con una battuta — fatti da una ditta torinese ad un Comune della cintura che voleva risparmiare: ha praticato per le strenne natalizie -tagli» di oltre il 40 per cento. Certamente quei 40 milioni che secondo l'accusa potevano restare nelle casse del Comune scateneranno ora polemiche fra i banchi del Consiglio

Luoghi citati: Bulgaria, Europa, Giappone, Inghilterra, Jugoslavia, Unione Sovietica, Urss