I londinesi all'assalto di «Harrods» risse, danni e 10 miliardi d'incasso

I londinesi all'assalto di «Harrods» risse, danni e 10 miliardi d'incasso LA BATTAGLIA PER I SALDI DEL GRANDE MAGAZZINO I londinesi all'assalto di «Harrods» risse, danni e 10 miliardi d'incasso LONDRA —Più di 10 milioni di lire di danni, battibecchi a non finire e una confusione totale hanno caratterizzato la «presa» di Harrods. All'ora fatidica, le 9 di sabato mattina, il prestigioso emporio londinese è stato preso letteralmente d'assalto da una marea di gente. La scena era la solita delle grandi liquidazioni di Harrods: c'erano gli stakanovisti delle svendite che pur di accaparrarsi un oggetto di valore a prezzo irrisorio si sobbarcano estenuanti ore d'attesa, magari nel freddo pungente dalla notte: i rissosi che pretendono di passare sul corpo dei concorrenti, e quelli che sfogano l'ira covata da mesi per l'inarrestabile scalata dei prezzi con atti di vandalismo. Il tutto in un'atmosfera di grande eccitazione. Non sempre, costretti a lottare contro forze preponderanti, i 6500 dipendenti dell'emporio sono riusciti a tener testa alla furia scatenata della folla. Nel reparto degli articoli elettronici, dove per l'occasione erano in vendita 2000 apparecchi televisivi a metà prezzo, gli addetti — causa la ressa — si sono visti costretti a sospendere le vendite e a invitare la clientela a tornare la settimana prossima. E' stato in questo reparto, considerati anche il costo e la delicatezza degli articoli, che si sono avuti i danni più rilevanti. «Corpo a corpo» si sono registrati anche nel reparto biancheria: qui poco è mancato che le manette delle guardie giurate, costrette ad avere mille occhi per evitare che qualche cliente svelto di mano facesse sparire gli articoli fiduciosamente messi a disposizione del pubblico, si serrassero attorno ai polsi di qualche casalinga più battagliera del solito. Nel reparto pellicce, gli articoli più ghiotti fra quelli esposti negli stands allestiti ai quattro piani dell'emporio, c'è stata anche una piccola dimostrazione contro la crudeltà inflitta agli animali. Ma le si¬ gnore impegnate a accaparrarsi le preziose pelli a metà prezzo hanno seguitato imperterrite i loro acquisti. Danni sono stati segnalati anche nel reparto porcellane dove, a detta di un cliente, ci sono stati più cocci che articoli venduti. Nonostante tutto i responsabili delle vendite sono soddisfatti. Il direttore generale di Harrods, Aleck Craddock, in base agli scontrini ha reso noto che i proventi della prima giornata di saldi hanno superato il tetto record dei 10 miliardi dell'anno scorso. Previsioni ottimistiche anche per i prossimi giorni. Quest'anno Harrods si fa notare, offre al pubblico una più ampia gamma di articoli e malgrado la crisi la gente è pronta ad allentare i cordoni della borsa pur di assicurarsi merce di qualità. Qualche curiosità su questo bazar di lusso (la stessa regina Elisabetta non disdegna di servirsi, di tanto in tanto, da Harrods) che ogni anno viene assaltato da migliaia e migliaia di londinesi: nel quartiere chic di Knightsbridge, l'emporio è dotato di un ristorante in grado di rifocillare 25.000 persone (tanti erano i pasti previsti per ieri): al personale sono state consegnate due milioni e mezzo di buste di plastica per gli acquisti: l'illuminazione richiede tanta energia che potrebbe illuminare una piccola città per un giorno. In effetti Harrods è una piccola città: oltre al servizio ristorante, l'emporio accetta ordinazioni per funerali e per sposalizi, progetta vacanze, vende case e dispone di una banca propria. Non per niente l'emporio, fondato nel lontano 1849 da Henry Harrod e divenuto nel corso dei decenni il più grande d'Europa e il più famoso di Londra, si autoreclamizza con questo slogan: «Il negozio dove si possono comprare una libbra di patate o una pelliccia di visone».

Persone citate: Craddock, Del Grande, Elisabetta, Henry Harrod

Luoghi citati: Europa, Londra