Da nuovi scavi scoperte inattese?

Da nuovi scavi scoperte inattese? PROGETTI E SPERANZE NEGLI AMBIENTI CAPITOLINI E IN QUELLI CULTURALI Da nuovi scavi scoperte inattese? ROMA — Solo qualche flebile nostalgica opposizione insinua che nel sottofondo di questa gigantesca operazione c'è l'intento della Giunta comunale di conquistare consensi, anche internazionali, in vista delle prossime elezioni amministrative. Per il resto il dado è tratto: lo stradone pomposamente battezzato dal regime fascista Via dell'Impero perché vi dovevano marciare le quadrate legioni al passo dell'oca, verrà disfatto. Nel prossimo futuro non taglierà più in due la zona archeologica che va dal Campidoglio al Palatino, al Foro di Traiano, al Foro di Cesare, di Augusto, di Nerva e al Tempio della Pace fino alla Basilica Ulpia. Costruita di gran carriera per festeggiare il 28 ottobre 1932, decennale della marcia su Roma, fece piazza pulita di tutto un bel quartiere rinascimentale, scacciandovi quattromila abitanti e seppellì sotto l'asfalto 64 mila metri quadrati di ruderi dei Fori. Descritta dai giornali del tempo come «la Via sacra della nazione fscista». doveva collegare Piazza Venezia al Colosseo. Per farla, si dice ora, fu compiuto uno scempio che nemmeno le orde normanne di Roberto Guiscardo, nel 1048. seppero attuare e pari ai successivi saccheggi di marmi e colonne per edificare chiese e nuovi palazzi. Negli ambienti capitolini e in quelli culturali della città si stanno vivendo ore di impazienza febbrile. In parte dovute, ovviamente, al desiderio di vedere ripristinata tutta la zona com'era all'epoca della grandezza di Roma e in parte perché si vagheggia di poter fare qualche inaspettata scoperta durante gli scavi. Ciò che finora si sa di poter dissotterrare è una piazza a porticato e un'antica passeggiata pedonale fra i monumenti che riaffioreranno. Intanto l'operazione è già cominciata in via del Foro Romano (o via della Consolazione). La strada, da tempo chiusa alle auto perché s'era scoperto che i monumenti in cui si inoltrava erano danneggiati dal passaggio degli automezzi ed infettati dai gas di scarico, viene smantellata con amorevole cura. Si ricrea cosi un diretto collegamento fra il Campidoglio e il Foro riportando al sole la Via Sacra che si insinuava sotto l'Arco di Settimio Severo e ascendeva fino al tempio di Giove Capitolino. Per quanto riguarda la vera e propria Via dei Fori Imperiali le operazioni da fare sono due. Una abbastanza agevole, che è lo smantellamento e lo scavo dei giardinetti creati ai fianchi dello stradone mussoliniano, nel tratto verso Piazza Venezia, ed una seconda piuttosto complicata. Bisogna erigere una diga al fiume di auto (2000 all'ora in ogni senso di marcia) e dirottarlo altrove. Dove? Mah. Qui c'è proprio da inventare altri percorsi alternativi. Un vero problema urbanistico da risolvere. I costruttori della via dell'Impero, poco proiettati nel futuro e non immaginando la moderna espansione automobilistica, non avevano previsto l'intasamento del centro storico. Anzi concepirono la gran via proprio come arteria che conducesse verso il cuore della città. Insomma doveva servire appunto ad incanalare il traffico per Piazza Venezia, Piazza Colonna, via del Corso, Largo Chigi, come attraverso il collo di un imbuto. Un collo da imbuto che oggi provoca terrificanti ingorghi alla confluenza di Piazza Venezia. Gli automobilisti — sospinti verso questa piazza, famosa anche per il mitico balcone, bloccati se privi di speciali permessi davanti a via del Corso — vagano come dannati alla ricerca di uno sbocco qualsiasi. L'eliminazione del collo da imbuto darebbe un po' di respiro a Vittorio Emanuele III a cavallo sul monumento, ma come sbarazzarsi degli automezzi che viaggiano su questa autostrada delle ambizioni? Ipotesi non è che se ne facciano molte. Per il flusso che da piazza Venezia va verso il Colosseo si pensa ad un dirottamento lungo la via del Mare e quindi la via dei Cerchi, ma per il senso inverso non resta che andare a sbattere il muso in un labirinto di stradine, dove già adesso è un inferno. Comunque a partire dalle prime domeniche di febbraio si procederà a chiude- re sperimentalmente via dei Fori Imperiali. Ha detto il sindaco: «Vivere a Roma è un privilegio per il quale vale la pena di pagare qualche prezzo». Ha parlato di «nuova politica per il centro storico-, di «spostamento di direzionalità-. E ha aggiunto: «Se necessario ricorreremo ad una terapia d'urto-. Sembra Churchill che prometteva sangue e lacrime, ma invece della vittoria su Hitler avremo un immenso parco archeologico dalla scenografia impareggiabile nel cuore della città. Dopo l'esperimento domenicale si procederà ai lavori sul primo tratto, quello a ridosso di Piazza Venezia. Per la spesa si affonderanno le mani nei 180 miliardi stanziati dal Consiglio dei ministri per la preservazione dei monumenti di Roma, provvedimento già passato in Senato ma non ancora alla Camera. E si direbbe che il gran rumore che si sta facendo su tutta l'operazione debba anche servire a spingere i deputati alla sua rapida approvazione. Lamberto Antonelli Uno scorcio con i ruderi del Foro romano

Persone citate: Churchill, Hitler, Lamberto Antonelli, Settimio Severo, Traiano, Vittorio Emanuele Iii

Luoghi citati: Roma