Notte di fuoco nella Valle dell'Orco

Notte di fuoco nella Valle dell'Orco Notte di fuoco nella Valle dell'Orco Il vento improvviso ha alimentato le fiamme che covavano tra gli arbusti - Il fronte degli incendi si è esteso per 30 chilometri minacciando alcune frazioni di Locana - Le sirene dei vigili del fuoco hanno ululato dalle 22 alle 5 del mattino - 250 militari, vigili del fuoco, guardie forestali, hanno partecipato all'imponente lotta - Danni per diversi miliardi solo al patrimonio ecologico E' arrivato il vento, un vento caldo che spirava trasversalmente investendo tutta la zona. E il fuoco che in Valle Orco da giorni covava sotto le radici di alberi inceneriti, sotto il fogliame secco, è divampato assumendo le proporzioni del più gigantesco rogo che, a memoria d'uomo, si possa citare in Canavese. Nella notte di sabato e sino a ieri pomeriggio sono bruciati circa 4000 ettari di terreno, alpeggi, pascoli, migliaia di pini, faggi e castagni. Anche il territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso è stato invaso, con danni incalcolabili. Distrutte una trentina di baite, e una frazione abitata solo nel periodo estivo. Ieri pomeriggio neve e pioggia hanno spento i roghi nelle zone più a monte. A Sparane, però, la situazione resta critica: è minacciata da vicino la frazione Bose. H bilancio è naturalmente incompleto: di tanto in tanto il vento torna a spirare impedendo agli elicotteri della Eli Alpi e del consorzio di Mongardino di alzarsi per scaricare migliaia di litri di acqua sulle fiamme. Le zone più colpite sono Bardonetto, Bosco e Glas eh eri a, frazioni di Locana. Ma il fronte delle fiamme ha raggiunto una estensione superiore ai 30 chilometri, da Ribordone a Ceresole, sulla sinistra orografica del torrente Orco. Sulla destra invece erano minacciate parte delle 92 frazioni di Locana. n vento si è alzato nel tar¬ do pomeriggio di sabato, quando ormai sembrava che l'incendio di Ribordone, quello che da sei giorni stava invadendo le Valli del Soana e la zona di Sparane, potesse essere domato. Destava preoccupazioni quello di Ceresole che da due giorni incombeva sul Garsinés a valle del paese. La situazione, tuttavia, pareva sotto controllo. In un paio d'ore, invece, i due roghi si sono uniti creando un unico, incontrollabile fronte. H vento — dicevamo — è la causa dell'incendio, ma an- che l'opera di irresponsabili che hanno appiccato le ■ fiamme nelle zone che non bruciavano ancora. A Bardonetto un agricoltore ha visto chiaramente uno sconosciuto appiccare un fuoco a poche decine di metri dalla statale. Le sirene dei vigili del fuoco hanno suonato dalle 22 di sabato alle 5 di domenica: i pompieri di Cuorgnè, Rivarolo e Castellamonte sono arrivati a dar man forte ai volontari e agli uomini della forestale da dieci giorni impegnati nella lotta contro le fiamme. Nei boschi superare un dislivello di 50-100 metri costava sforzi enormi a uomini già sfibrati: l'aria era irrespirabile, la cenere arrivava sino a Cuorgnè e oltre ancora. La situazione più grave a Bardonetto, con le fiamme sulla statale e il traffico deviato dai carabinieri, a Bosco, dove i settanta abitanti sono fuggiti dalle case, a Glascheria dove una immensa pineta è bruciata in un amen. Ma anche nella zona compresa tra Noasca e Fornolosa era tutto un immenso rogo: bruciata la frazione Mattutl, in questo periodo disabitata, e alcune case a Sant'Anna dove i volontari hanno salvato miracolosamente l'antico santuario già lambito dalle fiamme. Il momento più brutto da mezzanotte alle tre: un altro rogo si è sviluppato sulla destra di Locana, i cui 4000 abitanti erano in pratica circondati dalle fiamme. Oltre alla paura, c'era e c'è in tutti la consapevolezza dei danni ecologici: «Se bruciano le pinete non abbiamo più nessun riparo contro le slavine' dice preoccupato il vice-sindaco Bruno Mattiet. A Bardonetto gli uomini della azienda elettrica hanno aperto le cascate per arginare naturalmente le fiamme ormai vicine alle case. Altro rimedio adottato quando la situazione si aggravava era accendere controfuochi che hanno sempre avuto successo, anche se il vento metteva paura. Una squadra di volontari si è trovata tra due roghi e gli uomini sono fuggiti precipitosamente non senza gravi rischi per la propria incolumità. Per fortuna, si segnala un solo incidente. Vittima un contadino, Giovanni Vallino, che è rovinato in una scarpata riportando ferite a una gamba: è ricoverato all'ospedale di Cuorgnè. n presidente della Comunità Montana, Albino Bellino, ha passato la notte sul versante destro, a Piandemme e Balmelle che rischiavano di bruciare: 'Un incendio appiccato volontariamente senza alcun dubbio. Qui c'è una organizzazione che non so perché compie questi attentati: All'alba la situazione è andata migliorando: nevicava a Ceresole, pioveva a Noasca e più tardi piovigginava a Locana. Tutti gli uomini a disposizione (250 militari, pompieri e forestali) si sono spostati a Sparane dove la frazione Bose è seriamente minacciata. Di danni per il momento si parla solo in modo approssimativo: 'Diversi miliardi — dice Bellino —solo come patrimonio ecologico. Quanto atte costruzioni non saprei proprio: Ver Dania — / vasti incendi di boschi che ieri mattina sembravano estinti sono ripresi con una certa violenza dalpomeriggio tra l'Alpe Pala e il Pian Cavallotti; sopra Oggiogno e tra Cambiasca e Caprezzo. Nell'operazione di spegnimento sono nuovamente intervenuti due elicotteri Ancora in serata erano al lavoro vigili del fuoco, soldati guardie forestali e volonterosi Alcuni tra gli incendi sono chiaramente do- tosi Giampiero Pavlolo li furioso incendio che è divampato per tutto ieri nell'alto Canavese

Persone citate: Albino Bellino, Bellino, Bruno Mattiet, Giampiero Pavlolo, Giovanni Vallino, Glas