Le feste senza neve: bilanci in rosso in tutte le stazioni di sport invernali

Le feste senza neve: bilanci in rosso in tutte le stazioni di sport invernali Piste spelacchiate, molti impianti sono rimasti fermi Le feste senza neve: bilanci in rosso in tutte le stazioni di sport invernali Da Bardonecchia a Sansicario gli operatori turistici hanno le mani nei capelli - Anche i cenoni di Natale e Capodanno sono stati fatti in casa - Sauze d'Oulx salvata dagli inglesi Le vacanze di Natale sono passate e la neve non è venuta. Nelle stazioni di sport invernali si tenta un primo bilancio, ma, soprattutto, ci si preoccupa per il futuro. «Da oggi incominciano le settimane bianche», precisa il direttore dell'Azienda autonoma di Bardonecchia, Nosenzo, «e abbiamo già ricevuto molte disdette. D'altra parte le settimane sono organizzate per sciare e non possiamo pretendere che la gente venga su se non c'è la neve». In sede di bilancio consuntivo delle vacanze appena concluse, le più danneggiate sono ovviamente le società degli impianti: nei casi migliori — Sestriere e Sauze d'Oulx — sono riuscite a far girare un terzo degli impianti e non certo al ritmo degli altri anni Ancora peggio sono andate le cose a Bardonecchia e Sansicario dove gli impianti in funzione sono stati pochissimi «Oltretutto, nel conteggio delle perdite, ai mancati guadagni si devono anche aggiungere le spese per il personale che è rimasto inattivo, ma è stato regolarmente pagato», dice Sandro Persane, presidente della Sansicario Ski Secondo gli operatori turistici delle varie stazioni, il bilancio complessivo — tenendo appunto a parte gli impianti — si chiude più o meno come gli altri anni Si dimostra dunque inesatta la sensazione di chi pensava che non potendo sciare la gente si riversasse a far spese nei negozi «Per la strada non si riusciva neppure a camminare», dice Carlo Besson, l'ex azzurro di Sauze d'Oulx, proprietario di due impianti e di un negozio di articoli sportivi «Ma la gente si fermava davanti alle vetrine, non en- trava a comperare. O, al massimo, entrava per comperare un paio di scarpe da footing che costano 20 mila lire e non gli scarponi da 60 mila come succedeva quando c'era neve. Della stessa opinione è il direttore dell'Azienda autonoma di Sestriere, Sergio Pezzetti: «Il clima non era più quello allegro degli anni scorsi», dice. «La gente passeggiava, guardava le vetrine, poi se ne tornava a mangiare a casa o in pensione (Pezzotti è anche presidente dell'Associazione commercianti nd.r.). Alcuni ristoranti in quota non hanno neppure potuto aprire e quelli in paese hanno lavorato come sempre». Anche Nosenzo rincara la dose: «A Bardonecchia, chi aveva qualche soldo lo usava per andare a sciare in Francia». Gli unici a essersela cavata sono stati gli alberghi Chi aveva già prenotato non ha disdetto: è ugualmente andato in montagna accontentandosi di sciare fra i sassi o cercando altre attività come il fondo, il footing o... le carte. Qualcuno, però, si è stufato rapidamente e ha anticipato la partenza al primo o al 2 anziché aspettare ieri. La situazione, poi è ovviamente diversa da stazione a stazione: facile avere il tutto pieno per Sestriere dove i posti in albergo sono pochissimi più complicato per Bardonecchia dove c'è una grande disponibilità A Sauze c'è stato, come sempre, il toccasana delle comitive inglesi Le preoccupazioni maggiori però, riguardano, come si diceva, il futuro. «Prima di tutto nella vendita degli stagionali», dice Pezzotti «Dopo Natale se ne sono sempre venduti pochi, quest'anno ne abbiamo venduti pochi anche prima. E c'è il rischio che il prossimo anno la gente non voglia più correre rischi». Afa il discorso non vale solo per gli impianti: anche le prenotazioni negli alberghi e degli alloggi potrebbero risentire gli strascichi di questa disgraziata stagione. Giorgio Destefanls

Persone citate: Carlo Besson, Giorgio Destefanls, Nosenzo, Pezzotti, Sandro Persane, Sergio Pezzetti