Scuole private, un boom

Scuole private, un boom Negli ultimi dieci anni raddoppiati gli iscritti Scuole private, un boom Quasi 50 mila alunni, pari al 15 per cento di tutta la popolazione studentesca dalle elementari alle medie superiori (Torino e provincia), non vanno alle pubbliche Perché nell'ultimo decennio gli iscritti alla scuola privata sono raddoppiati? Perché le famiglie hanno deciso di sobbarcarsi una spesa considerevole pur avendo a disposizione il servizio gratuito? n Censis (Centro studi investimenti sociali) ha preparato sul fenomeno uno studio per il Consiglio nazionale dell'Economia e del Lavoro (Cnel). Ecco il quadro generale che emerge dal viaggio nell'arcipelago delle private. Il 56,1 per cento degli intervistati ha detto di aver scelto la scuola non statale in quanto 'attirati dalla serietà degli studi». Tra le altre motivazioni principali c'è -la stabilità del corpo docente», -la preparazione degli insegnanti», - l'educazione morale», «le condizioni igienico ambientali», «te attività integrative», »il recupero anni». In Italia gli iscritti alle private rappresentano il 13,8 per cento dei ragazzi in età scolare. Questo valore raggiunge il 20 per cento nei centri principali. Un tempo l'istruzione privata era privilegio del ceto medio borghese. Oggi la situazione è più composita. I nuclei familiari con introito di 6-7 milioni l'anno rappresentano il 14 per cento di coloro che mandano i figli alle private. Significa che anche operai, impiegati, insegnanti (cioè persone con redditi limitati) accettano il sacrificio pur di poter contare su •serietà, stabilità, preparazione». La richiesta sembra essere non tanto di una scuola d'avanguardia, ma di una organizzazione tradizionale. In sostanza i genitori, avviliti e confusi di fronte allo scossone post-sessantottesco della scuola pubblica, hanno trovato, o creduto di trovare, rifugio in quella privata. Come si comportano i torinesi? Abbiamo compiuto una breve indagine che vediamo in dettaglio. Gli iscritti nelle elementari non statali della citta e della provincia sono 19.500, l'il per cento dei bambini che frequentano. Le elementari in maggioranza non sono riconosciute legalmente dal ministero (eccetto qualcuna a carattere confessionale): ad ogni fine anno cioè c'è un esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva. Nelle medie inferiori (quasi tutte con riconoscimento legale) gli iscritti sono 13.500 pari al 12 per cento. Nelle superiori legalmente riconosciute (escluse perciò quelle del recupero anniO le cifre salgono rispettivamente a 15.975 ed al 18,5 per cento. In totale, per i tre ordini di scuole, 48.975 alunni, pari al 15 per cento. La spesa, come si vede dalla allegata tabella, oscilla fra estremi molto lontani. Dipende dal tipo di scuola e da ciò che essa offre. Nelle laiche il costo è di norma più elevato, anche perché alcune -offerte opzionali» sono in pratica obbligate, pena il rifiuto dell'iscrizione. Le confessionali (parecchie sono sorte per la conservazione di tradizioni e valori culturali) sovente godono di sovvenzioni e sono perciò meno costose. Il risultato a fine anno scolastico merita il sacrificio economico? La risposta è senza dubbio soggettiva e si ricollega non soltanto alla funzionalità del servizio, ma anche ai bisogni del singolo. Ma l'apparenza può nascondere sorprese sgradevoli e pericolose. In linea di massima le scuole legalmente riconosciute fun¬ zionano meglio di quelle puramente private. Sono autorizzate e controllate dal ministero dell'istruzione, hanno corsi e programmi uguali a quelli delle statali, alle quali gli studenti possono trasferirsi senza dover affrontare esami. In alcuni casi, soprattutto per le superiori, gli istituti privati sopperiscono alle carenze del settore pubblico. Il fenomeno è rilevante per i licei linguistici. Lo Stato non è presente, né a Torino né in provincia, pur essendo questo tipo di studio molto richiesto. Inoltre in provincia l'iniziativa privata va a coprire quelle zone sprovviste di determinate specializzazioni. C'è chi preferisce pagare la retta piuttosto che fare ogni giorno il pendolare con sedi pubbliche scomode. Ma la vera molla che spinge verso l'istituto privato è forse il desiderio di innalzare attorno ai propri figli un muro protettivo. O almeno di rinviare al più tardi possibile l'impatto con la società che avverrà inevitabilmente nel momento del lavoro o dell'università. Maria Valabrega Alcuni esempi di spese annue per allievo Xipo di Private legalmente riconosciute Private senza riconoscimento scuola laiche confessionali laiche confessionali Elementari — 290.000- 800.000 1.200.000-2.500.000 800.000-1.100.000 Medie inf eriori 1.300.000-1.800.000 800.000-1.100.000 1.200.000-2.300.000 — Medie superiori 1.400.000-2.000.000 900.000-1.100.000 1.400.000-2.200.000 — Recuperoanni — — 1.800.000-2.800.000 — Le cifre sono puramente indicative. Le scuole confessionali di norma godono di sovvenzioni e possono praticare tariffe piu basse. 11 loro servizio didattico-educativo, fatte salve le inevitabili eccezioni, e completo e serio. Le medie inf eriori e superiori confessionali, sono riconosciute dal ministero. Gli unici corsi puramente privati sono gratuiti e diretti soprattutto al recupero di anni ed all'inserimento sociale. Le organizzazioni laiche prevedono anche l'una tantum di fineanno per l'assistenza esami f uori sede, l'eventuale trasferimento in altre scuole, e una serie di attivita integrative.

Persone citate: Maria Valabrega

Luoghi citati: Italia, Torino