Milano: mandato di cattura per due legali di terroristi

Milano: mandato di cattura per due legali di terroristi Sono latitanti, l'accusa è di organizzazione di banda armata Milano: mandato di cattura per due legali di terroristi Si tratta di Luigi Zezza e di Giovanni Cappelli - Il primo aveva ricevuto in novembre una comunicazione giudiziaria - Il secondo, scomparso da un anno era stato arrestato nel '77 per associazione sovversiva DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — Due avvocati milanesi accusati di organizzazione di banda armata sarebbero stati colpiti da mandato di cattura: si tratta di Luigi Zezza, di 38 anni, abitante in via San Primo, e di Giovanni Cappelli, di 35. residente in via Messina 1. Cappelli (contro il quale il provvedimento fu emesso il 9 ottobre scorso) lasciò Milano nella primavera dell'80: disse di avere conosciuto una persona che stava per incominciare la circumnavigazione dell'Africa, e di avere deciso di accompagnarla. Sarebbe tornato dopo un anno. Il provvedimento a carico di Zezza risale al 17 gennaio scorso. Fino ad un paio di settimane or sono l'avvocato era in città, preoccupato perché la comunicazione giudiziaria ricevuta nel novembre scorso — per favoreggiamento nei riguardi di alcuni terroristi — ostacolava la sua attività. I suoi difensori, Francesco Piscopo e Giuliano Spazzali, si erano in quel periodo presentati al magistrato inquirente per chiedergli di interrogare il collega spiegando che questi, anche per ragioni di lavoro, avrebbe desiderato chiarire al più presto la sua posizione. Piscopo e Spazzali avevano aggiunto che Zezza. per alcuni giorni, avrebbe lasciato l'ufficio: la pausa sarebbe servita per approfondire gli incartamenti che lo riguardavano. L'accusa per Zezza era stata formulata in occasione del processo Alunni; fra gli imputati da lui allora difesi c'era Brusa il quale, secondo il pubblico ministero, avrebbe trascorso in clandestinità un certo periodo. Zezza interpellò alcuni amici del suo assistito, ed essi testimoniarono che. durante quelle settimane, il giovane viveva e si comportava -alla luce del sole», senza problemi. I racconti furono riferiti dal legale al suo cliente, nel corso dei colloqui che il suo ruolo di difensore gli consentiva di ottenere. Secondo quanto sarebbe contenuto nel mandato di cattura Zezza avrebbe avuto collegamenti con bande eversive operanti a Milano, Bologna, Torino, Varese e in altre località. Il legale è indiziato anche di avere portato fuori dal carcere (non è stato precisato quale) un piano di evasione. Per quanto riguarda l'avvocato Cappelli, questi risulta essere già stato arrestato, nel '77, contemporaneamente al collega Sergio Spazzali. Per entrambi, l'accusa fu di associazione sovversiva e favoreggiamento. Cappelli rimase in carcere quasi un mese, poi usci per insufficienza di indizi; Spazzali è tuttora detenuto. Stando ai «si dice» — ma sul fatto non ci sono conferme ufficiali — il nome di Cappelli sarebbe uscito anche dagli interrogatori del «terroristi» pentito» Marco Barbone (autore dell'omicidio di Walter Tobagi). Sarebbe stata, allora, emessa una comunicazione giudiziaria che non potè essere recapitata per l'irreperibilità del destinatario. Tutta l'inchiesta è coperta da un comprensibile riserbo; persino sull'emissione dei due mandati di cattura di ieri non ci sono comunicazioni ufficiali. Secondo indiscrezioni, Cappelli sarebbe sospettato di organizzazione di banda armata; avrebbe tenuto i collegamenti con il gruppo di «Autonomia organizzata» che face va capo alla rivista «Rosso» e alle cosiddette «Brigate co muniste». In particolare, il legale avrebbe consigliato di non usare più i moduli di una partita di carte d'identità ru bate nel municipio di Portici (Napoli). Alcuni di quei docu menti furono ritrovati in via Negroli, nell'appartamento in cui fu arrestato Corrado Alunni. I carabinieri hanno inoltre scoperto che nell'abitazione di campagna di Cappelli a Fino Mornasco (Como) si svolsero riunioni di capi del terrorismo; negli stessi locali si sarebbero incontrati elementi di «Autonomia organizzata»