Adulti a scuola, sì ma come?
Adulti a scuola, sì ma come? Adulti a scuola, sì ma come? Adulti sui banchi di scuola? A dire il vero ci vanno da sempre. Anche se si tratta solo di un quarto d'ora (a pagamento) per farsi spiegare come compilare la dichiarazione dei redditi o solo di rivolgersi a un amico per sapere come fare per farsi visitare da uno specialista, l'adulto, e in particolare l'anziano, hanno sempre bisogno di imparare qualcosa di nuovo. Se poi consideriamo che — come spiega il prof. Lucio Pagnoncelli, titolare di «Educazione degli adulti» all'Università della Calabria — *sono adulti tutti coloro che hanno superato l'età della scuola dell'obbligo e si trovano quindi inseriti nel mondo del lavoro* ecco che allora si può parlare anche dei corsi delle 150 ore: ma anche di quelli di formazione professionale, di riqualificazione e via dicendo. Si comincia a parlare adesso di queste cose, soprattutto dopo che il decreto 616 del 1977 ha attribuito alle Regioni compiti di •promozione educativa e culturale* ; ma all'estero sono cosa comune, «/n Svezia — spiega il prof. Fiorini di Magistero, ex assessore regionale alla cultura — le spese per l'educazione dei giovani e per quella degli anziani hanno stanziamenti analoghi nel bilancio statale*. Sarebbe pretendere troppo, ma poiché educazione dell'adulto significa anche non gettare la carta nella strada, non fumare dove è proibito, rispettare, negli ospedali, l'orario di visita e le norme igieniche e quelle delle della civile convivenza, diciamo che l'esigenza è sentita. Ci sono molte cose da fare in questo campo e poiché la Regione ha deciso di mettere in pratica le attribuzioni del decreto 616 c'è da augurarsi che non si limiti a un aiuto a quella rivista che la Lega delle autonomie ha deciso di pubblicare presentando ieri il numero di prova.
Persone citate: Fiorini, Lucio Pagnoncelli
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