Montedison: Foschi mediatore
Montedison: Foschi mediatore Montedison: Foschi mediatore UNA LUNGA RIUNIONE CON IL MINISTRO PEI. LAVORO DI LAMA, CARNITI E BENVENUTO Azienda e sindacati dovrebbero incontrarsi la prossima settimana - Tema dei colloqui i licenziamenti decisi da Foro Bonaparte, il piano chimico e gli investimenti nel settore - Presto gli interventi per l'Itavia DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Un giro d'orizzonte «al vertice» sui temi più delicati e scottanti del panorama sindacale del paese: ne sono stati protagonisti il ministro del Lavoro, Foschi, e i massimi dirigenti della federazione Cgil-Cisl-Uil. La delegazione era composta da Lama, Camiti e Benvenuto (segretari generali), accompagnati dai segretari confederali Marianetti (Cgil) Crea (Cisl) e Della Croce (Uil); insomma tutto lo stato maggiore sindacale; dalla parte «ministeriale» del tavolo sedeva, oltre a Foschi, anche il sottosegretario Zito. Montedison e vertenza dei piloti hanno costituito i due temi più scottanti dell'incontro, che si è protratto per oltre quattro ore, e che ha toccato, oltre a quelli citati, altri argomenti, sia pure in forma più marginale. Foschi ha annunciato alla delegazione Cgil Cisl Uil la sua decisione di convocare nella prossima settimana, separatamente, al ministero del Lavoro, le rappresentanze confederali dei piloti e quelle autonome (Anpac) nel tentativo di trovare uno sbocco alla vertenza che ha di recente semiparalìzzato il traffico aereo nazionale. Più articolato e complesso il discorso sulla Montedison. L'ipotesi di una mediazione del ministro del Lavorò nel «caso» dei licenziamenti annunciati dalla grande industria chimica era stata avanzata nei giorni scorsi, e accolta con una certa diffidenza da parte dei sindacati. Dall'incontro di ieri pomeriggio è scaturita la possibilità (e le fonti del ministero hanno insistito su questo termine) che la prossima settimana azienda e sindacati diano inizio, in sede ministeriale, ad una fase di trattativa. Che però non dovrebbe riguardare il semplice problema occupazionale. Si tratterà si dei licenziamenti, e (si spera al ministero), in modo da evitarli, dal momento che Foschi ha espresso un suo preciso impegno in questo senso; ma verrà anche affrontato il discorso più generale del «piano della chimica», degli investimenti nel settore, e della riconversione, «di concerto» con gli al¬ tri ministri interessati. E' stato grazie a questo collegamento — licenziamenti da una parte; sviluppo, investimenti e riconversione del settore dall'altra — che i sindacati hanno accettato l'ipotesi di un intervento ministeriale in questa fase della discussione. E d'altronde da tempo le organizzazioni dei lavoratori accusano le aziende, Montedison in particolare, e le forze politiche e di governo, di aver permesso che la crisi della chimica si accelerasse in maniera abnorme, proprio a causa della carenza di investimenti, di una politica della ricerca e di uno sviluppo «diverso» della produzione. Elementi che dovrebbero — secondo i sindacati — mettere in grado l'industria nazionale di reggere la concorrenza con l'estero. Esauriti questi due argomenti centrali, la discussione si è poi allargata ad altri temi: il collocamento, in relazione al disegno di legge 760, e sul quale era in corso una minipolemica fra ministero e sindacati, e il caso Itavia. An¬ che la vicenda della compagnia aerea, però, è stata toccata piuttosto di striscio, nel rispetto della maggiore competenza attribuita al ministero dei Trasporti. Foschi e la delegazione sindacale hanno esaminato la situazione dei dipendenti dell'Itavia, che non hanno ancora ricevuto i contributi della cassa integrazione perché nessuno ne ha fatto richiesta. Il presidente della società, Davanzali, sostiene il suo diritto a ricevere dallo Stato un certo numero di miliardi; questi soldi consentirebbero all'Itavia di rimettersi economicamente in sesto, e di proseguire l'attività. Davanzali ha chiesto un arbitrato, il ministro dei Trasporti ha risposto in maniera negativa alla sua richiesta: ne fanno le spese, in questo momento, i dipendenti, che non possono ricevere la «copertura» prevista per le aziende in crisi. Infine, ma sempre piuttosto marginalmente si è trattato anche degli scioperi nei servizi pubblici. Marginalmente, perché fra pochi giorni la federazione Cgil-Cisl-Uil dovrebbe ricevere dalle confederazioni interessate le proposte, da elaborare poi in un «codice, più generale di autoregolamentazione.
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