Studenti e impiegati facevano rapine per finanziare Prima linea toscana? di Vincenzo Tessandori
Studenti e impiegati facevano rapine per finanziare Prima linea toscana? Nove arresti e milioni recuperati nel blitz dei carabinieri Studenti e impiegati facevano rapine per finanziare Prima linea toscana? DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FIRENZE — L'Autonomia più o meno organizzata una volta ancora è passata al setaccio con arresti e sospetti di terrorismo, accuse di associazione per delinquere e di rapina. In sostanza un blitz portato dai carabinieri del gruppo di Firenze e dai reparti speciali antiguerriglia: la città, dicono, è ancora santuario della lotta armata. Ma i personaggi finiti nella rete gettata all'alba dell'altro giorno non sarebbero molto importanti: la loro attività si sarebbe limitata ad un «fiancheggiamento attivo» dell'organizzazione comunista combattente Prima linea: irruzio- ni in banca e diffusione di documenti. Sui nomi gli inquirenti hanno deciso di mantenere un riserbo geloso, almeno per ora. Di certo si tratta di insospettabili o, come sottolineano alcuni, di «pesci che nuotavano tranquillamente nell'acqua-. Anonimi studenti, impiegati, qualche artigiano, tutti di Firenze o della provincia. Li sospettano di essere gli autori di una serie cospicua di «espropri», cioè di irruzioni in banca («almeno una decina»). Nelle mani dei carabinieri son finiti circa 30 milioni; molte banconote erano ancora ordinate in fascette, soprattutto del Monte dei Paschi di Siena. Non è chiaro ancora se si tratti di un'appendice di Prima linea oppure se l'organizzazione aveva con il gruppo contatti saltuari o casuali. Negano gli inquirenti che l'operazione sia lo sviluppo dell'altra assai più clamorosa che nei primi giorni di dicembre portò all'arresto di otto militanti di «PI» e, fra questi, di un «capo»: Susanna Ronconi. Un'indagine autonoma questa, assicurano, che inizia a settembre. I carabinieri frugano in quella che viene definita l'«area di reclutamento», cioè mettono a fuoco alcuni personaggi che fanno parte del «movimento». Nomi passati in esame e fra tutti uno incuriosisce: si tratterebbe di un ex studente di lettere, dicono con un certo «passato politico» molto vicino a Potere operaio. Lo sospettano di aver fatto parte di quello che ora chiamano il «livello occulto» di Potop. E' un'indagine tradizionale con pedinamenti, controlli telefonici e appostamenti. Nelle mani dei carabinieri all'inizio tracce assai sfumate, tracce che tuttavia portano attraverso la Toscana ma anche a Roma e nel Veneto in provincia di Treviso. Dopo circa quattro mesi di controlli i tempi sono parsi maturi, forse anche perché gli indizi non parevano condurre oltre. Cosi l'altra mattina alle 5 scatta l'operazione in contemporanea a Firenze, a Roma, a S. Giovanni Valdarno, nel Trevigiano. Sono le 5 passate da pochi minuti, i carabinieri fanno irruzione in numerosi alloggi: in mano han- no gli ordirli di perquisizione firmati dai sostituti procuratori fiorentini Gabriele Chelazzi e Piero Luigi Vigna. Cercano armi, documenti e denaro. Ls perquisizioni a Firenze sono a tappeto, trentacinque case vengono controllate, quattordici persone fermate. A Siena viene bloccata e poi rilasciata dopo poche ore un'impiegata del centro elettronico del Monte dei Paschi. Non per tutti i sospetti prendono corpo, gli indizi reggono. In cinque sono rilasciati dopo un primo interrogatorio, ma per altre nove persone ci sono le manette. Per l'ex studente che adesso lavora nel campo editoriale l'accusa è precisa: partecipazione a banda armata denominata Prima linea e rapina. Il sospetto di terrorismo però riguarderebbe il periodo più attivo di Prima linea che qui a Firenze ha subito notevoli rovesci, tanto che un solo processo comprende il nome di quasi 100 presunti militanti. Vengono fatti controlli e ricognizioni di persona, gli arrestati accettano l'interrogatorio, si difendono e negano. Tutti sono accusati di associazione per delinquere e rapina. Dal canto loro i carabinieri proseguono le indagini. Si parla di una rapina avvenuta di recente a Castelfiorentino e attribuita a «politici»: accusano, del colpo, l'ex di «Potop» e sperano di arrivare, attraverso questo anello, alla rete di sussistenza sulla quale, secondo l'accusa, Prima linea può contare ancora qui in Toscana. Vincenzo Tessandori
Persone citate: Gabriele Chelazzi, Piero Luigi Vigna, Susanna Ronconi
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