«O la dc cambia o i cattolici creeranno un altro partito»
«O la dc cambia o i cattolici creeranno un altro partito» Invito di padre Sorge a mutare anche il nome «O la dc cambia o i cattolici creeranno un altro partito» ROMA — Un richiamo alla de perchè si rinnovi, cominciando dal nome, è stato rivolto ieri da padre Bartolomeo Sorge, direttore di Civiltà Cattolica, nella relazione introduttiva di un seminario della sezione italiana dell'Istituto internazionale «Jacques Maritain», che si concluderà stasera alla «Domus Mariae». Il gesuita, che è tra i più vicini consiglieri di Papa Wojtyla per le vicende italiane, dopo una analisi dei mutamenti nella Chiesa e nella società del nostro Paese, ha detto esplicitamente: - Ola de ha la capacità di rinnovarsi, forse anche cambiando il nome, e di meritarsi il consenso su un progetto valido, concordato attraverso il dialogo con tutte le altre culture, nessuna esclusa, o va incontro a un declino inarrestabile che potrebbe far sentire il bisogno di altre forme di presenza politica dei cattolici italiani*. Cioè, ha prospettato la creazione di un lillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll altro partito di ispirazione cristiana. L'affermazione è stata fatta dinanzi al vice segretario della de, Vittorino Colombo, all'on. Paolo Cabras, responsabile della sezione cultura e formazione del partito, ad esponenti di quasi tutte le organizzazioni cattoliche. L'invito, o «sfida», di padre Sorge giunge mentre si prepara l'assemblea nazionale della de che si aprirà il 3 aprile. E' implicito, quindi, il peso anche politico del monito di padre Sorge che ha insistito sul fatto che la «ricomposizione dell'area cattolica» non significa affatto ritorno all'unità politica dei cattolici attorno alla de o ritorno all'integrismo degli Anni Cinquanta, ma reclama, invece, il 'dialogo leale e sincero con tutti di fronte alle gravissime difficoltà del Paese, al pericolo mortale del terrorismo, per giungere a uno sforzo congiunto di progettazione*. Tutto ciò è reso necessario dal mutamenti introdotti dal Concilio nella Chiesa anche italiana, dalla maggior autonomia dei laici, dalla fine del collateralismo alla de, dall'esigenza di superare la sfiducia verso la politica che si va diffondendo. Sorge ha distinto, ovviamente, i piani ecclesiale, •prepolitico» e politico, pur rilevando che essi non possono essere separati. Altra novità importante è la conferma che Giovanni Paolo II chiede con insistenza ai vescovi italiani non solo una «scelto religiosa», ma anche di essere una •forza sociale* sganciata dalle ^collusioni» che garantiva¬ no un tempo l'appoggio politico. I cattolici hanno un 'legittimo pluralismo nelle scelte politiche», pur dovendo attenersi alla coerenza con la loro fede e al magistero della Chiesa, che è 'richiamo e verifica delle loro opzioni temporali». L'unità dei cattolici, dunque, non è più -la norma ordinaria, ma una necessità ecezionale*. L'on. Vittorino Colombo, ha commentato: 'L'esigenza avvertita da padre Sorge è certamente giusta. Occorre infatti una trasformazione della de o c'è il rischio che essa venga tagliata fuori*. Lamberto Fumo
Persone citate: Bartolomeo Sorge, Giovanni Paolo Ii, Jacques Maritain, Lamberto Fumo, Paolo Cabras, Papa Wojtyla, Sorge, Vittorino Colombo
Luoghi citati: Roma
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