I Paesi islamiti tiepidi su Kabul Sfida al mondo per Gerusalemme di Igor Man

I Paesi islamiti tiepidi su Kabul Sfida al mondo per Gerusalemme La «Dichiarazione della Mecca» chiude il vertice I Paesi islamiti tiepidi su Kabul Sfida al mondo per Gerusalemme Delusione dei ribelli afghani per la generica condanna dell'invasione sovietica «Guerra santa» (politica ed economica) contro Israele, del quale si chiede l'espulsione dall'Onu - Una commissione per comporre il conflitto del Golfo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TAIF — »La Nazione islamica è in pericolo»: cosi, drammaticamente, apre la «Dichiarazione della Mecca (tremila parole) dedicata agli islamici, diffusa in tutto il mondo, ieri notte a Taif a conclusione del Terzo vertice islamico. E' un vero e proprio grido d'allarme che lanciano i rappresentanti della Ummah (la nazione musulmana) con questa dichiarazione approvata, ovviamente, all'unanimità in un tumulto di applausi, tra scambio di abbracci e grondar di lacrime. 'Una grave sfida è rivolta contro la nazione islamica, contro la sua indipendenza, la sua sicurezza, la sua dignità — è detto ancora — / 'appartenenza all'Islam chiama tutti i figli della Ummah a liberare i luoghi santi e a recuperare i propri diritti. L'annessione di Gerusalemme e le violazioni israeliane dei luoghi santi dell'Islam impongono alla nazione islamica di assumere un'attitudine quanto mai ferma e decisa. Occorre, dunque, impegnarsi, con tutti i mezzi possibili, nella Jihad per liberare Al-Kuds (Gerusalemme)» dichiarano i 38 Paesi e l'Olp protagonisti di un vertice condotto sotto la regia abile e inflessibile dell'Arabia Saudita. Diciamo subito che, a dispetto delle apparenze, questa dichiarazione non è un proclama di guerra. La parola jihad andrebbe intesa, infatti, come «mobilitazione generale», giusta una delle tante varianti che alla parola stessa assegna il profeta. Rimane comunque un documento forte e enfatico. 'Siamo decisi alla resistenza totale contro l'aggressione sionista e denunciamo il complotto internazionale che ha favorito e favorisce codesta aggressione. Giuriamo di condurre la jihad con tutti i mezzi di cui disponiamo per liberare Gerusalemme. Giuriamo di fare di questa lotta la*più grande causa islamica». I 38 capi di Stato denunciano duramente l'invasione dell'Afghanistan, ma senza nominare l'Urss. Questo per non intralciare i tentativi del Pakistan di avviare un «dialogo» con Kabul, magari nel contesto della Conferenza sull'Afghanistan proposta da Giscard. Epperò nella dichiarazione è detto che la nazione islamica è decisa «a sostenere il popolo afghano nella sua lotta fino al ritiro dell'aggressore» . Superfluo dire come l'ambiguità del tanto atteso paragrafo sull'Afghanistan abbia deluso se non addirittura indignato i patrioti afghani presenti al vertice. E' vero che la «Dichiarazione della Mecca» si rifa a quella di Islamabad (Secondo vertice islamico), dove l'Urss veniva chiamata in causa apertamente e con asprezza; è vero che si richiama anche alla risoluzione di condanna dell'Onu, ma evidentemente i patrioti si aspettavano di più. Al contrario, i palestinesi esultano. Hanno avuto più di quel che si aspettassero, poiché il famoso «documento strategico» su Gerusalemme, del quale abbiamo anticipato i punti salienti martedì scorso Igor Man (Continua a pagina 2 in settima colonna)