Miniere d'antracite risorsa alternativa per l'economia sarda

Miniere d'antracite risorsa alternativa per l'economia sarda Riutilizzate dopo anni d'abbandono Miniere d'antracite risorsa alternativa per l'economia sarda CAGLIARI — Nella ricerca di fonti energetiche alternative al petrolio, il carbone costituisce il primo punto di riferimento. E di carbone la Sardegna ne produce, o ne dovrebbe produrre, in quantità tale da dare un contributo determinante alla temporanea soluzione del problema, fino a quando cioè altre fonti — solare, nucleare, ecc. — non potranno essere convenientemente utilizzate. In aggiunta ai giacimenti del Sulcis (di cui diremo più avanti) ci sono miniere di ottima antracite in provincia di Nuoro, nella Barbagia di Seui, al confine con la provincia di Cagliari. Una società cementiera che opera nel Nuorese, alla ricerca di fonti energetiche integrative a quelle messe a disposizione dall'Enel, aveva rivolto, mesi addietro, la sua attenzione a questi giacimenti minerari nei pressi di Seui, un tempo sfruttati e poi abbandonati. Ad utizzarli fino ai primi anni 50 era stata la Monteponi che si serviva dell'ottimo carbone per alimentare le sue industrie di lavorazione dei metalli. Poi era subentrata la «Compagnia Mineraria Veneto-sarda» che li utilizzò per alcuni anni, fino a quando l'estrazione non divenne antieconomica sia per la concorrenza del petrolio allora acquistabile a buon prezzo, sia per il progressivo esaurimento dei giacimenti stessi. Le caratteristiche negative dei giacimenti allora conosciuti, erano infatti quelle della scarsa profondità e della presenza in sacche, non si conoscevano cioè grandi filoni che consentissero l'impostazione di una miniera in grande stile. Ricerche effettuate dall'Ente minerario sardo nei primi anni 60, rivelarono la presenza di altri giacimenti per una estensione molto ampia, ma sempre in sacche: tanto valeva utilizzare il petrolio. Ora, con l'indagine promossa dalla società cementiera che ha trovato l'assistenza della Camera di commercio di Nuoro, il problema delle miniere di antracite della Barbagia di Seui è tornato di attualità. I sondaggi fatti inducono all'ottimismo, nel senso che sono stati individuati nuovi filoni che potrebbero essere molto estesi e molto profondi. Una ricca fonte energetica a portata di mano, dunque, se non ci fosse il solito intoppo: la mancanza di fondi per i necessari sondaggi. Da venti anni la legge regionale n. 19 non è stata più finanziata e i fondi sostitutivi della legge 588 (piano di rinascita) sono stati esauriti da tempo. Niente finanziamenti, niente ricerche. Intanto i blackout elettrici continuano. Ritarda inoltre ad entrare in funzione il progetto di sfruttamento delle miniere di carbone del Sulcis con il quale alimentare la supercentrale di Porto Vesme. Difficoltà frapposte da una amministrazione comunale della zona rischiano di far ridimensionare il progetto che attualmente prevede l'estrazione di 3 milioni e mezzo di tonnellate annue di carbone grezzo (equivalente a 2,8 milioni di tonnellate annue di carbone mercantile) per un periodo di 25 anni. La quantità è aumentabile se alle richieste dell'Enel e della Euroallumina (quest'ultima per far marciare i suoi impianti in continua espansione) si concretizzerà l'ipotesi di produrre anche metanolo con il quale alimentare altri impianti per la produzione di energia solare elettrica. Antonio Pinna

Persone citate: Antonio Pinna, Sulcis

Luoghi citati: Cagliari, Nuoro, Sardegna, Seui