Eugenio Cefis sentito come teste per i «finanziamenti» a Capretti di Eugenio Cefis

Eugenio Cefis sentito come teste per i «finanziamenti» a Capretti Eugenio Cefis sentito come teste per i «finanziamenti» a Capretti L'ex presidente della Montedison convocato dalla Svizzera Eugenio Cefis, ex amministratore delegato e presidente della Montedison, attualmente pensionato e residente in Svizzera, è venuto a Torino a testimoniare in un processo per peculato in cui sono coinvolti l'ex amministratore dell'Egam, Mario Einaudi e l'editore Alberto Caprotti. All'origine della vicenda giudiziaria, che ha preso l'avvio in un procedimento davanti al pretore Palmisano ed è poi finita al giudice istruttore Gosso, il finanziamento di 200 milioni concesso all'editore Caprotti, che nel '74 gestiva la «Gazzetta del Popolo», attraverso l'Egam, ente a partecipazione statale. Soldi pubblici, quindi, finiti in tasca a un privato, seppure per il lodevole scopo di salvare un'azienda editoriale in crisi. Nella storia è rimasto invischiato anche l'ex ministro del Lavoro Bertoldi, per il quale il pretore Palmisano aveva chiesto l'autorizzazione a procedere alla commissione inquirente. Bertoldi, infatti avrebbe fatto da intermediario tra chi riceve il finanziamento e chi sborsava i quattrini. Ma vediamo di ricostruire la vicenda fin dalle sue prime battute. Nel 74 Caprotti è processato dal pretore Palmisano per una violazione della legge sulla stampa: non ha dato pubblicità ad un cambio del direttore amministrativo. Interrogato dal magistrato, l'editore racconta la crisi del Nell'inchiesta per peculato sono coinvolti l'ex amministratore dell'Egam, Mario Einaudi, e l'editore che avrebbe ricevuto nel '74 duecento milioni per sostenere il suo giornale suo giornale e fa delle gravi ammissioni. Dice, tra l'altro, che tramite l'interessamento del ministro del Lavoro Bertoldi, dovrebbe avere un finanziamento di 200 milioni dalla Montedison, attraverso l'Egam. Il magistrato ravvisa un'ipotesi di reato e chiede alla Camera l'autorizzazione a procedere contro il ministro quale possibile concorrente nel peculato. Dal 12 marzo '75, data in cui parte la richiesta del pretore, alla decisione della commis¬ sione per le autorizzazioni a procedere, che il 20 marzo '79 archivia il caso Bertoldi, passano esattamente quattro anni. Il 3 luglio '79 Palmisano trasmette per competenza gli atti del processo alla Procura della Repubblica e il pm formalizza nel luglio dell'80. Insomma il processo si rimette in moto cinque anni dopo. Un modo sicuro per far viaggiare l'istruttoria verso le secche della prescrizione. Il giudice istruttore Gosso interroga Einaudi e Caprotti nella veste d'indiziati di concorso in peculato. Entrambi danno versioni diverse da quelle date al pretore. Einaudi avrebbe affermato che l'accordo per il finanziamento era stato fatto «sopra la sua testa», spendendo il nome dell'Egam. Caprotti avrebbe negato molte delle ammissioni precedenti e precisato che si trattava di una cessione di credito. La Montedison in sostanza avrebbe ceduto il suo credito nei confronti dell'Egam trasferendolo all'azienda di Caprotti. A questo putito il magistrato ha ritenuto necessario sentire in veste di testimone Eugenio Cefis, che è stato convocato negli uffici di via Tasso la scorsa settimana. Sull'esito dell'interrogatorio non è trapelata alcuna indiscrezione. L'istruttoria, rimasta ferma per troppo tempo, non dovrebbe ormai essere lontana dalla conclusione. Il giudice Gosso conta di risentire i due principali indiziati e, se le richieste del pubblico ministero saranno conformi, concludere l'inchiesta. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Svizzera, Torino