Mistero sulla sorte della vedova di Mao

Mistero sulla sorte della vedova di Mao Mistero sulla sorte della vedova di Mao PECHINO — La pubblicazione integrale del lunghissimo dispositivo di condanna al processo dei dieci, conclusosi domenica 25 gennaio a Pechino, ha indotto gii ambienti giornalistici a porsi un inquietante interrogativo: le sentenze di morte contro la vedova di Mao, signora Jiang Qing e l'ex vice premier Zhang Chunqiao sono state già eseguite?. Il motivo di questa domanda è molto semplice. Da quel che si era appreso domenica, il periodo di carcerazione preventiva (quattro anni e mezzo per i «quattro» e dieci anni per i cinque militari più l'ex segretario del defunto presidente, Chen Boda) non era computabile ai fini delle pene da scontare, fatta eccezione si intende, per l'unico ergastolo, quello comminato all'ex vice presidente del* partito Wang Hongwèn. Tuttavia un attento esame del dispositivo pubblicato dalla stampa cinese nel testo completo, permette di correggere questa posizione. In applicazione degli art. 30 e 42 del epp, si afferma che «nel caso in cui l'imputato sia già in carcere, il periodo da lui trascorso dovrà essere detratto da quello previsto dalla sentenza». Nel caso di Jiang Qing e di Zhang Chunqiao la sentenza di morte è sospesa per due anni in vista di un possibile «ravvedimento». Tuttavia i due sono già in carcere da quattro anni e mezzo e non si sono «ravveduti», in pratica sono vissuti per due anni e mezzo in più del termine previsto. Il termine di rinvio è stato dunque largamente superato. Ci si chiede ora se la formula applicata non sia un espediente che possa in sostanza, e nel pieno rispetto della legalità giustificare un'esecuzione immediata, va ricordato che i due sono stati i soli ad essere portati via ammanettati, come si usa per i condannati a morte.

Persone citate: Chen Boda, Jiang Qing, Mao, Wang Hongwèn, Zhang Chunqiao

Luoghi citati: Pechino