Cinquecento ragazzi parlano del buon pane di una volta di Ernesto Leone

Cinquecento ragazzi parlano del buon pane di una volta Una simpatica manifestazione a Piacenza Cinquecento ragazzi parlano del buon pane di una volta PIACENZA" — Parte da .Piacenza l'idea di istituire una giornata nazionale del pane. La proposta è emersa quasi spontaneamente durante la premiazione degli alunni che hanno partecipato a un riuscito concorso sul pane genuino, indetto dall'Associazione Panificatori, dal Comune e dall' Intercircoli culturali di Piacenza. Il concorso aveva carattere provinciale, ma ha ottenuto un tale successo che alla conclusione sono intervenuti, fra gli altri, il ministro per la Ricerca scientifica Pier Luigi Romita e il sottosegretario alle Finanze. Giuseppe Amidei. •Mi sembra un'idea giusta.. ha affermato il ministro commentando la proposta. Romita ha ricordato gli anni della fanciullezza trascorsi a Tortona, quando il padre esortava le donne di casa a far mangiare pane ai ragazzi. E nella rievocazione ha infilato anche qualche frase in dialetto tortonese che non è proprio quello piacentino, ma suona abbastanza vicino all'orecchio di quegli emiliani dell'Ovest che sono appunto i pia centini. Romita ha confessato di essere tuttora un mangiatore di pane .anche se la dieta forse lo sconsiglierebbe.. Più di cinquemila sono i ragazzi che hanno risposto all' invito di parlare del pane genuino, descrivendolo con la parola, la matita o i pastelli. Ne sono stati premiati cinquanta, che hanno ricevuto assegni messi a disposizione dagli organizzatori. Si fa presto a dirlo, ma il pane genuino cos'è veramente? La risposta bisogna trovarla forse nel passato, quando del pane non si parlava soltanto di fronte all'aumento dei prezzi. Il pane buono — affermano i panificatori legati alla tradizione — non è una cosa troppo raffinata e senza gusto, ma neppure troppo rustica. Deve insomma mantenere la fragranza del grano, con in più quel tocco che soltanto il panettiere capace è in grado di aggiungere con la sapiente manipolazione della pasta e l'abilità nella cottura. Si tratta, in definitiva, di esaltare senza camuffamenti quanto la terra ci dona. Un mestiere dunque che. come altri, non è facile come può apparire a prima vista. Un vero panettiere — dicono gli esperti — non lo si inventa dall'oggi al domani. E poiché le buone usanze è bene non lasciarle perdere, riacciuffandole semmai per i capelli qualora fossero in procinto di sparire, si è pensato bene di afferrare al volo un'idea che sembrava aleggiare nell'aria: quella di una giornata nazionale tutta dedicata al pane genuino. Ha provveduto a lanciarla lo stesso promotore dell'Intercircoli piacentini. Igino Maj. L'iniziativa do vrebbe avere l'intento di ridare vigore alla tradizione tutta italiana di mangiare pane un'abitudine che forse un tempo era dovuta soprattutto alla povertà, ma che era sen z'altro sostenuta anche da un'antica saggezza. Pane genuino, dunque, come complemento di un'alimentazione sana, ma anche come simbolo di mensa serena e insieme au spicio di tempi più equilibrati nei quali spezzare lentamente il pane a tavola possa tornare ad essere un gesto di pace. "." '** " Ernesto Leone

Persone citate: Giuseppe Amidei, Igino Maj, Pier Luigi Romita

Luoghi citati: Piacenza