E vietato il sardo a Cagliari in giunta: non tutti lo capiscono

E vietato il sardo a Cagliari in giunta: non tutti lo capiscono Lo ha deciso l'ufficio del presidente dell'Assemblea regionale E vietato il sardo a Cagliari in giunta: non tutti lo capiscono Il provvedimento è stato adottato dopo le proteste dei consiglieri contro il rappresentante del. Logudoro: «Non riusciamo a comprendere una sola parola del suo dialetto. Parli in italiano» CAGLIARI — Al consiglio regionale della Sardegna l'uso della lingua sarda è vietato. Lo ha deciso l'ufficio di presidenza e ne ha dato comunicazione all'assemblea il presidente Armando Corona. Non molti consiglieri vi avevano fatto finora ricorso, ma un intervento in lingua sarda era sempre destinato a far nascere delle polemiche. Il primo ad usare la lingua sarda era stato, nel 1979, il consigliere Giuseppe Masia. decano del consiglio, al quale era stato affidato l'incarico di tenere 11 discorso celebrativo del trentennale dell'istituto autonomistico. Egli aveva però detto in lingua sarda soltanto il primo periodo del suo discorso, per affermare il concetto di sardità legato all'autonomia, poi aveva proseguito in italiano, anche perchè non tutti i consiglieri presenti avrebbero compreso appieno il contenuto e il significato del suo discorso. La decisione del divieto è stata adottata dopo le ultime proteste, in ordine di tempo, dell'assemblea nei confronti del consigliere democristiano Battista Isoni, che ha parlato nella lingua sarda della regione del Logudoro e che non è stato perciò compreso dai consiglieri provenienti dalle altre regioni. Lo stesso accadrebbe se parlasse nella sua lingua un consigliere della Barbagia o del Campidano o del Sarrabus: tutte regioni la cui lingua è quella sarda, ma con diversità di costruzione e di vocaboli tali da renderne difficile la comprensione più o meno totale. C'è poi il fatto fondamentale che il sardo non è considerato una minoranza etnica e linguistica, come invece lo è il valdostano, l'altoatesino, ecc.. perciò Tunica lingua ufficiale è quella italiana, come la Costituzione prescrive. Per queste considerazioni e anche anche per il fatto che gli stessi funzionari regionali non sono in grado di raccogliere e trascrivere gli interventi degli oratori e perchè non si ha la possibilità di valutare il significato politico dell'intervento e anche eventuali offese personali, il presidente Corona ha annunciato una decisione che è destinata a suscitare, oltre alle proteste dei consiglieri che all'uso del sardo fanno frequente ricorso (sardisti e radicali), un ampio dibattito politico e culturale. Al consiglio regionale sono state presentate, tempo addietro, due proposte di legge, una di iniziativa popolare per l'introduzione di un regime di bilinguismo, l'altra di iniziativa dell'ex assessore alla pubblica istruzione Nino Giagu. per l'insegnamento delle lingue sarde nelle scuole inferiori e superiori volto alla tutela e alla conservazione del patrimonio linguistico. Il presidente dell'assemblea ha annunciato che si cercherà di giungere al più presto alla discussione delle due proposte. Mentre a Cagliari se ne vietava l'uso, a Oristano, nella sala del consiglio provinciale la lingua sarda veniva usata nel corso di un dibattito intorno al caso del sindaco di Bauladu. L'episodio: il sindaco Italo Ortu, di antica fede sardista, vuole prestare giuramente davanti al prefetto in lingua sarda. Nel corso del dibattito si è a lungo discusso dell'episodio, chi difendendo il diritto dei sindaco a giurare in sardo, chi sostenendo le ragioni del prefetto a negarglielo. Ma il vero problema che anche in questa sede è venuto fuori è quello di stabilire quale parlata di ceppo sardo debba diventare la lingua ufficiale e inoltre come tutelare e conservare questo patrimonio che è il più autentico che la Sardegna abbia. Antonio Pinna

Persone citate: Antonio Pinna, Armando Corona, Battista Isoni, Giuseppe Masia, Italo Ortu, Nino Giagu

Luoghi citati: Bauladu, Cagliari, Oristano, Sardegna