Rinvio a giudizio di 45 lavoratori Fiat per atti di violenza contro capisquadra
Rinvio a giudizio di 45 lavoratori Fiat per atti di violenza contro capisquadra I tafferugli durante la vertenza per i licenziamenti Rinvio a giudizio di 45 lavoratori Fiat per atti di violenza contro capisquadra I fatti risalgono al 18 settembre e all'8 ottobre contro i «quadri» che avevano deciso di lavorare - Comunicazione giudiziaria a un ingegnere della Mirafiori per calunnia a un'operaia Il magistrato che conduce l'inchiesta sulle violenze in fabbrica, sostituto procuratore Tinti, ha rinviato a giudizio 45 operai della Fiat e chiesto il prosciogliemanto di altri 18 al giudice istruttore. Le indagini su episodi di intolleranza, minacce e violenze accadute in fabbrica nello scorso settembre e ottobre, quando la Fiat annunciò di voler licenziare 15 mila operai, hanno portato finora alla possibile incriminazione di circa 380 persone. Questa inchiesta di Tinti riguarda due episodi di particolare gravità accaduti alla Fiat Carrozzeria di Rivaita. Sera del 18 settembre. All'uscita del turno delle 23. un gruppo di 25 capisquadra (che quel giorno, nonostante i blocchi ai cancelli, erano entrati in fabbrica e avevano lavorato) fu affrontato da più di cento persone nell'area del parcheggio. Dalle minacce verbali si passò ad una specie di diktat: «Se volete potete andarvene a casa-, sarebbe stato detto ai capisquadra. ma le auto le lasciate qui. Secondo quanto ha potuto accertare il magistrato, i capisquadra furono costretti a restare nel parcheggio fino alle 5 del mattino dopo. I carabinieri che sorvegliavano la zona fecero tre vani tentativi per convincere il gruppo che teneva a bada i capisquadra a lasciarli andare. Il secondo episodio l'8 ottobre, all'interno dell'officina lastratura di Rivalta. Quel I! Illlllllll IIIIIIIIIIIIDIIIIIIIII II giorno 150 capisquadra forzarono il blocco ai cancelli ed entrarono in officina. Dal gruppo degli operai che si opponevano all'ingresso in fabbrica qualcuno sparò alcuni colpi con una pistola lanciarazzi, fortunatamente senza colpire nessuno. I 150 capisquadra furono costretti a ripiegare verso il fondo dell'of- e e a a x I ! ! 111 II 11 ! < 11 11111 ! 111111111 ! 11 111 i 1 !l I ! 1111! I Ji !lficina, assediati da più di 500 dimostranti. Nella descrizione dei testimoni che ha sentito il magistrato la tensione era al massimo; il rullo dei tamburi, ottenuti dal ritmico battere di mazze e bastoni su bidoni di latta, assordante. Ci fu una fase di trattative frenetiche tra direzione del personale e dimostranti: «Se non li fate uscire, qui ci scappa il morto-, fu ripetuto più di una volta. A questo punto i 150 capisquadra accettarono la resa incondizionata. Uscirono tra due ali di folla urlante, una specie di forche caudine, coperti da insulti e sputi. I 45 operai rinviati a giudizio, difesi da un collegio di avvocati (Masselli. Guidetti Serra. Fusari. Speranza. D'Amico, Ciani e altri ancora) hanno tutti rifiutato di rispondere all'interrogatorio del magistrato, convinti di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti al dibattimento. Sulla possibilità di celebrare questo processo in un'aula del palazzo di giustizia torinese, nessuno si sente di fare previsioni. Lo stesso magistrato che ha rinviato i 45 a giudizio esclude che il processo possa essere fatto fintanto che non si trovi un'aula sufficientemente ampia da contenere non solo gli imputati ma il pubblico sicuramente fittissimo, che vorrà assistere al giudizio. A Un ingegnere della Fiat Mirafiori. Aglieri Rinella, ha ricevuto dal giudice istruttore Gosso una comunicazione giudiziaria per calunnia. L'inchiesta penale del magistrato fa seguito alla causa di lavoro promossa da un'operaia. Ines Arciuolo. davanti al pretore, per far dichiarare illegittimo il licenziamento deciso dall'azienda nei suoi confronti. Secondo la denuncia della direzione del personale, l'operaia avrebbe fatto dichiarazioni minacciose come: « Vi spazzeremo ina tutti-, nel corso di riunioni della direzione e dell'Flm alle quali assisteva come uditrice. Il pretore civile aveva dichiarato illegittimo il licenziamento, in quanto le accuse erano risultate infondate. Tramessi gli atti al p.m. e poi al giudice istruttore, questi ha deciso l'invio di una comunicazione giudiziaria per calunnia nei confronti di chi aveva denunciato le violenze verbali dell'operaia. c. cer.
Persone citate: Aglieri Rinella, Ciani, D'amico, Fusari, Gosso, Guidetti Serra, Ines Arciuolo, Tinti
Luoghi citati: Rivalta
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