Il governo: aspettate a licenziare Montedison, per ora, non risponde

Il governo: aspettate a licenziare Montedison, per ora, non risponde Nessun accordo tra Pandolfi, De Michelis e la società nell'incontro svoltosi ieri Il governo: aspettate a licenziare Montedison, per ora, non risponde Oggi a Milano l'azienda incontra il sindacato - Non si esclude che Cgil-Cisl-Uil proclamino lo sciopero generale dell'industria - Il governo si preparerebbe a dare un sostegno finanziario al gruppo chimico: si parla di 1400-2000 miliardi ROMA — La Montedison. almeno per il momento, non intende ritornare sui propri passi, ovvero annullare le procedure avviate per gli oltre diecimila licenziamenti. L'incontro di ieri tra il presidente della società. Schirnberni, i ministri Pandolfi e Do Michelis. il sottosegretario al Lavoro, Zito, si è risolto con un nulla di fatto, in una battuta interlocutoria. Alla fine nessuno ha voluto dire mezza parola a conferma che si è trattato di un colloquio difficile per gli enormi problemi in ballo: volti scuri e passi frettolosi hanno chiuso una riunione che secondo gli esperti del ministero dell'Industria doveva risolversi nel giro di un'ora (è durata oltre due ore e mezzo). Il governo ha chiesto a Schimberni. cosi come aveva promesso ai sindacati, la revoca dei licenziamenti, e ha esposto il contenuto dei provvedimenti che intende porre sul piatto della bilancia per «convincere» la Montedison ad un ripensamento. Dall'altra parte — si è trattato di un colloquio estremamente riservato al quale hanno partecipato soltanto i diretti interlocutori — non c'è stata alcuna risposta definitiva o reazione significativa, ma soltanto una prima presa di contatto. Evidentemente il vertice di Poro Bonaparte prima di uscire allo scoperto sul negoziato che si preannuncia molto laborioso, vuole sentire i sindacati e verificare se non vi sia già una intesa di massima con il governo (un incontro è in programma oggi a Milano). Patto sta che ieri sono partite altre migliaia di lettere che preludono a licenziamenti massicci. Gli ultimi bollettini di guerra parlano di 1073 dipendenti di Porto Marghera. 1040 del Petrolchimico Montedison di Brindisi, più di mille a Priolo in Sicilia. Insomma. Foro Bonaparte non dà segni di retromarcia e la questione rischia di procurare molti guai al governo e trasformarsi in una miscela pericolosa perché va ad incidere in zone del Paese dove l'occupazione è da sempre un problema irrisolto. La prima reazione dei sindacati è stata molto dura. Questa mattina la situazione sarà esaminata in una riunione congiunta tra la Fulc (il sindacato dei chimici) e la federazione unitaria e si potrebbe arrivare ad uno sciopero generale dell'industria. Il primo a lanciare le frecce e stato Cesare Delpiano. segretario confederale della Cisl. che ha definito l'atteggiamento della Montedison «un fatto gravissimo». Garavini. della Cgil. non esclude qualche novità, per le prossime ore. Comunque sembra che l'atteggiamento di Schimberni non sia stato di netta chiusura. I dirigenti della Montedison si sono sentiti a fine serata per verificare se c'era la possibilità di dare una risposta in tempi brevi. Al di là del verdetto, resta la crisi della Montedison. un gruppo che fino a qualche mese fa sembrava in tutt'altre acque. Ieri Pandolfi e De Michelis hanno fatto le loro offerte, o meglio hanno tracciato la serie di interventi che il governo si prefigge entro il 15 febbraio. Un sostegno finanziario non indifferente. Secondo indiscrezioni una iniezione, sotto varie forme, di 1400-2000 miliardi attraverso l'utilizzazione della 675. (domani è prevista una riunione del Cipe). del Fondo Imi per la ricerca, di un consolidamento dei debiti a breve che costano 1 miliardo al giorno di interessi passivi, il passaggio — e questo farà discutere molto — di alcuni settori con un futuro dal cosiddetto polo pubblico (Anic. Sir e Liquichi- j mica) a quello cosiddetto privato, che a sua volta cederebbe «le linee produttive» meno appetibili. Tutti interventi che il ministro delle Partecipazioni Statali ha intenzione di collocare nel piano chimico generale, ma che dovranno essere approvati, nell'ambito delle compatibilità, dai colleghi del Tesoro, delle Finanze e del Bilancio. Il governo avrebbe inoltre posto precise condizioni e cioè che anche la Montedison — lo stanno già facendo i dirigenti dela chimica di Stato — trovi robusti partner stranieri che partecipino all'opera di risanamento: la creazione in tempi ravvicinati di un comitato di esperti dei vari ministeri con il compito di seguire passo passo il risanamento della chimica in generale. Una sorta di superispettori che potrebbero essere visti malvolentieri da coloro che hanno sempre mal sopportato controlli. Per la vicenda, in un modo o nell'altro, è iniziato il conto alla rovescia e per il governo, dopo la Fiat, è forse il banco di prova decisivo. Kugenio Palmieri

Luoghi citati: Brindisi, Milano, Roma, Sicilia