Un mezzo Duomo per Milano

Un mezzo Duomo per Milano Entro febbraio rimarranno agibili soltanto sei campate Un mezzo Duomo per Milano Saranno chiusi l'abside, il tiburio, il transetto e l'altare principale -1 lavori di restauro dureranno cinque anni e costeranno dodici miliardi - Una parte della somma è stata stanziata dalla Regione, dalla Provincia e dal Comune; il resto verrà raccolto con sottoscrizioni MILANO — Migliaia di visitatori, centinaia di lettere, decine di conferenze, interventi, dibattiti, interviste: il saluto dei milanesi al Duomo è un «arrivederci fra cinque anni». In questo periodo si stanno predisponendo ponteggi, attrezzature, macchine speciali; il tesoro è stato trasferito nella sacrestia capitolare, l'urna di San Carlo ha trovato ospitalità sotto un altare provvisorio della navata centrale. Entro febbraio, sarà chiusa la parte della cattedrale che comprende l'abside, il tiburio, il transetto e l'altare principale; rimarranno agibili soltanto sei campate (con l'altare maggiore collocato all'altezza della sesta); le funzioni officiate dai canonici verranno spostate nella chiesa di Santa Maria Annunziata in campo santo; da 10-12.000 persone la capienza del Duomo scenderà ad un massimo di 3-4000. I restauri saranno ultimati nel 1986: contemporaneamente al rinnovato splendore, la cattedrale celebrerà allora il sesto centenario della nascita. Per i milanesi affezionati ai simboli della loro città, cosa rappresenta questa chiusura — sia pure non completa — della loro cattedrale? Le risposte si articolano su un unico filo conduttore: «Si deve fare, dunque prima si comincia e meglio é». Cosi, hanno cominciato subito a mandare soldi: il segno di solidarietà in questo caso più utile. Infatti i lavori costeranno dodici miliardi; uno è stato stanziato dalla Regione, due e mezzo dal Comune, cinquanta milioni dalla Provincia: al resto dovrà, in pratica, provvedere la cittadinanza (oltre a ban- che e enti vari). A don Angelo Majo. arciprete, quotidianamente arrivano assegni di privati, in genere professionisti: contributo medio, due o trecentomila lire. Ma scrivono anche pensionati, e bambini, accludendo una banconota da cinque o diecimila lire. «Tutti ribadiscono» racconta il religioso «che il Duomo è il cuore, il simbolo della città; ha visto le scene più liete e più tristi, e della sua vita, deve continuare ad essere testimone. Perciò — conclude — bisogna fare in fretta a "riaprirlo"». Sulla cifra finora versata, don Majo preferisce non rispondere: «Per correttezza verso il costituendo comitato esecutivo per la raccolta di fondi, cui spetterà definire dati e bilanci-. Per informare periodicamente i milanesi sull'andamento dei lavori, intanto, «il Duomo notizie-, periodico della «Associazione amici del Duomo» ha deciso di pubblicare bimestralmente un .rapporto». Pubblicato pochi giorni or sono, il primo comprende un intervento dell'ingegner Carlo Ferrari da Passano, architetto della «fabbrica del Duomo». Il rinforzo delle strutture portanti, viene ricordato, è divenuto necessario e urgente in conseguenza dell'abbassamento della falda freatica (più di 20 metri in 25 anni). Su ognuno dei quattro piloni centrali, oltre al passo della cupola, grava una spinta orizzontale di seicento tonnellate trasmessa dagli archi a tutto sesto. L'abbassamento della falda freatica ha progressivamente spostato l'incidenza della spinta laterale, fino a trasmetterla in un punto distante novanta centimetri dall'asse dei piloni. Uno dei problemi allo studio della «veneranda fabbrica del Duomoè di riportare allo schema originario il delicato gioco delle spinte, attraverso un complicato meccanismo di contrap- pesi, senza per questo modificare il resto della struttura. Per informare periodicamente la comunità nazionale sull'andamento dei lavori, un impegno è stato preso dal TG2 che. nei prossimi cinque anni, manderà in onda una serie di trasmissioni con riprese di restauri e spiegazioni di responsabili. La sistemazione dell'altare maggiore, del presbiterio e del coro dovrà anche rispondere alle norme liturgiche emanate dal Concilio Vaticano II: l'altare, per esempio, sarà più vicino ai fedeli e sistemato in maniera che l'officiante possa a loro rivolgersi. Coordinatore delle modifiche per la parte liturgica don Angelo Majo con la collaborazione del maestro delle cerimonie, don Giacomo Mellera. Nei secoli, è la terza «chiusura» del Duomo: la prima — completa — fu nel 1882 e durò tre mesi; nel 1969 per due mesi la riduzione fu invece egua¬ le a quella ora imminente. I primi allarmanti sintomi di affaticamento della struttura furono notati nel 1963. quando un controllo mise in evidenza lesioni e rese necessario scoprirne l'origine. Furono avviate due ricerche: una dal vivo, sulla composizione e consistenza del materiale, l'altra di tipo «storico», sulla costruzione e sui successivi interventi. Entrambe confermarono che fra le principali ragioni della «fragilità' del Duomo c'era l'uso di materiali eterogenei, l'eccentricità dei carichi rapportati alle dimensioni delle strutture (soprattutto nei piloni del tiburio), ia lavorazione irregolare delle lapidi, l'eccessivo carico sul terreno. Nel 1965 fu richiesta la consulenza del professor Piero Locatelli, uno dei massimi esperti di statica europei; con altri studiosi, poco dopo fu formata la commissione ufficiale. Ornella Rota Milano. Le intelaiature coprono parte dell'interno del Duomo per i lavori di riparazione

Persone citate: Angelo Majo, Carlo Ferrari, Giacomo Mellera, Majo, Ornella Rota, Passano, Piero Locatelli

Luoghi citati: Milano