Ritorno di sua maestà il lino

Ritorno di sua maestà il lino Firenze, antiche risonanze nei corredi di «Pitti casa» Ritorno di sua maestà il lino Lenzuola, tovaglie, copriletti ritrovano la luminosità del «tessuto nobile» - Tessiture a mano di Borbonese per un tocco frivolo e sognante alla «biancheria domestica» di tutti i giorni FIRENZE — Si fa un salto" in Toscana fra l'Alta Moda di Roma e quella parigina, per non perdere l'appuntamento con il nuovo vestire della casa e tutto concorda con la signora 1981, con quel suo ritorno, non dimesso ma anzi trionfante, alle fresche severità dell'abito buono, alla tradizione del tessuto nobile, lino o seta, da ingentilire con pizzo e gale. Mettiamo che il godersi la casa sia una scelta obbligata in tempi di rifugio nel privato: le indagini marketing rilevano che le donne comprano un lenzuolo, una tovaglia in più — senza contare l'euforia del piumino, piumotto e copriletto «piumorbido» — ed un abito in meno. Sarà saggezza? A lasciarci avvolgere dalla luminosità dei corredi letto, cucina, tavola, bagno in mostra a Pitti Casa, c'è da credere sia la passione a generare il bisogno dell'asciugamano di lino tinto in filo, nei colori più brillanti, azzurro Francia, giallo limone, rosso, ma con le frange d'una volta; dello strofinaccio ecologico come della tovaglia damascata in fiandra di tenui toni pastello, firmati Graziano; afferrando qua un lenzuolo perchè la sua bordura a piccoli tulipani ricamati è deliziosa, là un copriletto in azzurro perchè i suoi sparpagliati nodi d'amore sembrano assicurare una testarda felicità. Cè da dire, tuttavia, che il mondo del «bianco», la cui sagra esplode nel primo mese dellànno. a livello mostre e negozi, appare meno incline all'apparenza dolcificata. Lo rivela la indiscussa supremazia del lino. Che è bellissimo quando allea, come dalla Tessilarte. lèleganza del colore inedito, rosa che trascolora nel grigio, o rosso vino tagliato dal verde pampino, alla grazia rustica del lino tessuto a mano per tovaglie cosi attuali nel loro spoglio nitore. Lino che si vela come da Ducei, per aggiungere raffinatezza a charme, nell'effetto della doppia tovaglia: colorata quella in lino, bianca l'altra in superficie, in organza ricamata a catenella. E' come sempre da Borbonese. complici certi vecchi telai ancora aitivi in campagna, alle porte di Torino, per croccanti merletti e pizzi animalieri, che il lino raggiunge l'incanto. In color écru o bianco, i lenzuoli con la rovescia smussata, i cuscini ottagoni sono recinti di breve merletto, perché meglio risaltino i tramezzi al file disegnati a piccole, opposte colombe. Tutto molto leggero, come altri lenzuoli in fiandra finemente rigata in opaco-lucido o ia griffe dorata in medaglione negli asciugamani di lino, di spugna. Ieri, a Roma, quanti sproni, quanti jabot in pizzo, fra i lumi del Settecento e il loro recupero in cadenze romantiche: oggi siamo a Firenze, la città da cui la biacheria si diffuse nell'Europa, e altri moduli settecenteschi scopriamo da Borbonese. che impreziosisce di passamaneria dorata lavabilissima le candide spugne da bagno, comprese le maliziose pianelle. Lucia Sollazzo

Persone citate: Borbonese, Lucia Sollazzo, Pitti Casa

Luoghi citati: Europa, Firenze, Francia, Roma, Torino, Toscana