L'inquisitore di tre stagioni

L'inquisitore di tre stagioni OSSERVATORIO L'inquisitore di tre stagioni Nei 73 anni della sua vita, conclusasi il 23 gennaio a Mosca. Roman Rudenko ha avuto due soli momenti di popolarità davvero storica. Il primo fu durante il processo di Norimberga, dove, poco più che trentacinquenne. Rudenko rappresentò l'accusa sovietica contro i leaders nazisti e. nella divisione dei compiti con i procuratori capi delle altre tre potenze alleate, preparò le requisitorie contro Goering. Speer e Hess. Il secondo venne ne! I960, quando, ormai già primo magistrato inquirente del l'Urss, Rudenko sostenne la pubblica accusa contro Francis Powers. il pilota americano del «Lockeed U-2», abbattuto durante un volo di ricognizione sul territorio sovietico e divenuto protagonista, e vittima, di uno dei più spettacolari processi di spionaggio della storia moderna. Ma per altri 28 anni — dal 1953, l'anno della morte di Stalin, al 1981. anno diciassettesimo dell'era brezneviana — Roman Rudenko è stato, con la suprema discrezione àeWàpparatcik di alto rango, il garante della «legalità socialista». Era il Generatavi Prokuror. il procuratore generale, presso la Corte suprema dell' Urss, l'equivalente della nostra Corte di Cassazione, una carica che è anche, se non soprattutto, politica e perfino militare, oltre che giudiziaria. Difatti. Rudenko era membro del Comitato Centrale del pcus, uno dei gradini più elevati della ristretta piramide della Nomenklatura. e. nelle occasioni ufficiali, anche quando riceveva un ospite straniero, indossava, come tutti i pròkurory, l'uniforme blu con gradi e decorazioni. Ma che significa garantire la «legalità socialista» in un Paese come l'Urss dove, secondo la dottrina ufficiale espressa dal sociologo Kovalev in un celebre articolo sul Trud. «non esistono ragioni sociali di delinquenza, a differenza di quanio accade nelle società borghesi, dove il delitto è un fatto abituale»'.' Intanto significa dimostrare la validità di questo assunto — contro una realtà apparentemente assai diversa, ma incontrollabile per gli osservatori imparziali — attraverso un'abile manipolazione di statistiche e di parole. Rudenko. in questo, era un maestro. La sua tradizionale relazione, a chiusura dell'anno giudiziario, conteneva sempre la rassicurante affermazione che la delinquenza era in diminuzione «nel nostro grande Paese». Ed era stato proprio Rudenko. sin dal primo anno della sua gestione nel lontano 1953, a stabilire che le statistiche sulla criminalità fossero sottoposte al regime del segreto di Stato. Solo cifre percentuali, sempre in ribasso: ma nessuno è mai riuscito a sapere quanti delitti, quante rapine, quante violenze avvengono ogni anno nell'Urss. l.a «legalità socialista» si tutela anche con i silenzi, come accadeva pure in Italia in un'altra epoca. Eppoi c'è la tutela «politica», contro i «nemici dello Stato socialista'). Rudenko era stato l'uomo di tutte le stagioni. Aveva svuotato i «lager» politici durante il «disgelo» di Kruscev. poi li aveva nuovamente riempiti, con gradualità, a mano a mano che avanzava l'ondata brezneviana di rigelo. Infine aveva avuto la grande trovata: meglio l'esilio che il processo, talvolta difficile da giustificare giuridicamente anche con gli accomodanti codici sovietici. l.a «Russia esterna», questa seconda massa migratoria che popola oggi il mondo occidentale, è stata, a ben guardare, la più grande invenzione del!'«inquisitore di Norimberga». Paolo (ìarimberti Rudenko: «legalità socialista» (da Stalin a Breznev)

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